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ESCLUSIVA TMW - Rampulla: "Cina intrigante, errore rifiutarla. Quel gol 25 anni fa..."

di Gaetano Mocciaro
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© foto di Castellani/FDL71

Il 23 febbraio 1992 la Serie A assiste a un evento mai visto prima, ossia il gol di un portiere: Michelangelo Rampulla, all'epoca alla Cremonese, segna di testa il gol che regala ai grigiorossi un insperato pari contro l'Atalanta. Sono passati 25 anni esatti da allora e quella rete si rivelò decisiva per la carriera di Rampulla. Da lì il passaggio alla Juventus, l'incontro con Marcello Lippi e un rapporto ancora duraturo: oggi infatti è nello staff dell'attuale commissario tecnico della Cina. Ai microfoni di Tuttomercatoweb ci racconta di quel pomeriggio di Bergamo e della sua nuova vita in Asia:

Michelangelo Rampulla, 25 anni fa il tuo gol storico. Che ricordi hai?
"Sicuramente ha cambiato qualcosa nella mia carriera, visto che ero stato il primo in Italia ad aver compiuto questa 'pazzia', nata da esigenza di risultati. Del resto se un portiere va nell'area avversaria è perché la situazione è disperata. Quel gol fu una gioia immensa ed effettivamente mi ha dato una grandissima cassa di risonanza. Avevo fatto tutta la trafila nelle nazionali giovanili, ero nell'Under 21 di Azeglio Vicini e avevo alle spalle 12-13 campionati di Serie A e Serie B. Eppure ci volle quel gol a farmi conoscere a molti. Quella rete ha fatto sì che la gente si interessasse poi a vedere il Rampulla portiere".

Una rete che non servì a salvare la Cremonese. Ma a fine anno arriva la chiamata della Juventus
"Nonostante non mi proponessero un ruolo da titolare ero felice di andarci. Alla fine ho passato 18 anni alla Juventus, giocando più di 100 partite e facendo la trafila di allenatore, dirigente, responsabile delle giovanili con Ciro Ferrara".

Con la Juventus l'incontro con Lippi. E un rapporto che dura tutt'ora
"L'ho seguito in Cina, dove dal 2012 al 2015 abbiamo vinto tutto col Guangzhou Evergrande. L'obiettivo era non tanto vincere il campionato cinese quanto imporci a livello asiatico. E ci siamo riusciti, vincendo la Champions League e giocando il Mondiale per Club. Adesso abbiamo accettato questa nuova sfida ancor più difficile e affascinante con l'intento di portare il movimento calcistico cinese ad essere riconosciuto a livello mondiale".

Rispetto alla prima parentesi cinese che livello hai trovato adesso?
"Il materiale è molto buono. I portieri cinesi mi hanno sorpreso. C'è da migliorare la tecnica ma c'è la possibilità di migliorarsi e bisogna cercare di farlo. Strutturalmente direi che sono molto forti, il livello è medio-alto e il fatto che sia vietato acquistare portieri stranieri ci dà una mano a dar la possibilità ai portieri cinesi di crescere. In senso assoluto l'arrivo di Lippi ha fatto da apripista ad altri allenatori prestigiosi che hanno portato in Cina la loro esperienza, migliorando il livello del calcio cinese".

Dall'altra parte portare un portiere magari come Buffon in Cina ispirerebbe i bambini cinesi a scegliere questo ruolo
"Anche questo è vero, del resto ognuno è cresciuto con un modello. Io ad esempio mi sono appassionato al ruolo grazie a Dino Zoff. Ma se negli altri ruoli possono giocare sia cinesi che stranieri per il portiere c'è solo un posto. Circa i modelli da seguire grazie alla tecnologia ci si può appassionare ai portieri anche grazie alla tv. In Cina del resto si guarda tanto calcio internazionale".

L'Italia e l'Europa guardano con paura al mercato cinese. Com'è invece vivere la situazione proprio da dentro?
"Tutte le società cercano di comprare giocatori nel pieno della propria carriera. A livello economico hanno grossa disponibilità e possono comprare chiunque. Fanno sul serio, vogliono prendere i migliori giocatori nel pieno della carriera e non a fine carriera. Parallelamente stanno avviando un massiccio investimento sui settori giovanili. All'inizio della mia esperienza cinese c'erano pochissime società che si impegnavano nel settore giovanile, ora ce ne sono tante. Il governo investe portando il calcio nelle scuole".

Avete accettato la nazionale cinese in un momento non facile: la squadra è con un piede fuori dai Mondiali di Russia
"Sfida difficilissima, cercheremo di fare il possibile, almeno cercare di arrivare agli spareggi. Il nostro dovere è provarci".

Venendo alla stretta attualità Carlos Bacca è l'ultimo di una lunga serie di giocatori che ha rifiutato il trasferimento in Cina. Giusto che ci sia tutto questo scetticismo?
"In Cina si vive bene, le grandi città poi sono molto belle. Shanghai per esempio è una delle città più belle al mondo. Queste realtà, come anche Pechino o Guangzhou possono essere paragonate a New York per il loro essere internazionali. La lingua è un piccolo problema ma le nuove generazioni parlano inglese. Il cibo è buono e in ogni caso ci sono anche ristoranti italiani. Posso capire che la Chinese Super League non abbia l'appeal della Serie A o di Liga, Bundesliga o Premier League ma è un campionato che si sta facendo e si respira una bella atmosfera, con stadi sempre pieni. Il mercato cinese è in espansione e poi la Champions League asiatica ha un fascino incredibile, perché ti permette di esplorare il continente asiatico passando per posti come l'Uzbekistan, la Thailandia, il Giappone, Dubai, l'Arabia Saudita. Magari se giochi in una big d'Europa può essere comprensibile rifiutare la Cina ma rifiutarla a priori credo sia sbagliato".

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