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Melo: "Icardi fenomeno, ma non è un capitano. Gabigol, ricordate Coutinho?"

di Francesco Fontana
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Nel corso di una lunga intervista concessa a FcInterNews (link a fine articolo per il pezzo completo), l'ex centrocampista dell'Inter Felipe Melo (attualmente in forza al Palmeiras) ha analizzato varie tematiche, considerando anche alcuni singoli che hanno con lui condiviso l'esperienza nerazzurra.

ROBERTO MANCINI - "Se Mancini non fosse andato via oggi l'Inter sarebbe in Champions League. E non ci sono dubbi, lo dico al 100%. Roberto è interista, conosce benissimo il mondo nerazzurro ed era sicuramente l'allenatore migliore per la nostra squadra. Poi è una persona troppo intelligente, un grandissimo tecnico. L'estate scorsa è stata particolare: tutti si ricordano delle batoste che abbiamo preso tra Stati Uniti e Oslo (contro il Tottenham, ndr), ma quanti dicono che abbiamo fatto mille viaggi con pochissimi giocatori a disposizione? Eravamo contati, giocavano sempre gli stessi ed era di più il tempo che passavamo sugli aerei che sul campo a lavorare. Pensi che i giocatori di Bayern Monaco e Paris Saint-Germain, parlando con loro e spiegando la nostra situazione, non credevano a tutto questo, a queste grandi difficoltà logistiche. E Mancio era molto arrabbiato per queste problematiche, anche perché al contempo non c'era chiarezza dal punto di vista societario. C'era tanta confusione. Ripeto, il mister era perfetto per noi. E la stagione senza di lui sappiamo tutti come è andata".

GABRIEL BARBOSA - "Cito la Juventus, in particolare Dybala. Non mi ricordo di un Dybala titolarissimo già al primo anno, assolutamente. Sul serio, io non me lo ricordo. Poi, gradualmente, conosci il calcio italiano, comprendi l'importanza di un club come la Juventus e riesci a fare bene e a dimostrare tutte le tue qualità. Purtroppo Gabriel è arrivato a Milano in un momento storico difficile per l'Inter, che non vinceva e non vince da tanti anni. E con tanti cambiamenti ancora in corso. Ma la società deve credere in lui, senza dubbio. Altrimenti si correrebbe il rischio di ripetere l'errore commesso con Coutinho. A Milano dicevano che era scarso, ora lo vuole tutta Europa. Dai, per favore.... Ci vuole un po' di intelligenza, altrimenti poi si piange se Gabriel diventa forte in altre squadre. Dobbiamo essere intelligenti! Parliamo di un ragazzo di 20 anni che deve ancora abituarsi al mondo italiano, perché in Brasile è tutto diverso".

MAURO ICARDI - "È ancora molto giovane e deve ancora crescere, ma è fortissimo già oggi. Anzi, è un fenomeno. Se lui non segna l'Inter non vince. Questo è fin troppo evidente. È un fenomeno. Fa doppiette, triplette e fa gol in ogni modo, ma la fascia da capitano è un'altra cosa, penso sia troppo per lui. Un giocatore che fa il capitano deve avere il rispetto degli avversari. Uno di quelli che, quando lo guardi e lo ascolti, pensi: "Cazzo!". E mi riferisco anche agli avversari, che devono avere timore, nel senso positivo, nei suoi confronti. E con Icardi questo non succede. Sono successe troppe cose in passato, oggi non lo vedo come un vero capitano. Magari tra qualche anno, anche perché è un campione, ma oggi non può indossare la fascia. Pensi che Felipe Melo era uno dei pochi ai quali Icardi dava ascolto. Personalmente ho sempre parlato bene di lui, perché è un fenomeno, questo voglio ripeterlo e sottolinearlo. Ma non è pronto per fare il capitano, questo sicuro, nonostante abbia dimostrato maturità quando ha chiesto scusa per quelle ormai famose righe presenti inizialmente nel suo libro. Ma ci vuole altro, oggi non è pronto".

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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