Ritorno al futuro: la difesa della Juve passa dal recupero di Rugani
Il gol e l'assist fanno statistica, nel 6-2 della Juventus all'Udinese. I 90 minuti di Daniele Rugani possono pesare molto di più, nelle dinamiche bianconere di qui alla fine della stagione e anche oltre. Complice l'assenza forzata di Mehdi Benatia, contro i friulani il giovane difensore toscano è tornato in campo, a poco più di un mese dall'ultima volta, datata 20 settembre contro la Fiorentina. Altri 90 minuti: non ha giocato sempre, ma quando l'ha fatto Allegri l'ha tenuto in campo per tutta la partita. Una prestazione che sa di riscatto, per le panchine e anche per l'uscita negativa con l'Italia, contro la Macedonia.
Una prestazione che può segnare un recupero cruciale per la fase difensiva juventina, tutt'altro che impeccabile in questo avvio di stagione. Gol e assist a parte, contro l'Udinese si è rivisto un Rugani in crescita, anche al netto di un avvio non ottimale (leggi gol di Perica). Un ritorno che non può limitarsi a una buona partita: con l'addio di Bonucci e la coppia Barzagli-Chiellini un anno più grande, il testimone di guida della difesa deve finire nelle mani di Rugani. Accompagnato, a partire dall'anno prossimo, da quel Mattia Caldara con cui già ha fatto reparto nell'Under 21. Quando giocava con la maglia dell'Empoli, gli si chiedeva più cattiveria nei contrasti. Una richiesta che, sottovoce, filtra anche dalle parti di Torino, dove però Rugani ha oggettivamente "sporcato" per quanto possibile il suo gioco. Il resto, lo aveva già: non a caso, sin dall'inizio della sua carriera i paragoni con un certo Nesta non sono mancati. Più che cattiveria, ora gli serve fiducia. In sé e dagli altri: il futuro della difesa della Juve passa inevitabilmente dalla sua crescita. E gol e assist, da questo punto di vista, possono fare anche qualcosa in più della mera statistica.