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ESCLUSIVA TMW - Emmausso: "A Siena per il blasone del club"

di Stefano Sica
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© foto di Federico De Luca

Napoli, terra di talenti che a volte devono emigrare altrove per ritagliarsi gioie e soddisfazioni. Nel Siena di mister Michele Mignani milita Michele Emmausso, attaccante classe '97 che pochi giorni fa è approdato in bianconero in prestito dal Genoa. Un'annata strepitosa con la Boys Caivanese in Eccellenza (15 reti messe a segno alternandosi da esterno e punta centrale nello scacchiere di Ciro Amorosetti), tenuto a battesimo da mostri sacri del calcio campano e non, come Giuseppe Gelotto, Giuseppe Ciccarelli e l'ex Chievo Alfredo Cariello. Quindi il passaggio al Genoa, che a gennaiò lo girò al Taranto con cui pure è riuscito a ritagliarsi uno spazio apprezzabile siglando due gol (a Messina e Francavilla) in 11 presenze. Ora una nuova ed ambiziosa scommessa con la Robur.

Perché Siena?
"Innanzitutto devo dire che l'interessamento iniziale della Carrarese mi ha fatto molto piacere. Mi hanno cercato a lungo ma alla fine sono stato convinto dal progetto ambizioso del Siena, che tra l'altro è una società blasonata che rappresenta una piazza importante e dal grande passato".

Come è stato l'approccio col gruppo?
"Mi sono trovato subito bene. Mi hanno accolto come fossi già uno di loro e da parte dei più esperti c'è stata immediatamente grande disponibilità verso noi giovani".

Cosa ti porti dentro dell'esperienza di Taranto?
"Nelle difficoltà si cresce. Intanto devo dire che i sei mesi al Genoa e i successivi a Taranto sono stati per me molto formativi anche dal punto di vista tecnico. A Taranto è indubbio che la squadra sia mentalmente calata dopo la sconfitta di Messina, gli episodi che conosciamo e l'addio di alcuni big. E credo che in campo si vedesse. Il gruppo aveva dei buoni valori tecnici e poteva salvarsi tranquillamente. Ma forse era venuto a mancare l'entusiasmo giusto per provarci".

Come si sono evolute le tue caratteristiche tecniche in questi mesi?
"Io so adattarmi un po' in tutti i ruoli davanti. Posso fare l'esterno ma anche la prima o la seconda punta. In questi anni ho provato tutto. Anche a Caivano, nelle prime partite, sono stato impiegato come attaccante centrale. A mister Mignani piace giocare col trequartista e le due punte. Tre ruoli che posso interpretare senza problemi".

Dovrai ringraziare probabilmente in tanti per questo tuo percorso. Ma a chi ti senti più grato?
"Chi in ambito calcistico mi ha seguito negli anni standomi sempre accanto, è mister Paolo Anastasio. Ha sempre creduto in me e lo fa ancora. Gli devo tantissimo e gli voglio bene perché per me è un autentico punto di riferimento. Ma anche Vincenzo Pisacane e Luigi Matrecano mi hanno sempre trattato come un figlio".

Caivano ha rappresentato un po' il tuo trampolino di lancio. E avete mancato la promozione in D sul più bello con la partita-no contro il San Giorgio...
"Probabilmente influì la defezione di Giuseppe Gelotto che per noi era un elemento importante oltre che un uomo spogliatoio. La sua mancanza si sentiva e credo che il gruppo ne fosse uscito un po' destabilizzato".

Forse c'è qualcuno a cui dedicherai i tuoi futuri successi...
"Mia madre, che purtroppo non ho più. Mi ha sempre incoraggiato in ogni momento della mia vita. Ho iniziato quest'ennesimo capitolo del mio percorso calcistico sapendo sempre che lei mi segue ed è la mia forza".

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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