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ESCLUSIVA TMW - Amaral: "Chiesa da Nazionale. Lyanco, che talento"

di Lorenzo Marucci
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© foto di Federico De Luca

Ha vinto l'ultimo trofeo della storia della Fiorentina, la Coppa Italia del 2001. Alexandre da Silva Mariano, a tutti noto come Amaral, è stato un mediano tutto grinta e corsa che arrivò in viola nel 2000. E che nello spogliatoio sapeva portare il buonumore con il suo sorriso. Adesso - dopo un lungo girovagare per il mondo sempre per amore del pallone - ci racconta, dal Brasile, le sue impressioni sul calcio italiano e sulla Fiorentina.

Amaral, cosa pensa del campionato italiano?
"Resta uno dei migliori al mondo, ultimamente vince sempre la Juventus ma ci sono tante squadre che possono lottare per il titolo come la Roma, il Napoli. E vedo che l'Inter si sta riprendendo".

Segue sempre anche la Fiorentina?
"Sì, seguo sempre con piacere la squadra e sono contento dei risultati conseguiti negli ultimi anni. Quando la Fiorentina venne a giocare in Brasile, due o tre anni fa, incontrai la squadra, conoscevo Neto ma tutti mi accolsero bene e mi regalarono anche una maglia. Questa Fiorentina ha una struttura societaria diversa da quella in cui giocavo io, noi non percepivamo neanche lo stipendio e poi è finita come tutti sapete. Adesso mi fa piacere anche di vedere Federico Chiesa, il figlio di Enrico: ho giocato con lui a Parma ed a Firenze, sono contento della bravura di suo figlio, che ricordo bambino e al quale auguro di arrivare alla Nazionale. Ce la può fare, sta dimostrando di avere anche una bella continuità di rendimento".

Che cosa l'ha colpita di Federico Chiesa?
"Sta dimostrando di avere talento e data l' età può andare molto lontano. Suo padre aveva il vizio del gol ma anche lui non scherza... Enrico scattava sulla fascia e scartava l'uomo, Federico fa lo stesso. É un giocatore veloce e quando tocca palla mette sempre in difficoltà gli avversari. Essendo giovane non va su tutte le palle ma avrà tempo per perfezionarsi. Gli auguro che possa diventare ancora più forte di suo padre".

Cosa pensa del rientro di Antognoni in società?
"Sono contento del rientro di Giancarlo in quella che deve considerarsi casa sua. E’ stato una bandiera, ha scelto di rimanere in viola da giocatore e penso che meriti ampia considerazione. È stato lui a portarmi a Firenze e per questo gli sono molto grato".

Qual è il ricordo più bello della sua avventura a Firenze?
"Senz’altro la Coppa Italia vinta nella finale con il Parma. Sono orgoglioso di essere l’unico giocatore brasiliano ad aver vinto questo trofeo con la Fiorentina. Un ringraziamento particolare per questo lo devo al Prof. Alberto Andorlini che riuscì a rimettermi in condizione di giocare la Finale dopo un brutto infortunio e che abbracciai piangendo alla fine dell’incontro. È una persona che porto nel cuore. E ho un grande ricordo della città e dei tifosi. A Firenze ho lasciato amici, lo ripeto ad ogni intervista, in particolare voglio citare Cristina Borghini e la sua famiglia a cui sono molto legato. Ho molta saudade di quegli anni, del Maracanà dove andavo a ballare (una discoteca fiorentina dell'epoca, ndr), di piazza Duomo, dei maccheroni e della ribollita. In Brasile abbiamo grandi stadi ma c'è troppa violenza nelle tifoserie mentre il calore della Curva Fiesole e di tutto il Franchi con i suoi cori e le sue scenografie restano ancora nel mio cuore. Canto sempre "oh Fiorentina di ogni squadra ti vogliam regina" questa canzone mi piace tanto e spero di venire presto a Firenze a cantarla con i tifosi".

E' rimasto in contatto con qualche giocatore italiano?
"L’unico che sento spesso è Cannavaro".

Parliamo di qualche giocatore brasiliano: Gabigol.
"E' andato all' Inter ma c'erano tanti grandi club che lo volevano. A Milano non ha trovato spazio né con De Boer né con Pioli ma deve avere pazienza perché ha grandi potenzialità e riuscirà a mostrarle".

Alisson?
"Allison è il miglior portiere brasiliano e a Roma Spalletti lo fa giocare solo in Europa League, merita molto più spazio anche se Szczęsny è un grandissimo portiere. Lui deve avere pazienza perché Szczęsny e in prestito alla Roma e quando andrà via diventerà il portiere titolare. In nazionale ha sempre parato molto bene soprattutto nella partita contro l'Argentina, vinta dal Brasile 3-0 anche per merito suo".

Cosa pensa di Lyanco, difensore classe 97 del San Paolo e destinato alla Juve?
"Lyanco è un giovane molto promettente che nel San Paolo ha fatto molto bene. Sono felice che possa andare in un grande club come la Juventus, anche se il campionato brasiliano perderà un talento. Auguro a lui di trovare spazio nella Juventus ma non sarà facile".

Quali sono le sue caratteristiche?
"E' un ottimo difensore centrale ed è molto bravo a saltare l'uomo con finte. Inoltre anticipa l'uomo ed è veloce. Non ha un piede precisissimo ma per essere un difensore segna anche spesso. Lyanco essendo classe '97 promette bene ma alla Juventus dovrà dimostrare perché in un top club non è come giocare nel San Paolo".

Visto che ha girato il mondo quali sono le esperienze (nelle squadre) che ti sono rimaste maggiormente impresse?
"Ho scelto negli ultimi anni di non giocare con continuità in Brasile perché c'è troppa violenza, ma ovunque sono andato mi sono trovato bene perché sono sempre sceso in campo dando il massimo. Sicuramente la città che porto nel cuore è Firenze sia per le sue meraviglie, sia per gli amici che per la Coppa Italia vinta. Ho giocato anche in Portogallo, Qatar, Turchia, Polonia, Indonesia, Australia e sono state delle belle esperienze".

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