Hamsik verso la storia, all'Olimpico per un triplice obiettivo
Non sarà una gara come le altre per Marek Hamsik, capitano del Napoli che guiderà la squadra per cui gioca da ormai dieci anni all'Olimpico contro la Lazio. La sfida di questa sera ha un grande valore per il numero 17 ma non solo, perché la formazione di Maurizio Sarri vuole continuare la corsa al secondo posto che la Roma, però, non ha intenzione di mollare. Molto, se non tutto, dipende proprio dal Napoli. Perché i giallorossi proveranno a tenersi in gioco per la corsa scudetto.
Intanto il Napoli è costretto a fare bottino pieno, ma non sarà facile contro i biancocelesti di Simone Inzaghi. Il quale, nelle ultime ore, ha ammesso di nutrire una certa stima per il Capitano del Napoli. Calciatore universale e ormai imprescindibile per la manovra partenopea, sempre più vicino a entrare definitivamente nella storia del club del presidente Aurelio De Laurentiis. Marekiaro ha infatti segnato 112 gol - anche se alcune testate riportano 114 reti a causa di qualche autogol 'dubbio' su conclusione di Hamsik - con la casacca del Napoli, ormai sua seconda pelle dopo aver rifiutato le tante offerte arrivate al suo agente nel corso di questi anni. Intanto il numero 17, reduce da due gol in tre giorni alla Juventus, vuole trascinare la formazione di Sarri ai tre punti all'Olimpico. Ma non solo, perché vuole avvicinare e superare il record del club azzurro in termini di reti (115) di Diego Armando Maradona e tenere il Napoli sulla scia della Roma.
Ma, soprattutto, per allontanare la Lazio e blindare il terzo posto. Utile per il playoff Champions, competizione fondamentale per la crescita del Napoli in termini tecnici e societari. Hamsik è ormai una bandiera del nostro calcio, il record che appartiene al Pibe de oro diventerà a breve di sua proprietà e anche la dirigenza è pronta a premiare l'ex Brescia. Un contratto a vita non basta, un ruolo in società al termine della carriera può fare al caso di Marekiaro. Capace di dire no a Milan e Juventus nel corso degli ultimi anni per restare fedele al pubblico che lo ha eletto proprio idolo, a differenza di qualche elemento che - in questi anni - non ha creduto nella possibilità di riportare Napoli al vertice del calcio italiano.