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Rimini e Pavia si fanno largo in Eccellenza, il Lanciano torna al Biondi

di Stefano Sica
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© foto di Antonio Abbate/TuttoLegaPro.com

Tra speranze, e tanta voglia di riscatto, va avanti l’attività di quei club che hanno raccolto l’eredità delle società sparite la scorsa estate dal panorama professionistico nazionale. Destini incrociati, ma non troppo. Perché, in alcuni casi, il progetto procede spedito. In altri, la ricostruzione è stata parecchio faticosa. Un caso eclatante è quello dell’Ischia Isolaverde, che ha mantenuto in vita (per ora) il proprio vivaio, evitando di perdere la matricola. Ma il futuro del calcio sull’isola potrebbe essere rappresentato dalla Nuova Ischia del presidente Ivano Balestriere, che insegue a quattro lunghezze la capolista Sibilla Bacoli nel girone B di Promozione. Si vedrà.
E’ un treno in corsa, invece, il FC Rimini del patron Giorgio Grassi. Un soggetto calcistico nato per volontà del sindaco Andrea Gnassi che, in precedenza, aveva valutato alcuni progetti tra cui quello dell’Asd Pro Rimini dell’ex presidente del Treviso, Renzo Corvezzo, intenzionato a chiedere già l’affiliazione in D. I biancorossi del tecnico Alessandro Mastronicola, nel torneo di Eccellenza, volano ormai a vele spiegate verso la massima serie dilettantistica (+9 sul Sasso Marconi) e hanno già portato a casa la Coppa regionale dopo aver battuto ai rigori il Rolo (5-4). In squadra milita peraltro un pezzo da novanta, già protagonista dei migliori anni dei romagnoli: Adrian Ricchiuti, con sei reti vicecannoniere dei suoi alle spalle di Alex Buonaventura (16 centri). Il Rimini, al termine dello scorso campionato, aveva condannato L’Aquila alla retrocessione in D dopo la doppia sfida play-out.
Molto positivo il cammino anche del neonato FC Pavia, che insegue a due punti la capolista Arconatese sempre in Eccellenza. Anche in questo caso decisiva è stata la dedizione del sindaco cittadino, Massimo Depaoli, che lo scorso luglio ha anticipato il 25% del capitale sociale (10mila euro) dopo il crac del vecchio club e dell’esperienza cinese rappresentata dal duo Xiadong Zhu-Qiangming Wang. Maria Cristina Rasparini (imprenditrice del tessile di origini piacentine) e Tiziano Pacchiarotti (ingegnere edile) sono i dominus del nuovo sodalizio, il tecnico è un certo Francesco Buglio, uno con tanti anni di C alle spalle. L’ad è Giacomo Brega mentre è durata poco la partnership col dg Massimo Londrosi, che pure aveva legato il suo nome al vecchio Pavia: contrasti insanabili con la proprietà alla base di questo divorzio. I lombardi, ad inizio stagione, avevano sognato Andrea Soncin. Poi hanno scelto l’ex Melfi, Messina e Akragas, Roberto Chiaria (nella foto), attaccante di razza che sta iniziando a fare la differenza in questo campionato dopo un fastidioso infortunio.


Per Martina e Lanciano, invece, l’anno zero coincide con la partecipazione alla Prima Categoria regionale. I pugliesi, rinati sotto la denominazione di Asd Martina Calcio 1947 dopo aver comunque salvaguardato la categoria a discapito del Melfi nello spareggio play-out, si stanno ormai giocando ogni chance di promozione con la Vigor Moles, con le altre staccatissime. Martina al momento capolista, Vigor che insegue ad un punto. La nuova società del presidente Pietro Lacarbonara, che ha visto la luce alla fine di agosto, non sta tuttavia usufruendo dello stadio Tursi, intorno a cui ne è nata una battaglia infinita col commissario pretettizio Giuseppe Castaldo, il quale ha indetto un bando di gara per la concessione fino a giugno 2018 della struttura alle società cittadine interessate ad accollarsi le spese di gestione e di messa a norma dell’impianto. I costi, naturalmente, compenserebbero man mano i canoni richiesti per il fitto. Per ora i biancazzurri del tecnico Giuseppe Gidiuli, rinforzati dal jolly difensivo Andrea Gaveglia, con un passato nel Napoli e nell’Avellino, nonché ex martinese, disputano le loro gare casalinghe al campo Pergolo.
Più intrigante la vicenda Lanciano, club retrocesso sul campo in Lega Pro dopo aver perso lo spareggio play-out con la Salernitana. La rinascita del calcio è stata affidata infatti alla Marcianese, realtà presente da anni sul territorio e punto di riferimento di tanti giovani e tecnici di questa contrada cittadina. Proprio per questa ragione, non tutti gli sportivi lancianesi hanno visto con favore l’imminente cancellazione del club che, a partire dalla prossima stagione, cambierà denominazione in Lanciano 1920. Ha destato parecchi malumori, peraltro, l’esonero del tecnico Antonio Bucci, molto amato e stimato dalla comunità locale e storico pilastro del progetto Marcianese. Una decisione arrivata dopo il flop interno di domenica scorsa con lo Scerni (0-3), gara che ha segnato anche il ritorno ufficiale dei rossoneri al Biondi (presenti oltre 300 spettatori). Bucci sarà rimpiazzato dall’ex calciatore rossonero, Piero D’Orazio. Cammino in salita, in questo caso, per la Marcianese, settima in classifica e a 18 punti dalla capolista Ortona (ma c’è ancora la chance dei play-off per guadagnare la promozione). Sul fascicolo Marcianese aveva puntato da subito la neonata associazione di tifosi "Lanciano Rossonera", sebbene una parte della città fosse rimasta morbida. Il gruppo ultras “Frentani non tesserati”, ad esempio, aveva deciso sin dall’inizio di non sostenere questo progetto, in assenza di tre requisiti: la disputa delle gare interne al Biondi, l’utilizzo delle maglie rossonere e la presenza del nome Lanciano nella denominazione sociale. Le prime due richieste sono state esaudite. Manca il terzo tassello, che diventerà realtà in estate. Il gruppo “Lancianesi”, però, è tornato ad essere parte attiva proprio in occasione del match con lo Scerni, una volta ufficializzato lo sbarco definitivo della squadra al Biondi.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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