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Lanus, il miracolo del barrio più pericoloso d'Argentina

di Andrea Losapio
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Prima Città del Messico, poi Rio de Janeiro. Terza, sul podio, Lanus. Non è la classifica dei posti più visitati dell'America Latina, bensì quella per gli angoli meno raccomandabili, tra denunce e delitti, povertà e pericolosità. Città appartenente alla Grande Baires, la cintura che circonda la capitale dell'Argentina, Lanus conta 212 mila abitanti. E, all'anno, oltre 22 mila cinquecento denunce, che di fatto impattano per una ogni poco più di nove persone presenti, senza pensare a quei delitti che non vengono resi pubblici per paura o per inerzia.

LA VITTORIA - La notizia odierna è ovviamente che il Lanus, la squadra del "barrio mas grande del mundo", ha raggiunto per la prima volta nella propria storia la finale di Copa Libertadores. Lo ha fatto in un modo rocambolesco, vincendo la prima partita arbitrata con l'ausilio del Var per il massimo torneo sudamericano, probabilmente depredando il River Plate del rigore decisivo. Da 0-2 a 4-2 in poco più di un tempo, rimontando anche il terzo gol in virtù dello 0-1 dell'andata firmato da Ignacio Scocco. Doppietta di Sand, il gol di Lautaro Acosta, il rigore di Alejandro Silva. Alle 3.10 ora italiana il sogno è diventato realtà come recita il Tweet di seguito.

LA STORIA - Nato nel 1915, con Federico Fiorini - evidentemente un italiano - come primo presidente, il Lanus gioca nella parte est della città fino al 1929, quando inaugura lo stadio della Fortaleza, lo stesso in cui disputa le gare casalinghe ora. Per diciotto anni, dal 1931 al 1949, rimane in Premier Division, prima di retrocedere in Primera Division B nel 1962. La sua epopea, fino al 2007, è quella della classica società argentina al di fuori dai distretti di La Plata - come Estudiantes o Gimnasia - o Avellaneda (Racing e Independiente) e quindi relegata ai margini di River e Boca. Poi nel 2007, appunto, la vittoria del Torneo di Apertura, il primo, a dare una nuova dimensione ai granata. Nel frattempo è arrivato il primo vessillo continentale - il Conmebol, trofeo inaugurato nel 1992 e soppresso nel 1999 - a cui va aggiunta la Sudamericana del 2013. L'anno scorso l'incredibile vittoria del campionato che, però, era "corto": solo 16 partite, con una finale dominata per 0-4 contro il San Lorenzo, al Vespucio Liberti, casa del River. Quando si dicono i casi della vita.

L'ALLENATORE - Jorge Almiron non ha avuto una grande carriera da calciatore. Atlas, Queretaro e Morelia, tra le altre, spendendo gran parte del proprio tempo in Messico. Nel 2014-15 veniva esonerato dall'Independiente, diventando - un anno dopo - il tecnico proprio del Lanus. Già tre titoli: campionato argentino, la Coppa del Bicentenario dell'Indipendenza (giocata tra una squadra sorteggiata dalla Federcalcio - il Racing de Avellaneda - e i campioni del 2016, il Lanus appunto) e la Supercoppa 2017. In poco più di una stagione ben tre trofei, la metà di quelli guadagnati in 102 anni di club, grazie a un gioco palla a terra e passaggi corti mirati a mantenere il possesso, senza buttar via il pallone. Una curiosità: nel 1997, anno della vittoria della Conmebol, il tecnico era Hector Cuper, che poi finì al Maiorca (Valencia, Inter, e via discorrendo).

I PERSONAGGI - Argentina, terra di scrittori in tema di calcio. Osvaldo Soriano, sì, ma anche Eduardo Sacheri. Entrambi accomunati dalla scelta di raccontare i gol, le virtù e pure i personaggi. Chi segna è José Sand, già presente quando TMC2 esalava gli ultimi respiri con il campionato argentina in differita il venerdì sera: un centravanti atipico perché incapace di segnare in qualsiasi altra società che non sia il Lanus, tra River Plate e Deportivo La Coruna, oppure Tigre, Racing de Avellaneda o Aldosivi (qui benino, 12 reti, ma la maggior parte in B): nella sua prima esperienza in Granate riuscì anche a raggiungere (per due partite) la nazionale. Anni trentasette, come capitan Maximiliano Velazquez, undici campionati e più di 400 presenze. E che dire di Lautaro Acosta, ex Siviglia, recentemente convocato da Jorge Sampaoli per la Seleccion? Rifiuta soldi e gloria pur di giocare nel Lanus, perché lì trova la felicità. Esteban Andrada invece doveva andare al Barcellona a fare il secondo, a 20 anni, di Victor Valdes: lo era di Monetti (chi?) a 26 anni, dopo essere stato in prestito all'Arsenal - ma di Sarandì. Solo un infortunio ai crociati del predetto Monetti gli ha aperto la strada della titolarità. Infine il numero 10, il Riquelme di Lanus, che però di cognome fa Martinez: niente paura, il nome è lo stesso, Roman, peccato abbia militato al massimo a Barcellona. All'Espanyol, ovviamente, anche se poteva essere quello di Guiyaquil. Ci gioca anche una vecchia conoscenza del calcio italiano: German Denis, anche se la parola "gioca" è ampiamente sopravvalutata.

