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ESCLUSIVA TMW - Pizarro: "Italia, tornerò presto. Ma ora voglio vincere in Cile"

di Giacomo Iacobellis
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Quella fra David Marcelo Pizarro Cortés e l'Italia è una storia d'amore che sboccia nel lontano 1999, quando l'Udinese si assicura un giovane e promettente trequartista di Valparaíso (Cile). Ennesima scommessa vinta dallo scouting dei friulani e alba di una lunga e radiosa carriera in Serie A con le maglie di Udinese, Inter, Roma e Fiorentina, senza dimenticare la breve parentesi in Premier col Manchester City del 2012. Dopo 16 anni in Italia, la scorsa stagione Pizarro è tornato a casa e, archiviata un'annata complicata tra le fila dei Santiago Wanderers, il club che l’aveva lanciato tanti anni fa, oggi ha ritrovato sorriso e consapevolezza con la maglia dell'Universidad de Chile. TuttoMercatoWeb.com lo ha raggiunto in esclusiva per una chiacchierata a 360°, tra passato, presente e un futuro che potrebbe essere di nuovo nel nostro Paese.

Pizarro, innanzitutto come sta? Come vanno le cose all'Universidad de Chile?
"Molto bene grazie. Nella U sono tornato finalmente a divertirmi, e sul campo si nota. E' una squadra storica e importante del campionato cileno, sono davvero felice".

Settimana speciale, tra l'altro, visto che sabato ci sarà il sentitissimo derby col Colo Colo di Jaime Valdés.
"Sì, la stagione è iniziata bene e questa è una settimana importantissima per noi. Ci teniamo molto a regalare la vittoria contro il Colo Colo ai nostri tifosi, a Santiago c’è già grande agitazione in vista del derby".

Da Firenze a casa, Valparaíso. Com'è stato tornare in Cile dopo così tanto tempo nell’estate 2015?
"Bello, ma allo stesso tempo molto difficile. La mia famiglia si era abituata alla vita in Italia e tutto all'improvviso è cambiato. Nei primi mesi è stata dura e, considerando anche lo scarso minutaggio che ho avuto ai Santiago Wanderers, non ho dubbi nel dire che il 2016 è stato il mio anno peggiore da calciatore".

Non a caso, si era parlato della possibilità di rivederla nel nostro campionato sia la scorsa estate che a gennaio. E’ stato vicino al ritorno?
"Sì, c'erano alcune squadre interessate, come ad esempio il Pescara, e mi sarebbe davvero piaciuto. L'Italia è la mia seconda casa e rappresenta tantissimo per me. Sono stato vicino al ritorno".

A proposito, nei prossimi giorni potrebbe finalmente diventare cittadino italiano.
"E' vero, non vedo l'ora. Presto sarò uno di voi a tutti gli effetti (ride, ndr). E' un peccato diventare comunitario soltanto adesso, se i tempi fossero stati più brevi oggi magari sarei in Serie A".

Se non da calciatore, almeno da turista in Italia ha comunque avuto modo di tornare già lo scorso gennaio. Com'è stato?
"Emozionante sia per me che per la mia famiglia. Ho incontrato tanti amici, a Roma come a Firenze, e mi sono divertito. Un gran bel salto nel passato".

Un arrivederci a quando?
"Spero presto. Voglio tornare in Italia prima o poi, da calciatore o a fine carriera. Ho già deciso infatti che, una volta appesi gli scarpini al chiodo, seguirò il corso a Coverciano per diventare allenatore".

L’esperienza non le manca, anche perché in questi anni ha avuto modo di imparare da allenatori di grande spessore: da Ventura a Spalletti, passando per Mancini, fino a Montella. Qual è quello che ha influito di più sulla sua crescita?
"Senza dubbio Spalletti. L'ho avuto a Udine e a Roma e con lui sono migliorato tantissimo. Secondo me, Spalletti non è inferiore a nessuno degli allenatori top in Europa".

Stagione turbolenta per il suo ex tecnico e la Roma. Cosa pensa delle continue voci su un futuro lontano dalla capitale?
"Conosco bene Spalletti, così come la piazza. Roma è così, se esci dalla Coppa o perdi il derby piovono le critiche, ma la stagione è stata tutto sommato positiva e Spalletti meriterebbe di essere confermato da qualsiasi squadra".

In passato ha consigliato alla Roma l’acquisto di Verratti, è lui il nuovo Pizarro?
“E’ un ottimo centrocampista, in alcuni aspetti siamo simili. Mi piace molto e sarà un’estate bollente per il suo futuro, nonostante la sua valutazione di mercato sia molto alta. Chi prende Verratti fa certamente un affare. E’ destinato ad avere un ruolo chiave anche nella Nazionale di Ventura, ct che stimo tantissimo e che sta costruendo un progetto interessante”.

Di partite importanti e decisive ne ha affrontate tante in carriera. Ce n'è una che vorrebbe rigiocare?
"Assolutamente sì. Rigiocherei subito quello sciagurato Roma-Sampdoria del 2010 e la doppia semifinale di Europa League tra Fiorentina e Siviglia del 2015. Non aver vinto lo Scudetto con la Roma quell'anno e non essere arrivato in finale coi viola sono stati i momenti più deludenti della mia carriera"

Se le chiedo invece il momento più felice, cosa le viene in mente?
"La vittoria della Coppa America del 2015. Il Cile non aveva mai vinto nulla e ho provato quindi emozioni indescrivibili. Il calcio cileno si è sviluppato a dismisura negli ultimi anni, anche grazie a quell'impresa".

A 37 anni, spera ancora in una nuova chiamata da parte della Roja?
"Ci spero, sono sincero. Sono una persona molto autocritica e, se ci credo ancora, è perché so che potrei essere d’aiuto. Mi auguro di ritrovare la Nazionale, perché con la U sono tornato a giocare con continuità e, cosa più importante, a divertirmi".

Vincere con la U, ritrovare la Nazionale e tornare in Italia, sono questi gli obiettivi del Pek?
"Esatto. Per ora la Serie A me la guardo in televisione, perché prima di tutto voglio vincere con la U e vestire di nuovo la maglia del Cile. Poi tornerò in Italia, questo è sicuro”.

Guarda le foto di TMW di David Pizarro con la maglia dell'Universidad de Chile

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