Milan, un Calhanoglu super convince Montella a insistere sul 3-5-2
Molti dubbi ha accompagnato l'arrivo di Hakan Calhanoglu al Milan. Il turco arrivava dopo quattro mesi di inattività dopo una squalifica rimediata per un fatto del 2011 per un contratto firmato e non rispettato col Trabzonspor. Ma più che la questione atletica era l'equivoco tattico a lasciare qualche sospetto.
Dal 2011, anno del suo debutto nei professionisti, Calhanoglu ha sempre giocato in determinati moduli: trequartista nel 4-2-3-1 o esterno d'attacco, sinistro o destro, nel 4-4-2. Questi i due moduli adottati dalle sue squadre: Karlsruhe, Amburgo, Bayer Leverkusen. Moduli non contemplati finora da Vincenzo Montella, che d'accordo con la proprietà ha realizzato una campagna acquisti in funzione di due altri moduli: il 4-3-3 e il 3-5-2.
Le prestazioni del fantasista sono state fin qui altalenanti: bene col Crotone, male col Cagliari, panchina con la Lazio. Più una prova sufficiente contro lo Shkendija. E questo nel 4-3-3. Il passaggio alla difesa a 3 nella gara contro l'Austria Vienna è coinciso con una prestazione maiuscola del turco, che ha demolito l'avversario quasi da solo nei primi venti minuti con un gol e due assist, uno dei quali recuperando un pallone. Decisamente non male per chi non aveva mai giocato interno in un centrocampo a 5. E segno incoraggiante per insistere su un modulo che potrebbe diventare necessità dopo l'acquisto di Bonucci e soprattutto dopo la figuraccia contro la Lazio.