IL PERCORSO IN LIBERTADORES - Sembrerebbe che la favola non possa mai finire, ma sappiamo tutti da dove è iniziata. Con una sconfitta con il Nacional di Montevideo, salvo poi passare dalla vittorie con Chapecoense e Zulia, brasiliani e colombiani. Tredici punti in sei gare e passaggio del turno contro i Strongest, squadra boliviana che non ha saputo tenere fede al proprio nome in questa occasione, e poi al derby contro il San Lorenzo: 0-2 all'andata, 2-0 al ritorno e rigori che danno il pass per la semifinale. Curioso leggere i rigoristi della squadra di Almagro, con Fernando Belluschi e Ruben Botta a segno entrambi. Poi, il River, appunto.

SIN GAS Y SIN LUZ - I tifosi argentini, lo sappiamo, sono tra i più colorati del mondo. Sono anche tra i più coloriti, nonché pericolosi. Così quasi tutte le curve avversarie, quando si parla dei tifosi Granate, cantano come come nel video più sotto. "No tienen gas, no tienen luz, son los villeros de Lanus". Questo per le Villas Miseria, le baraccopoli della Grande Buenos Aires, che nel distretto sono ben 31 e, ovviamente, incontrollabili, tra case di legno e grattacieli di pessima fattura. Peccato che i cori rappresentino benissimo il quadro, perché più di un episodio mortale sono successi poco tempo fa, a giugno, con un intero quartiere di Lanus rimasto senza luce e persone costrette a utilizzare le candele: così, senza la necessaria abitudine, questa condizione ha attirato anche degli incendi, con conseguenze pesanti. Sette morti, l'ultimo nel momento in cui un corteo dei "lavoratori esclusi" andava a protestare contro la Edesur, la rete elettrica di Buenos Aires. Trasformatori sovraccarichi e ovvi corti circuiti, ma anche una povertà generalizzata.

MAS PELIGROSO DE ARGENTINA - Insomma, Lanus si riscopre ogni anno sempre più abbandonata dallo stato, tanto che c'è chi si chiede come sia possibile che tutto questo succeda a soli 11 km dall'obelisco di Buenos Aires, simbolo della luce e dell'avvenire per l'Argentina, nel quartiere più illuminato del paese. C'è poi il pericolo di essere vittima di un omicidio da un momento all'altro, camminando per strada, perché "oramai uccidono per niente" a Valentin Alsina, uno dei dipartimenti di Lanus, oltre alle zone sud che rischiano di diventare un tetro labirinto. Tanto che pure i GPS alle volte avvertono i fruitori dell'attraversamento di una zona pericolosa. Di più, su Facebook la pagina "Lanus noticias" riporta di una persona, armata, che ha ucciso due poliziotti non più tardi di quindici ore fa, venendo fermato (giustiziandolo, ça va sans dire) dal terzo. Insomma, non il posticino per le prossime vacanze estive. Anche perché una chiamata alla polizia non raggiunge (quasi) mai l'obiettivo prefissato di far intervenire le forze dell'ordine.

Ciononostante, il sogno per una piccola parte di Argentina può diventare realtà. È lo splendore e la miseria di un paese dalle mille controversie, che permette ai tifosi del River Plate, ieri sera, di acquistare i biglietti della tribuna del Lanus. Con i supporter dell'altra squadra che però chiedono di dimostrare di essere del posto, oppure di avere con sé qualcosa che provasse la propria apparteneza all'hinchada. Altrimenti rimbalzati, come in discoteca. E come in discoteca, incidenti e persone finite all'ospedale, uno anche con trauma cranico. Bienvenido en Lanus.


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Lunedì 31 Dicembre 2018
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