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Graziani: "Il campionato del Toro è finito a dicembre"

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
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© foto di tv

Francesco Graziani è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Graziani ha indossato la maglia granata dal 1973 al 1981, terminata l’attività agonistica è diventato allenatore e attualmente è opinionista in trasmissioni sul calcio. Con lui abbiamo parlato del mercato del Torino e delle prospettive per la parte finale della stagione.
Come giudica il mercato del Torino?
“Doveva riparare qualche cosa? Non credo. Io credo che tra Mihajlovic e la proprietà ci sia un ottimo rapporto e con Petrachi avranno deciso ciò che serviva e ciò che non serviva, se serviva un difensore diverso da Carlão l’avrebbero preso. Tanto per capirci c’era Ranocchia disponibile, ad esempio, e per sei mesi poteva essere un giocatore appetibile per il Toro, ma se non hanno preso nessuno oltre a Carlão vuole dire che ritengono che non ce ne fosse bisogno”.
Il Torino a inizio stagione aveva come obiettivo lottare per l’Europa League, ma nelle ultime otto giornate ha conquistato solo sei punti. Non sarebbero serviti maggiori rinforzi oltre a Iturbe, Carlão e il giovane Remacle che starà fra la Primavera e la prima squadra?
“Appunto, il Toro era partito molto bene, ma negli ultimi due mesi è incappato in una serie di situazioni negative, pur facendo in alcuni momenti buone prestazioni, però, senza portare a casa grandi risultati e più volte uscendo sconfitto. Questo ne ha pregiudicato sicuramente la classifica, infatti, se confrontiamo la graduatoria del Toro di due mesi fa e quella attuale si capisce che qualche cosa non quadra più. Purtroppo negli ultimi tempi la squadra non è riuscita più a ottenere buoni risultati e c’è da aggiungere che da inizio campionato il ruolino di marcia fuori casa è stato negativo, su trentatré punti in palio ne ha conquistati solo nove, mentre in casa ha fatto molto meglio (ha ottenuto ventidue su trentatré punti, ndr). Significa che il Toro sta disputando due campionati: in quello in casa va bene, in quello in trasferta male. E’ chiaro che fuori casa il piatto piange, ma non so se per il mercato di gennaio Mihajlovic avesse insistito con la società per avere giocatori diversi da quelli che non gli hanno preso, ma comunque tra il dire e il fare c’è anche di mezzo la disponibilità della società e se i dirigenti hanno ritenuto che la rosa fosse completa significa che hanno preferito rimanere com’erano piuttosto che fare una spesa importante. Mi sembra che la squadra sia buona peccato, però, che negli ultimi due mesi è incappata in una serie di situazioni decisamente negative e la classifica ne ha risentito.

Come dicevo prima, due mesi fa eravamo tutti stra-felici della classifica del Toro per la posizione che occupava e per la prospettiva futura, oggi, invece, non è più così perché nelle ultime otto partite ha vinto una volta sola”.
Allora non resta che accettare il ridimensionamento degli obiettivi e al più sperare, come vorrebbe Mihajlovic, che la squadra nel girone di ritorno provi a fare più dei ventinove punti dell’andata?
“C’è da sottolineare un altro aspetto, il Torino oltre ad aver conquistato un punto in meno rispetto alle prime tre partite del girone d’andata si ritrova a una discreta distanza dall’ottavo posto perché ieri sera la Fiorentina nel recupero ha battuto il Pescara ed ha sei punti in più. Se la prossima settimana il Milan nel suo recupero batterà il Bologna il ritardo dalle posizioni ancora utili per lottare per l’Europa League aumenterà ancora. C’è una spaccatura tra la Fiorentina e il Toro che è notevole, quindi pensare di poter raggiungere l’Europa League sa di miraggio, anche se il Toro facesse un girone di ritorno straordinario. La Lazio che è quinta ha quaranta punti e l’Atalanta che è sesta ne ha trentanove di conseguenza recuperare tutti questi punti in sedici giornate mi sembra quasi impossibile. L’obiettivo dell’Europa League non è più alla portata del Toro”.
Disputare sedici partite senza obiettivi è poco allettante.
“Questo è il destino di questo campionato perché ci sono diverse squadre nella stessa situazione del Toro, Udinese, Chievo, Bologna, Sampdoria, Cagliari, Genoa, Sassuolo e forse anche l’Empoli. Non so se questo sarà un vantaggio per fare giocare dei giovani o per sperimentare soluzioni in campo differenti in prospettiva futura, ma è chiaro che la frattura che c’è fra le ultime tre e le prime otto relega le altre otto-nove squadre in un campionato anonimo. Magari le squadre che non hanno obiettivi e stimoli si divertiranno pure, un po’ meno i tifosi perché non so quanto interesse ci potrà essere attorno a queste formazioni, ma la colpa è delle squadre che non hanno saputo fare meglio prima. Se il Milan dovesse perdere nel recupero con il Bologna e altre squadre ora davanti dovessero fare passi falsi e il Torino ritrovare la giusta marcia allora il campionato sarebbe meno anonimo per il Toro e magari i giochi per l’Europa League si riaprirebbero, anche se adesso non mi sembra possibile. La Fiorentina insieme al Milan e all’Atalanta può ancora sperare di accaparrarsi un posto in Europa League le altre stanno a guardare la televisione e il Toro potrebbe essere una di queste. Se poi al Torino a livello societario sono contenti oppure no non lo so, ma ripeto, purtroppo, il campionato del Toro si è fermato a due mesi fa, fino ad allora eravamo straordinariamente felici perché avevamo un’ottima classifica, anche in prospettiva Europa League, mente adesso mi sembra che tutto sia diventato molto più difficile”.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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