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ESCLUSIVA TMW - Stella Rossa, Boakye è rinato: "Ora lavoro di più. Tornerei in A"

di Dimitri Conti
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© foto di Federico De Luca

Ha trovato l'equilibrio, Richmond Boakye. Dopo un lungo girovagare, l'ancor giovane punta ghanese, 25 anni il gennaio prossimo, è diventato il punto di riferimento della Stella Rossa, dove è rinato. In Serbia 33 gol segnati in 43 partite dal suo arrivo a gennaio e un record niente male: è il miglior marcatore straniero nella storia del club. Domenica scorsa poi ha rifilato un poker al Rad, nella partita vinta 6-1 dai suoi. "Come prima cosa devo ringraziare Dio per avermi dato la forza e per tutto quello che mi sta succedendo", esordisce nell'intervista esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb:

Stai segnando tantissimi gol a Belgrado. Com'è avvenuta questa rinascita?
"Quando sono venuto qui mi sono messo in testa di fare cose che prima non facevo. In Italia mi divertivo troppo la sera, dopo gli allenamenti. Ero molto giovane. Molte squadre dove sono stato però non avevano fiducia nei loro ragazzi. Con la continuità sono arrivati i risultati, e adesso sto mettendo tutto me stesso. Ringrazio la società per aver creduto in me. Quando mi hanno chiamato mi hanno detto: "Tu giocherai sempre". Se sei un attaccante e giochi in una squadra che spinge spesso in avanti è un bene: anche a Sassuolo era così. Qui attacchiamo sempre".

Allora facciamo una piccola parentesi. A Sassuolo c'era Di Francesco. Ha fatto un bel salto...
"Io lo sapevo e lo dissi. Quando lo chiamerà una grande squadra farà benissimo. Lui ti mette in condizione di giocare nel modo che preferisci per segnare. La sua tattica è incredibile".

Che ricordi hai della Serie A e dell'Italia?
"La seguo ancora e seguo la mia squadra, che è la Juve. In generale però tutte le squadre in cui sono stato mi hanno cresciuto e sempre voluto bene. Per la gente di Genova e dell'Atalanta sono stato come un figlio. Le cose che ho imparato in Italia, con tanti bravissimi allenatori, mi sono servite anche qua. Se l'Italia mi chiama sono pronto a tornare".

Torniamo al presente. Che si chiama Stella Rossa e, per la prima volta, anche Europa League.
"Ci servirà la benedizione di Dio. Non è altro che una conferma che la fortuna mi accompagna: finora non mi era mai capitato di giocare questa coppa. Noi siamo fiduciosi, ogni volta provo a dimenticarmi quello che ho fatto prima per dare il 120%".

In campionato invece?
"Per ora siamo primi. Siamo avanti rispetto al Partizan ma ancora è lunga e finché non avremo la sicurezza, o la coppa nelle mani, non voglio sbilanciarmi. Però ci crediamo".

Buttando invece un occhio a un possibile futuro: si dice che sulle tue tracce ci sia il Chelsea di Conte...
"Ci sono tante voci. Finché non firmi un contratto nulla è vero. Conte mi volle e mi comprò alla Juve dal Sassuolo: per me ha rappresentato un grande allenatore e lo ringrazierò sempre. Ricordo che quando fui mandato in prestito all'Elche, perché non c'era spazio per me, lui mi chiamò per caricarmi e ricordarmi che avevo le qualità. Per un ragazzo di 19 anni è una grandissima soddisfazione. Se mi vuole, sono felicissimo di ritrovarlo".

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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