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TMW MAGAZINE - Nani: "Mercato italiano in ripresa. Manca ancora qualcosa"

di Gaetano Mocciaro
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© foto di Balti Touati/PhotoViews

Un mercato fra i più interessanti, quello che ha coinvolto la Serie A quest'estate. Grazie al cambio di proprietà del Milan con tanto di rivoluzione nel parco giocatori, ma anche grazie all'Inter e ai rimescolamenti della Juventus. Senza dimenticare una Roma che riparte per la prima volta dopo 25 anni senza Francesco Totti. A commentare questi mesi di trattative uno dei dirigenti più importanti del panorama italiano e internazionale: Gianluca Nani, per TMW Magazine, ci dice la sua sulle venti squadre al via.

Gianluca Nani, possiamo dire che il mercato italiano sia in crescita?
"Il mercato si sta riprendendo, soprattutto in Italia dove già l'anno scorso abbiamo assistito ad operazioni come quella di Higuain alla Juventus per 90 milioni. E poi grazie ai nuovi proprietari stranieri che hanno immesso denaro liquido la situazione è migliorata. Fermo restando che spendere tanto non vuol dire necessariamente spendere bene".

Crede che il nostro calcio si stia riavvicinando ai campionati top d'Europa come Inghilterra, Germania e Spagna?
"Ancora manca qualcosa. Eravamo una nazione che aveva il calcio più importante al mondo fino a 20 anni fa. Poi errori di gestione a livello dirigenziale, stadi rimasti indietro rispetto agli altri paesi europei e diritti televisivi sproporzionati il campionato italiano ha perso valore. I calciatori stranieri hanno preferito andare in Inghilterra, paese dove oltretutto anche le squadre di Championship possono permettersi di spendere cifre che da noi possono affrontare solo le big. Con l'Inghilterra il divario resta, così come in Germania, mentre con la Spagna almeno economicamente la distanza non è molta. Occhio anche alla Francia, che sta crescendo molto a livello di competitività e di talenti sfornati".

Si parla molto del problema degli stadi di proprietà. Crede che sia il problema principale per la crescita del nostro movimento?
"Lo stadio è un aspetto importante, anche se non l'unico a fare la differenza. Con l'Inghilterra c'è una differenza culturale, lì il calcio è vissuto come una festa e far parte di un club è motivo d'orgoglio. Ad esempio le squadre di Championship giocano anche il martedì quando c'è la Champions e gli stadi sono pieni. Le tifoserie avversarie sono mischiate, da noi la questura ti divide. In Italia lo stadio è zona franca, non ti dà accoglienza. Almeno hanno tolto la tessera del tifoso. Aggiungiamo che il nostro calcio essendo molto tattico non è spettacolare, mentre in Inghilterra il gioco è più veloce, più dinamico. Al nostro tatticismo esasperato si è aggiunta la VAR che deve essere rivista altrimenti il calcio diventa troppo lento e frastagliato".

Quale è stata la società che ha operato meglio sul mercato?
"L'Inter ha fatto un mercato intelligente, pur avendo avuto a un certo punto il problema del fair play finanziario. Il Milan ha fatto un mercato importante, la Juve ha perso qualcosa ma come al solito è stata capace di intervenire nei modi e nei tempi giusti. La Roma ha operato dove doveva operare. In definitiva i nostri dirigenti sportivi si sono dimostrati tra i migliori al mondo se non i migliori in assoluto. Sono arrivati campioni importanti, giovani interessanti e vedo una ripresa dei talenti italiani".

La Juventus ha perso elementi importanti come Dani Alves e Bonucci. L'acquisto di De Sciglio non convince e Howedes è arrivato all'ultimo. Come valuta l'operato dei bianconeri?
"Howedes a mio avviso è un ottimo giocatore che può agire sia da centrale che da terzino. La Juve viene da 7 anni di grandissime operazioni e risultati parlano chiaro. Magari De Sciglio non vale Dani Alves, ma i dirigenti della Juve sono capaci e hanno saputo fare operazioni a ragion veduta".

Juventus sempre favorita numero uno per il titolo?
"Dico oltre alla Juventus anche Napoli e Inter".

LEGGI L'INTERVISTA COMPLETA SUL NUMERO DI SETTEMBRE DEL TMW MAGAZINE

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