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Cinque anni di continua demolizione: così l'Udinese rischia la B

di Andrea Losapio
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© foto di Insidefoto/Image Sport

C'era una volta una squadra, l'Udinese, capace di creare plusvalenze su illustri sconosciuti. Da Alexis Sanchez a Gokhan Inler, passando per Lukovic, Zapata, Pepe e Pereyra. Oppure Basta, Handanovic e Zielinski. E, nonostante tutto, galleggiare nelle prime posizioni della classifica, finendo addirittura al preliminare di Champions League per due anni consecutivi, anche grazie a un Di Natale che toglieva le castagne dal fuoco praticamente a ogni annata. Senza però dimenticare che lo stesso era già stato venduto alla Juventus, rifiutando la destinazione per diventare bandiera nell'Udinese. C'è però un momento in cui tutto si è rotto, ed è il passaggio tra il 2012-13, quando i bianconeri erano arrivati al quinto posto, e il 2013-14. Da lì in poi sempre nella parte destra della classifica, senza nemmen troppo entusiasmare a livello di gioco.

STAGIONE 2013-14 - Vengono acquistati moltissimi giocatori, ma gli unici che si fanno notare sono Widmer, ancora in bianconero più per colpa degli infortuni che per l'intenzione di tenerlo in rosa, e Bruno Fernandes, divenuto grande alla Sampdoria. Nico Lopez passa e va, Heurtaux diventa pedina irremovibile prima di scadere nell'anonimato. Insomma, l'unico acquisto buono è quello di Allan, dal Granada, finito poi al Napoli. In compenso se ne vanno Samir Handanovic, all'Inter, Benatia alla Roma, Cuadrado alla Fiorentina, Armero al Napoli e Candreva alla Lazio.

STAGIONE 2014-15 - Reduce da un tredicesimo posto, l'Udinese cambia portiere, investendo su Karnezis. E fa bene, perché il greco gioca bene, prima di finire al Watford in questa stagione (ora c'è Bizzarri, decisamente un peggioramento) prelevando Piris dal Deportivo Maldonado, società specialista in triangolazioni con cartellini di proprietà di agenti, puntando su Kone dal Bologna. Il miglior acquisto è Cyril Thereau, mentre Albert Riera non gioca mai. Per le cessioni sono da registrare gli addii di Basta, Edenilson e Pereyra, oltre a quello invernale di Muriel.

STAGIONE 2015-16 - L'Udinese finita in sedicesima posizione cambia, prelevando Ali Adnan e investendo in Felipe, nel riscatto di Piris (3,5 milioni di euro, se ne andrà via a 1 l'anno successivo), nel prestito di Duvan Zapata, biennale, oltre in inverno su Kuzmanovic, Matos, Hallfredsson, Gabriel Silva e Bajic. Peccato che le cessioni siano quelle di Allan e Vydra - in realtà ottima, quest'ultima - oltre a vari riscatti di prestiti degli anni passati. Via anche Naldo e Douglas Santos, Marquinho saluta in inverno così come Nico Lopez e Kone.

STAGIONE 2016-17 - Ovviamente impossibile migliorare, infatti il campionato termina al diciassettesimo posto. Così viene fatto qualche investimento, tra Rodrigo de Paul e Seko Fofana, oltre a Perica e Ewandro, ampiamente coperti dalla cessione di Piotr Zielinski al Napoli e quella di Nico Lopez, definitivamente, all'Internacional di Porto Alegre. Via anche Bruno Fernandes, in prestito - 1 milione - con riscatto fissato a 6.

STAGIONE 2017-18 - Tredicesimo posto e conseguente grande investimento per Riad Bajic, ancora zero presenze da titolare e solo due spezzoni in A, fissato a oltre 5 milioni di euro. Barak è forse la scommessa vinta, Nuytinck e Pezzella stanno piano piano crescendo. La coppia d'attacco è Lasagna-Maxi Lopez che, negli intenti, dovrebbero sostituire Duvan Zapata e Cyril Thereau. Meglio stendere un velo pietoso su come stanno giocando i due tra Samp e Fiorentina, laddove l'Udinese galleggia un punto sopra la zona retrocessione. Senza contare i Kums, i Badu e i Karnezis, finiti all'estero.

Insomma, l'Udinese continua a cambiare e a cedere, in un indebolimento continuo e quasi strutturale. Peccato che le plusvalenze enormi, quelle degli anni d'oro, siano lontane anni luce. E non si può non sottolineare come la famiglia Pozzo sia diventata proprietaria del Watford il 29 giugno del 2012, alla vigilia dell'ultima ottima stagione dell'Udinese, conclusa con il quinto posto.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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