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Juve, in difesa del Pipita: bomber a orologeria in cerca di riscatto

di Marco Spadavecchia
Dall'inviato a Torino
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Se invece di sfiorare il pallone, Higuain, avesse raccolto il cross di Cuadrado appena qualche centimetro più il là - tanto da dare a molti, mercoledì tra spalti dello Stadium, l’impressione che fosse suo il gol del vantaggio contro i viola - Mandzukic avrebbe certamente una rete in meno, sì, ma il Pipita qualche certezza in più. Non si parlerebbe dell’argentino come di un problema ma come di una soluzione, finalmente, trovata e ritrovata. Di un giocatore, nell’occasione, bravo a materializzarsi sul palo di Sportiello e capace di restare nell’ombra per sfruttare l’unica vera occasione concessa da una solidissima Fiorentina. All’indomani, la difesa di Chiellini (“Higuain non è problema, a fine campionato è sempre tra i migliori”) suonerebbe stonata come la campana di una frangia più o meno vasta che, nel Pipita, vede oggi l’ingranaggio incantato di una Juve che fatica a incantare come un tempo.

QUESTIONE DI CENTIMETRI - Senza scordare che un gol sfiorato non è un gol, e del senno di poi son piene le fosse - qualcuno disse - la “questione di centimetri” - che ha sempre il suo appeal, soprattutto in tempi di Var - può chiarire quanto l’inversione di tendenza del Pipita possa essere vicina. Al netto di un digiuno sotto porta che, per Gonzalo, si manifesta per la terza gara consecutiva tra campionato e Champions.

DIGIUNO INTERMITTENTE - L’Higuain di oggi non è certamente l'uomo in più di Massimiliano Allegri, né tantomeno il suo problema. A metterla dentro, per ora, ci ha pensato Dybala: come lui nessuno mai in bianconero prima del match contro i viola (8 reti in 4 gare di campionato). Mentre il ruolino del Pipita recita 2 gol e un assist (proprio per la Joya, al Ferraris) in 5 gare. A parti invertite, lo scorso autunno a segnare ci pensò Higuain, e al centro delle polemiche gravitava l’annosa questione sul ruolo dell’ex numero 21, troppo indietro e troppo lontano dalla porta. Da febbraio, poi, le parti si invertirono, con il numero 9 a secco per cinque turni e il connazionale tornato brillante in area, completamente recuperato dall’infortunio di fine ottobre. Stando solo al campionato, la stagione dell’ex Napoli si chiuse con 24 reti; appena 11 per il 23enne di Laguna Larga, che rischia di superarsi da qui a breve.

BOMBER A OROLOGERIA - Questo per dire che: Higuain e Dybala hanno dimostrato, con reti e giocate, di essere due bomber fin troppo complementari. Al momento di crisi di uno, è quasi sempre corrisposta, puntualmente, l’esaltazione dell'altro. Tutti e due in palla, poi, insieme hanno fatto scintille. Da Gonzalo, come da Paulo, ci si aspetta sempre qualcosa in più: una giocata illuminante, un gol risolutivo o, comunque, una prova di spessore. Un momento no, una condizione fisica rivedibile e qualche nervosismo di troppo, però, non possono e non devono ridimensionare la figura di un bomber di assoluto livello, quale Higuain. La vita di un attaccante può cambiare velocemente; soprattutto quella di un bomber a orologeria, che ha sempre segnato e presto tornerà a buttarla dentro. Magari prestissimo: il derby della Mole è alle porte. E contro i granata il Pipita non si è mai risparmiato, come l’anno scorso: puntualissimo, sia all’andata sia al ritorno.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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