Silva e Kalinic non spostano gli equilibri. Ma costano come un grande 9
Alvaro Morata 62 milioni di euro, Romelu Lukaku 85 milioni. Per Andrea Belotti ne sarebbero serviti 100 (trattabili, visto l'affare Niang), mentre il Borussia Dortmund ne chiedeva almeno 80 per cedere Pierre-Emerick Aubameyang. Numeri non a caso, mezzi rimpianti di mercato per il Milan. Che in estate ha tenuto lunghi casting per l'attacco, ma poi ha speso 63 milioni di euro per la coppia formata da Nikola Kalinic e André Silva, e oggi si interroga se ne è valsa la pena. Soldi che sarebbero stati sufficienti per arrivare a un grande centravanti, investiti per due punte che per ora faticano a trovare continuità. Il portoghese scelto dalla dirigenza per un investimento anche e soprattutto in ottica futura, il croato da Montella perché come pochi sa sacrificarsi per la squadra. Il primo, fermo a zero gol in campionato ma goleador in Europa League; il secondo, autore di due reti in sei partite stagionali finora.
Fare le pulci al Milan, a due giorni dal derby perso con l'Inter, è forse fin troppo facile. Però l'interrogativo resta vivo e legittimo: per spostare gli equilibri, i rossoneri hanno scelto Bonucci e Biglia, di fatto escludendo l'arrivo di campioni fatti e finiti in attacco. Con il giovane Patrick Cutrone che per ora si è dimostrato il più convincente nel pacchetto offensivo a disposizione di Montella, specie nei movimenti. A due mesi dai grandi investimenti estivi, i tifosi milanisti sono lì a chiedersi se con un grande centravanti le cose sarebbero state diverse. La riprova del campo, per forza di cose, non può arrivare. E Montella deve fare i conti con due prime punte di alto valore, ma per ora non in grado di cambiare davvero la storia recente rossonera.