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ESCLUSIVA TMW - Darío Franco: "Dybala unico come Messi, vincerà il Pallone d'Oro"

di Giacomo Iacobellis
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È la settimana di Paulo Dybala. Prima lo show col Chievo Verona, poi la storica doppietta in Champions contro il Barcellona e, infine, il tanto atteso rinnovo con la Juventus fino al 2022. Gol, umiltà e numeri da prestigiatore, a soli 23 anni La Joya è già finita sul taccuino delle big di mezza Europa. La parabola del "nuovo Messi" inizia però da molto lontano e TuttoMercatoWeb.com ha intervistato in esclusiva proprio l’allenatore che nel 2011 lo lanciò tra i professionisti, Darío Franco, oggi alla guida dell’Aldosivi in Argentina.

Franco, settimana da incorniciare per Paulo Dybala. È sorpreso?
"No, affatto. Paulo è un campione vero, non ho mai avuto dubbi sulle sue qualità".

È stato proprio lei a lanciarlo tra i professionisti quando allenava l’Instituto de Córdoba. Come si accorse di lui?
"Organizzammo uno stage coi ragazzi delle giovanili, perché la dirigenza voleva aggregare alla prima squadra qualche promessa di belle speranze. Dybala era arrivato all'Instituto da bambino e all'epoca aveva 17 anni. Ho ancora negli occhi e nella mente la sua prima partita, ci stupì tutti. Oltre a doti tecniche fuori dal normale, Paulo mostrava infatti una personalità e una tranquillità da veterano".

Un "provino" talmente convincente che presto arrivò pure il debutto in prima squadra.
"Esatto. Quell'anno eravamo in Primera B Nacional e la nostra priorità era l’acquisto di un attaccante centrale. Decidemmo di puntare su Miguel Fernández, goleador del San Martín de Tucumán, ma si dà il caso che il nuovo arrivato non potesse giocare la prima partita di campionato a causa di una precedente squalifica. Ero rimasto colpito da Dybala e il 13 agosto 2011, in occasione di Instituto-Huracán, decisi dunque di lanciarlo titolare al centro dell'attacco. Paulo fece talmente bene che nella gara successiva contro l’Aldosivi lo confermai dal 1’ e lui mi ripagò segnando il suo primo gol tra i professionisti".

Eppure, nonostante sia arrivata la fama, Dybala sembra sempre il solito "pibe de la pensión".
"È vero. Da adolescente Paulo perse il padre e andò a vivere nella pensione del club. Oggi sembra proprio il ragazzo di allora: testa sulle spalle, semplicità e ambizione. Il suo carattere gli ha consentito di bruciare le tappe in carriera, prima in Argentina e poi in Italia. La fama non l’ha certo cambiato".

La fama, appunto. C’è già chi lo definisce il "nuovo Messi". Lei che dice?
"Lui è Paulo Dybala e ha le sue caratteristiche di gioco. Sta vivendo un gran momento, lo dimostrano i suoi gol e le sue giocate. È uno dei migliori calciatori del mondo. Credo però che, come c'è stato un solo Maradona, ci sarà anche un solo Messi. Magari fra qualche anno Dybala sarà l’unico Dybala del nostro calcio, il top player della sua epoca".

Difficilmente il rinnovo con la Juventus basterà a mettere a tacere i rumors sul suo futuro. A cosa può ambire Paulo Dybala secondo lei?
"Dybala potrebbe giocare in qualsiasi squadra d'Europa. È un grandissimo giocatore e, cosa ancora più importante, ha una straordinaria umiltà. Oggi mi sembra felice alla Juventus, ma ovunque vada potrà sempre fare la differenza".

Il Pallone d’Oro rientra di diritto tra i suoi obiettivi?
"Assolutamente sì. Se continua così, lo vincerà sicuramente. Ne sono certo".

E in Nazionale quale può essere il suo ruolo?
"Sono sicuro che Dybala sia all’altezza dei campioni che militano nell’Albiceleste. Può starci tranquillamente e anche da protagonista. Lo vedo bene da numero nove o insieme a un altro attaccante come gioca nella Juventus con Higuain".

Chiudiamo invece con la sua nuova avventura in panchina. Dopo le parentesi con Defensa y Justicia e Colón, è tornato all'Aldosivi.
"Sono davvero contento di essere tornato. L’Aldosivi è una squadra importante, che milita in Primera División qui in Argentina, e il nostro obiettivo in questa stagione è quello di mantenere la categoria. Siamo fiduciosi".

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