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M. Feltri: “Mihajlovic non è riuscito a dare al Toro il gioco che merita”

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
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© foto di Federico De Luca

Mattia Feltri è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Con Feltri, giornalista inviato de La Stampa e tifoso del Toro, abbiamo parlato della sua squadra e di questa prima parte della stagione.
Che cosa pensa di questo Torino che ha iniziato bene il campionato e poi per cinque giornate è andato diciamo in apnea per risollevarsi nelle ultime due prima di questa sosta per la Nazionale?
“L’idea che mi sono fatto e che è un Torino in continuità con quello dell’anno scorso perché non gli ho visto giocare un bel calcio dal passato autunno in avanti, quindi, da un anno grosso modo. Per l’amor del cielo, i risultati erano anche arrivati qua e là, però, il nostro campionato era finito grossomodo a Natale, quando già sapevamo che non saremmo retrocessi, ma anche che non saremmo andati in Europa League. In quel periodo di calcio non se n’era visto, anche se i gol non erano mancati poiché in attacco c’erano e ci sono giocatori molto bravi. Infatti, tra Belotti, Iago Falque e Ljajic di gol ne avevano fatti quasi una cinquantina in tre. Quest’anno il campionato è proseguito come quello dell’anno scorso con qualche problemino in più dovuto agli inserimenti dei nuovi giocatori, ma è da un anno che non vedo giocare al Torino un buon calcio. Concludo la risposta dicendo che effettivamente con l’Inter ho visto per la prima volta una bella partita, quanto meno il miglior Torino di questo campionato. Ma devo dire che il Torino d’inizio stagione non mi era piaciuto un granché”.
Alla luce di quello che mi ha detto, secondo lei la partita con l'Inter può essere un rilancio verso i sogni europei oppure c’è il rischio che sia una sorta d’illusione?
“Il rischio che potrebbe esserci un po’ d’illusione c’è naturalmente, ma tutti ci auguriamo, invece, che non sia così e che, quindi, sia un nuovo inizio. La squadra con l’Inter ha davvero giocato un buon calcio, ma soprattutto ha giocato con personalità e con serietà. Questa è una squadra che da troppi mesi era fragile, quante volte abbiamo visto sia l’anno scorso sia quest’anno il Torino segnare, passare anche in vantaggio e giocare pure benino e poi subire un gol e tracollare. Il peggior difetto di questa squadra in questi due anni è stato l’essere fragile, invece, con l’Inter non è stata fragile e ha disputato una partita molto seria, consapevole e, poi, quando ha preso il gol dell’uno a uno ha ricominciato a giocare esattamente come prima, giusto cinque minuti d’imbarazzo. La speranza che qualcosa stia cambiando ovviamente c’è, dopodiché per arrivare in Europa League ci vorranno altri salti di qualità. Vorrei dire una cosa, forse, controcorrente: non ci tengo poi così tanto che il Toro vada in Europa League, ovviamente se ci andrà tanto di guadagnato, ma quello che credo sia giusto per gli sforzi della società, per la campagna acquisti è che si combatta fino all’ultima giornata, o giù di lì, per l’Europa League. Non vorrei che anche quest’anno a Natale o a Capodanno sia già tutto finito e che non si sappia come tirare avanti fino a giugno”.
Qual è il giocatore che finora le è piaciuto di più e quello che, invece, proprio l’ha delusa?
“Facile dire quello che mi ha deluso di più: Niang perché è costato tanti soldi e l’allenatore l’aveva voluto fortemente. Le sue qualità si erano intraviste nell’anno che aveva giocato nel Genoa, ma anche agli inizi nel Milan quando, mi ricordo, giocò una partita a Barcellona, e se non rammento male il Milan perse tre a uno, e lui aveva diciassette o diciotto anni e giocando da centravanti disputò una grande partita, anche se dopo una grandissima azione in contropiede, purtroppo, non riuscì a segnare il gol dell’uno a uno che avrebbe potuto cambiare la gara. Seguo da un po’ di tempo Niang e so che ha grandi qualità, ma fin qui oltre al fatto che le giocate non gli riescono ha quest’indolenza in campo che è piuttosto incomprensibile.
Di giocatori che mi sono piaciuti ce ne sono parecchi, Baselli per com’è rientrato dopo l’infortunio, mi piace ovviamente Rincon, Ansaldi, vedo bene Lyanco e anche N’Koulou. Quasi tutti i nuovi acquisti stanno facendo intravedere che sono molto bravi.

