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La Roma e le coppe europee: dieci anni di blackout, in cinque puntate

di Ivan Cardia
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il cuore non va oltre l'ostacolo, la Roma continua il suo rapporto sfortunato con le coppe europee. Non una novità, per i giallorossi, che negli ultimi anni in Italia sono riusciti a proporsi, in maniera più o meno continua, come una delle papabili anti-Juve, ma in Europa non riescono proprio a trovare una loro dimensione. Che sia accettabile per lo meno. Ripercorriamo, in cinque episodi, gli ultimi dieci anni di blackout romanisti in Europa.

10 aprile 2007 Manchester United-Roma 7-1
La madre di tutti i blackout giallorossi, almeno in tempi recenti. Quarti di finale di Champions League, all'andata i giallorossi hanno ottenuto un 2-1 casalingo contro i Red Devils di Cristiano Ronaldo e Wayne Rooney. In panchina c'è Luciano Spalletti. Ci si può sperare. L'Old Trafford spegne però subito le ambizioni di gloria dei capitolini: al 19' lo United è già sul 3-0, gol di Carrick, Rooney e Smith. A cavallo dell'intervallo arriva la doppietta di Cristiano Ronaldo, poi ancora Carrick e infine Evra regalano una serata da ricordare ai tifosi del teatro dei sogni. Nel mezzo, il gol bandiera di De Rossi, uno dei tre reduci di quella Roma con il tecnico e Francesco Totti. La Roma, per la cronaca, vincerà comunque la Coppa Italia, ma gli ultimi dieci anni di buio in Europa iniziano lì.

25 agosto 2011 Roma-Slovan Bratislava 1-1
Il copione di questa stagione, sei anni prima. Sesta in campionato, la Roma deve passare per i turni preliminari di Europa League, il sorteggio tutto sommato non è improbo, i commenti parlano di avversario abbordabile. In panchina, questa volta, c'è Luis Enrique. All'andata, in casa dello Slovan, le prime avvisaglie: finisce 1-0 per gli slovacchi. Al ritorno serve, già che in panchina c'è un catalano, la classica remuntada. È calcio d'agosto, ma è una partita che può essere già decisiva: l'Olimpico risponde presente, quasi 48 mila spettatori. Tra i tanti, Marek Hamsik per seguire i propri connazionali e Thomas DiBenedetto per seguire quella che non sarà per molto la sua società. L'inizio è convincente: al decimo di gioco Simone Perrotta, su corner di Totti, insacca e pareggia il computo complessivo. La Roma ha 80 minuti per segnare almeno un altro gol e passare il turno, invece si blocca: non riesce a raddoppiare, a inizio secondo tempo inizia a subire gli arrembanti avversari. Alla mezz'ora della ripresa Luis Enrique toglie Totti: l'Olimpico non capisce, fischia, si capisce che non è amore a prima vista. A otto minuti dalla fine, l'imponderabile: Stepanosky batte Stekelenburg. 1-1, passa lo Slovan.

21 ottobre 2014 Roma-Bayern 1-7
Ci risiamo. Lo spauracchio di quei sette gol torna a farsi sentire. In panchina c'è Rudi Garcia, siamo alla fase a gironi della Champions League. Gruppo tosto per i giallorossi, che partono bene: 5-1 col CSKA nella prima gara, pareggio a Manchester col City nella seconda, poi una sconfitta per 2-0 col Bayern in Germania. Al ritorno, alla Roma viene chiesto di dimostrare di poter competere ai massimi livelli. Invece la squadra scende in campo impaurita, si percepisce quasi subito che qualcosa non funziona: nonostante la formazione offensiva scelta dal tecnico francese, la chiesa resta al centro dell'area di rigore di De Sanctis. All'intervallo, è già goleada bavarese: 5-0 con doppietta di Robben, gol per Muller, Lewandowski e Gotze. La Roma va sul 5-1 con Gervinho nella ripresa, ma non ci crede mai, nel finale Ribery e Shaqiri mettono il sugello su un risultato purtroppo già conosciuto dal pubblico giallorosso. All'Olimpico, però, è un'onta difficile da lavare. È una sconfitta che ha degli esiti negativi, perché poi la Roma perderà in casa col City e pareggerà col CSKA, perdendo di fatto l'accesso al turno successivo.

23 agosto 2016 Roma-Porto 0-3
Siamo quasi alla cronaca. Preliminari di Champions League, stavolta il sorteggio è stato alquanto disgraziato. Ma può essere la prima prova del nove per una squadra che voglia dimostrare la propria consistenza. E che all'andata in Portogallo ha comunque strappato un buon 1-1. Al ritorno tutto è possibile, o almeno lo sarebbe. Peccato che i ragazzi di Spalletti, tornato nella Capitale, sbaglino tutto quello che si può sbagliare: all'ottavo il Porto è avanti con Felipe, al 40' la Roma è in dieci per l'espulsione di De Rossi. Al 51' è in nove, rosso anche per Emerson. Dal 73' al 75' Layun e Corona portano il Porto sul 3-0, ma la partita è già finita da un pezzo. È la fotografia del vorrei ma non posso della Roma, che sbaglia subito la partita da non sbagliare.

9 marzo 2017 Lione-Roma 4-2
Lasciamo perdere la serata di ieri. La Roma ci ha provato, ha tirato tanto, ha fatto cose buone e altre sbagliate. Ma forse era tutto già deciso: non dal risultato di Lione, che era brutto ma non pessimo. Era tutto già deciso dalla ripresa: la Roma aveva chiuso il primo tempo in vantaggio per 2-1, rimontando l'iniziale gol di Diakhaby, sempre lui. Poi, il blackout: il Lione pareggia al rientro degli spogliatoi, nel finale dilaga sul 4-2. C'è tutta la Roma, in quei 45 minuti: poca convinzione nei propri mezzi, tante disattenzioni e amnesie. C'è un rapporto con l'Europa che più complicato non poteva essere, un'occasione sprecata: viste le squadre ai quarti di finale, la Roma ha perso una grande occasione. Dieci anni fa, perdeva 7-1 col Manchester perché la sproporzione tecnica era evidente. Oggi, sarebbe più forte, forse anche al livello dei Red Devils. Ma non ci crede.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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