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Nubi nere sopra la Ghirlandina. Modena fatica a vedere un raggio di luce

di Tommaso Maschio
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© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com

L'immagine dei giocatori e dello staff tecnico del Modena che escono mestamente dal Braglia con i propri oggetti personali dentro borsoni anonimi e sacchetti pensati per contenere la spazzatura è la cartina di tornasole più evidente del baratro in cui è sprofondato il Modena calcio in questi ultimi mesi. Le avvisaglie di un disastro c'erano tutte ormai da tempo, ma forse neanche il più pessimista avrebbe mai pensato che si potesse arrivare a tanto con la squadra che per due volte perde a tavolino perché lo stadio Braglia è chiuso a causa del debito accumulato negli ultimi mesi dal club nei confronti dell'amministrazione. Chiuso lo stadio, requisiti pullman e borsoni in serata è arrivata anche la notizia che il Comune di Modena ha ufficializzato, come tristemente annunciato, che si provvederà allo sgombero coatto della sede del club, che si trova all'interno del Braglia, che la società non ha provveduto a liberare da documenti, arredi e materiali vari secondo gli accordi presi. La squadra inoltre da domani non sa se potrà allenarsi e nel caso dove visto che al momento non dispone neanche di un terreno dove poter fare una sgambata. Una situazione che non ha, probabilmente, paragoni nella storia del calcio moderno e che rischia di sfociare non solo nel fallimento del club, ma addirittura nella sua estromissione dal campionato attualmente in corso.

Con la tifoseria sul piede di guerra, già tre i DASPO inflitti agli ultras gialloblù dopo la dura contestazione nei confronti di Caliendo dei giorni passati, l'unica speranza è legata al nuovo proprietario Aldo Taddeo, ex presidente per pochi mesi del Varese, già contestato dalla tifoseria poiché ritenuto troppo vicino alla vecchia proprietà e non affidabile per salvare il club. “Credo che a livello aziendale Modena abbia la possibilità di salvarsi. C’è poco tempo, ma si può fare. Nel rispetto della legge, attueremo un piano di ristrutturazione e cercheremo di usare l’attivo della società nel migliore dei modi, pagando i debiti. - ha spiegato Taddeo nella giornata di ieri - Accolto con diffidenza? I tifosi hanno ragione perché vogliono i fatti e hanno bisogno di vedere che ci sono persone serie che possono realizzare un piano per sistemare le cose”. Solo il tempo ci potrà dire, al momento fare ipotesi sarebbe inutile come provare a svuotare il mare con un cucchiaino, se Taddeo riuscirà nel proprio intento portando poi dalla sua parte anche i tifosi più diffidenti. Nel frattempo la piazza può solo aggrapparsi al tecnico Eziolino Capuano che, fra mille difficoltà, sta provando a tenere il gruppo unito e lancia appelli alle istituzioni sportive e non affinché si possa salvare la società con tutto quello che ne consegue (ovvero il salvataggio di molti posti di lavoro da quelli dei privilegiati calciatori fino a quello di magazzinieri e dipendenti vari).

Le nubi sopra la Ghirlandina restano comunque scure ed è difficile al momento sognare un raggio di sole che possa farsi largo e allontanarle per riportare il sereno, ma fino a quando non verrà scritta la parola fine su 105 anni di storia tutti i modenesi continueranno ad aggrapparsi alla speranza facendo sentire la propria voce affinché non cali l'attenzione mediatica attorno a quanto sta succedendo al Modena. Sarebbe bello dire affinché altre situazioni simili, seppur ognuna nella sua unicità, non accadano più, ma la storia recente ci ha insegnato purtroppo che questa è ormai una frase fatta buona per tutte le stagioni se poi, come finora è accaduto, non arrivano le riforme necessarie per dare credibilità a un calcio che non sorprende più di sorprendere in negativo.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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