Ma quello che mi è piaciuto di più in assoluto in questo inizio di campionato è stato Ljajic perché se anche in alcune partite può essere sembrato non particolarmente brillante si vede che passo dopo passo sta diventando il leader di questa squadra. Un conto è Belotti che come centravanti è unico, ma Ljajic è molto cambiato perché torna a centrocampo a prendere palla, imposta, difficilmente spreca palloni e cosa straordinaria non cerca più, o solo di rado, le giocate ad effetto quando non servono. È un giocatore che sta davvero arrivando ad una maturità notevole. Per questo mi auguro che il ritorno al 4-3-3 non significhi esiliare Ljajic sulla sinistra, sarebbe un peccato perché sta diventando davvero un giocatore assolutamente indispensabile per il Torino”.
Lei ha fiducia in Mihajlovic?
“Abbiamo la stessa età, siamo entrambi del ‘69, e per questo mi è istintivamente simpatico e lo è per tutte le ragioni per le quali è antipatico agli altri: perché è serbo, perché ha l’orgoglio di difendere la sua Nazione e lo fa anche contro le evidenze della guerra della ex Jugoslavia avendo un grande orgoglio di sé e del suo paese. Ecco perché mi è straordinariamente simpatico. Qualche giorno fa l’ho visto in televisione dopo le polemiche su Anna Frank e Mihajlovic non ha avuto paura di dire di non aver letto il “Diario” di Anna Frank e poi ha chiesto se qualcuno conoscesse Ivo Andric e nessuno lo conosceva. Ivo Andric è l’autore di alcuni libri, Io ne ho letto solo uno “Il ponte sulla Drina”, che è anche il più famoso, ed è un libro straordinario. Quindi, Mihajlovic non può che essermi simpatico perché parla di Ivo Andric, che è il più importante scrittore della ex Jugoslavia. Detto tutto questo, secondo me, in quasi un anno e mezzo che è al Torino non è riuscito a dare il gioco che la rosa, che gli era ed è stata messa a disposizione, meritava. Mihajlovic ha sicuramente un Torino fortissimo e giocatori che altri allenatori prima di lui si potevano scordare. Noi tifosi ne abbiamo passate di tutti i colori e ne abbiamo visti di giocatori terribili negli ultimi venti-venticinque anni e adesso c’è una squadra che ha Ljajic, Belotti, Iago Falque, Niang, Rincon, Baselli. Ogni domenica leggo le formazioni del Torino e della Lazio e mi chiedo come sia possibile che la Lazio in classifica, sia l’anno scorso sia quest’anno, abbia più punti di noi. Ma ci sono veramente tutti questi punti di differenza tra il Torino e la Lazio? Quindi questo da un punto di vista tecnico condanna Mihajlovic. Io al posto di Cairo alla fine della scorsa stagione non avrei confermato l’allenatore, il presidente ha deciso diversamente e spero che alla fine di questo campionato non si debba parlare di due anni buttati visto che abbiamo un bomber formidabile com’é Belotti e pensare che resti anche per la prossima stagione mi sembra veramente un po' troppo, una vera utopia. L’ultimo allenatore prima di Mihajlovic che ha avuto una squadra così forte è stato Mondonico agli inizi degli anni ‘90, per la verità quel Torino era più forte, ma comunque una squadra così era dai tempi di Mondonico che non la si aveva al Torino e Ventura se l’è sognata, per non parlare dell’amico Camolese”.
Da tifoso, che cosa si aspetta da qui alla fine del girone d'andata dal Torino?
“Disputeremo alcune partite difficili perché finora abbiamo affrontato delle squadre più forti Juventus, Roma e Inter, quindi, restano ancora Napoli, Lazio e Milan e di conseguenza contro queste tre squadre mi aspetto che il Torino faccia delle grandi partite, com’é stata quella con l’Inter e che non sbagli le partite con le squadre alla portata, cosa che purtroppo è già successa in passato, anche nel recentissimo passato. Se alla fine del girone d’andata il Torino avrà fatto queste due cose che ho detto allora si potrà dare anche un’occhiata alla classifica in chiave Europa League. Ripeto, disputare grandi partite contro le grandi squadre, partite che possono anche terminare con una sconfitta, ma che il risultato seppur non positivo non farebbe cambiare il giudizio per come sono state ben giocate e non gettare via punti con le squadre alla portata, ma quello che conta è che Mihajlovic cerchi di restituire ai tifosi del Toro l’orgoglio che avevano ritrovato di essere tifosi di questa squadra negli anni di Ventura, quando il Toro era tornato in Serie A e a poco a poco era riuscito a qualificarsi per l’Europa League, a disputarla alla grande e a vincere un derby. Nessuno allora stava a disquisire se c’era un punto in più in meno in classifica perché tutti andavano allo stadio perché era bello veder giocare il Toro e c’era l'orgoglio di vedere in campo una squadra seria. Mi auguro proprio che Mihajlovic riesca in questo”.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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