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Belotti, Ljajic, Falque e Niang gioielli da far risplendere

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
Gli attaccanti del Torino hanno segnato finora dodici dei diciassette gol realizzati. Nessuna rete finora è arrivata da Berenguer, Boyé, Edera e Sadiq.
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Se da una parte Belotti deve ritrovare brillantezza e gol dall’altra Niang ha bisogno di essere rilanciato e rilanciarsi, Ljajic deve continuare a essere la lampadina che illumina l’attacco del Torino e perché no anche migliorare ulteriormente e Falque dare l’importante apporto visto recentemente con Cagliari e Inter con continuità. Le certezze dell’attacco granata passano da questi quattro giocatori e da quanto Mihajlovic riuscirà a fare per loro e di conseguenza per tutta la squadra. Certo ci sono anche Berenguer, Boyé, Edera, Sadiq e De Luca, quest’ultimo mai mandato in campo, ma è indubbio che Belotti, Ljajic, Niang e Falque siano le quattro pietre preziose che il Torino possiede e che possono garantire per quel che concerne la fase offensiva l’apporto fondamentale per l’Europa League.

Nelle prime dodici giornate il Torino ha segnato diciassette gol e sono finiti sul tabellino dei marcatori Falque 5 volte, Belotti e Ljajic 3, Obi 2, Niang, Baselli e De Silvestri 1 e in più un autogol di Halfredsson. Bottino non malvagio con media di 1,4 reti a partita e i quattro attaccanti di ruolo hanno realizzato dodici dei diciassette gol, come se in ogni gara uno di loro fosse sempre andato sempre a segno. L’anno scorso, però, dopo lo stesso numero di partite i gol erano stati di più e per la precisione ben ventisette, media 2,25 reti a gara, e a segno erano andati Belotti in 8, Ljajic e Falque 5, Baselli e Benassi 4 e Martinez 1. Il Torino è l’undicesima squadra per reti realizzate finora, ma per approdare a fine campionato in un posto utile per l’Europa League il numero di gol deve essere incrementato.

Mihajlovic voleva sicuramente un Torino molto prolifico questa stagione e, infatti, aveva varato il 4-2-3-1, ma ha dovuto tornare la 4-3-3 perché la squadra non reggeva quattro attaccanti, tre trequartisti Falque, Ljajic e Niang più la punta Belotti. I motiv sono noti: l’impalpabilità di Niang dovuta anche a una preparazione estiva fatta male poiché il giocatore non si trovava bene nel Milan e l’infortunio accaduto a Belotti che andava a sommarsi a un avvio di stagione meno brillante di quello passato e forse imputabile in parte anche al sistema di gioco. Con il ritorno al 4-3-3 si è perso un posto in attacco e quindi c’è maggiore concorrenza. Belotti si può dire che ha il posto sicuro se sta bene fisicamente e di conseguenza a lottare per due maglie ci sono Falque, Ljajic e Niang. Al momento Niang si è praticamente autoescluso perché dal suo arrivo in granata il 31 agosto gli è sempre stata concessa la possibilità di giocare titolare fino al 25 ottobre, ma lo stato di forma fisica decisamente basso e troppa indolenza in campo hanno costretto Mihajlovic, anche se lo aveva fortissimamente voluto, a farlo accomodare in panchina con il Cagliari e fino all’83esimo minuto della gara con l’Inter. Per caratteristiche e meriti sul campo Belotti, Ljajic e Falque si sono guadagnati il diritto ad essere titolari, però, anche gli altri attaccanti e in particolar modo Niang devono contribuire alla causa del Torino e a Mihajlovic e al suo staff tocca trovare il modo di dare adeguato spazio a tutti, se se lo meritano, e valorizzarne sempre di più le qualità mettendole al servizio dell’intera squadra.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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