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Carlo Regalia: "Evitare casi come Keita? Nessuna società si può tutelare"

di Chiara Biondini
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L'ex direttore sportivo del Bari Carlo Regalia è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione Laziali On Air, parlando della formazione biancoceleste.

Che valore hanno e avevano giocatori come Biglia e Keita nella Lazio e quali sostituti bisogna reperire per loro?
"I giocatori devono restare col piacere di vestire la maglia. Costringerli a restare fornisce alibi per prestazioni mediocri: davanti a queste situazioni non bisogna aver paura, tutti sono sostituibili e bisogna operare sul mercato. La Lazio l'anno scorso sembrava dovesse andare allo sbaraglio e invece ha fatto il più bel campionato degli ultimi anni, valorizzando i giocatori e tanti giovani."

Colpa della società o sono i calciatori che tirano troppo la corda in queste situazioni? "Questa è una situazione che affonda le radici nel passato, quando le società non si sono tutelate e hanno concesso completa libertà d'azione ai calciatori. In queste condizioni diventa difficile fare un contratto o stabilire il reale valore di un calciatore."

Una società come la Lazio come si può tutelare in casi come quello di Keita? "Nessuna società si può tutelare in nessun modo, è stato un sistema che ha sviluppato una totale debolezza delle società e tutto è andato a vantaggio dei calciatori. Keita l'ho sempre visto come un calciatore che non è pienamente consapevole delle sue qualità. Deve essere però riconoscente, a partire da Inzaghi che l'ha messo in condizione di fare sedici gol in Serie A, fino alla società che l'ha cresciuto. E' una realtà che purtroppo nessuno può cambiare e che ha visto il trionfo del sindacato calciatori sulla società."

E' una situazione che si protrae da diverso tempo... "Io ricordo che andammo a vedere la partita di Coppa del Saragozza contro la Roma per osservare Ruben Sosa. Incontrai poi in Uruguay Schiaffino e gli chiesi informazioni su Sosa e me lo consigliò caldamente. Lo portammo alla Lazio, e ricordo le trattative con Paco Casal al momento di rinnovare il contratto: non ci fu niente da fare ed è andato all'Inter a parametro zero, nonostante l'avessimo lanciato noi nel grande calcio. Da allora si era capito che direzione avesse preso il calcio."

Della rosa della Lazio che idea si è fatto? "Mi auguro che l'allenatore confermi quanto fatto vedere lo scorso anno. Nel settore giovanile se uno fa il suo lavoro come si deve i giocatori crescono e dunque trovando Inzaghi alcuni giocatori hanno trovato il mister ideale per diventare professionisti a trecentosessanta gradi. Non sono andati via giocatori imprescindibili: non bisogna innamorarsi dei giocatori, chi vuole rimanere rimane, poi la Lazio ha un allenatore in grado di far rendere al meglio la rosa a disposizione. Il problema sono i procuratori che pure fanno il loro lavoro, ma non hanno altro obiettivo che far guadagnare di più i loro assistiti."

Sulle individualità: "La Lazio ha giocatori che possono fare la differenza dappertutto: Immobile è il centravanti della Nazionale, De Vrij è un difensore di livello europeo. Strakosha deve confermarsi ma ritengo sia un portiere di grande avvenire."

Inserendo nella Lazio alcuni elementi più esperti arriverà il salto di qualità? "I nuovi innesti sono importanti, ma bisognerà lavorare sulla testa di chi rimane. L'anno scorso la squadra ha lavorato ad altissimi livelli anche dal punto di vista della concentrazione, che deve restare tale anche nel momento in cui bisogna confermarsi. Perdere la convinzione della scorsa stagione farebbe ricadere in basso la squadra, Inzaghi deve essere bravo a fare capire alla squadra che deve mettere da parte quanto fatto l'anno precedente e rimboccarsi le maniche, ripartendo da zero."

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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