Empoli-Gilardino, l’importanza di sapersi dire addio
Con 189 gol in Serie A e un palmares di grande impatto Alberto Gilardino era stato identificato in estate dall’Empoli come il giusto leader di lungo corso a cui affidare la guida in campo di una squadra giovane e privata dal mercato di molte delle colonne portanti delle passate stagioni (vedi Tonelli e Mario Rui). Alla corte di Giovanni Martucciello, però, l’attaccante di Biella non è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante nella prima parte di stagione, superato costantemente nelle gerarchie da Maccarone e Pucciarelli. Solo cinque le presenze da titolare per l’ex Palermo, Milan e Fiorentina: una miseria se rapportata, soprattutto, alle aspettative di inizio campionato. Ecco allora che gennaio potrebbe regalare sia al giocatore che all’Empoli una nuova ripartenza.
Magari con un addio condiviso, che rilanci l’attaccante in quella che potrebbe essere una delle sue ultime stagioni da calciatore e che permetta alla società di Fabrizio Corsi di risparmiare una cifra importante da reinvestire su giocatori più utili alla causa del club toscano. Non sempre i matrimoni hanno un lieto fine. Non sempre le attese trovano le risposte ipotizzate.