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Napoli e i problemi di novembre, un piccolo record italiano e una panchina per Nesta

di Luca Marchetti
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© foto di Federico De Luca

Al Napoli non è riuscita l'impresa. Non sarebbe dipeso solo dagli azzurri, serviva un aiutino (o aiutone, visto a posteriori) da parte del City. Invece il 2-0 maturato dopo mezz'ora ha fatto il resto. E il Napoli non ha neanche azzannato l'avversario. Per mille motivi, primo su tutti naturalmente il discorso motivazionale. Non si può non pensare a quello che succede di là, visto che da "di là" dipende il passaggio del turno.
La sconfitta significa poco, sinceramente. Arrivata all'ultimo con tutto quello che abbiamo detto. Ma il dato su cui Sarri e i suoi devono riflettere: 4 sconfitte nelle ultime 4 trasferte europee (Real, Shakhtar, City e Feyenoord). Una questione probabilmente di mentalità.
Va sottolineato anche un altro dato. Giustamente Sarri aveva sottolineato il suo cammino: solo quattro sconfitte (di cui due con il City) in questo avvio di stagione. Sono 5 ora, anche se quest'ultima non fa testo. Ma in questo girone era evidente che contava lo scontro diretto con lo Shakhtar. Essersi diviso la posta con una vittoria a testa ha spostato tutto al calendario e in questo il Napoli non è stato avvantaggiato. Un City promosso e pieno di riserve è cliente più morbido del superCity che aveva invece affrontato il Napoli. Ma su questo non si può fare niente, sulla sconfitta con gli ucraini sì. Due partite perse (ribadiamo che quella con il Feyenoord non la contiamo neanche) che hanno dato un sapore diverso al bel cammino del Napoli fatto finora: psicologicamente la Juve ha dimostrato di essere ancora viva e in Champions non si riesce ad andare avanti. Ci sarà da lavorare soprattutto sulle certezze. E capire il motivo di questa frenata oggettiva. Dal 1 novembre giocate 7 partite: 3 sconfitte 3 vittorie e un pari.


Una piccola-grande beffa però la sconfitta olandese la porta: il Napoli non sarà testa di serie in Europa League. Dalla Champions, le migliori 4 terze saranno testa di serie, le altre 4 no.
Rimane comunque un dato a suo modo storico: non era mai successo che tutte le italiane rimanessero in Europa. Era successo che ci arrivassero 5 su 5, ma in un caso la Roma nell'altro la Samp avevano perso il preliminare. Quindi comunque il calcio italiano, seppur perde il Napoli nella coppa più prestigiosa, mantiene comunque il suo plotoncino intatto. E magari aumenta anche le chanches di vincere l'Europa: League (non è mai successo) con l'arrivo del Napoli che sicuramente ha le caratteristiche giuste (anche se ora ci sono oltre a Milan e Lazio anche Atletico Madrid e Borussia Dortmund). A patto di risolvere il piccolo problema a cui ha fatto riferimento Sarri nel post partita: la difficoltà di realizzazione a fronte del volume di gioco espresso.
Altra considerazione a latere per quanto riguarda le 6 che vanno avanti in Europa. Questo piccolo record alle italiane riesce nell'anno in cui l'Italia non si qualifica al Mondiale. Come è possibile? Molto semplice, gli italiani non giocano molto. Basta guardare i minuti giocati dagli azzurrabili nelle sei squadre europee: 47% il Milan (che ha fatto giocare anche molte seconde linee, come la Lazio), 36% l'Atalanta, 30% la Juve, 22% la Lazio, addirittura 16% e 13% rispettivamente per Roma e Napoli...
Sempre invece per quanto riguarda il discorso futuro azzurro altra considerazione che facciamo una volta scoperto lo studio del CIES sui giovani più quotati in Europa. Stiamo parlando di U21, già fenomeni insomma. Su 100 giocatori presi in considerazione (e se volete tutto è opinabile, ma il range è molto ampio) il primo è Mbappé con un valore di 182 milioni di euro (ad oggi), secondo Dele Alli (180), terzo Sané (124)- Il primo degli italiani è Donnarumma al dodicesimo posto (valore 55.7 milioni), poi a seguire Chiesa (52.6) e Pellegrini (50.7). Poi bisogna saltare al 70esimo posto per trovare un altro italiano: Barella del Cagliari, valutato 10.7 milioni. 4 su 100 obiettivamente sono pochini, non trovate?
Nel frattempo, come saprete, a sorpresa Nicola ha rassegnato le dimissioni. Irrevocabili. A nulla è servito l'incontro con la dirigenza nella mattinata. Il nome su cui hanno puntato a Crotone è quello di Alessandro Nesta. Lui è lusingato e si è preso qualche ora per decidere, ma già in mattinata dovrebbe arrivare una risposta da dentro o fuori. Sono stati presi in considerazione anche De Biasi e Colantuono e in questi casi finché non si mette la firma sul contratto nulla è deciso in maniera definitiva.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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