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A Belotti e Ljajic il compito di portare il Toro in Europa

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
L'ossatura della squadra è invariata e in estate Mihajlovic ha lavorato per debellare i difetti in fase difensiva e potenziare la vocazione offensiva. Dal mercato si aspetta ancora qualche rinforzo di qualità.
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© foto di www.imagephotoagency.it

“Il Torino sta bene, il lavoro dell’anno scorso è servito, infatti, i ragazzi in campo si cercano, si trovano e sanno come muoversi. Abbiamo fatto un buon ritiro e un inizio positivo in Coppa Italia, adesso, però, si fa sul serio”. Mihajlovic ha fotografato così il momento che precede la partenza, finora sono stati fatti i preparativi, ma adesso il viaggio inizia. Destinazione l’Europa League che tradotto vuole dire sesto posto, per averne la certezza, ma potrebbe bastare il settimo, se la Coppa Italia sarà vinta da una squadra che si piazzerà in campionato nelle prime sei postazioni.

Il Torino ha un’identità ben precisa e per chi non l’avesse ancora capito è lo stesso Mihajlovic a precisarla. “Abbiamo il nostro modo di giocare, siamo una squadra che gioca d’attacco con quattro giocatori offensivi, i terzini che spingono e uno dei mediani anche lui molto offensivo. In avanti siamo una squadra che se gioca come sa crea cinque o sei occasioni da gol. A me piace vedere i giocatori che si cercano, si trovano e si divertono in campo. Dobbiamo essere più cattivi, più concreti, per fare più gol, rispetto a quanto creiamo. L’anno scorso abbiamo sbagliato troppe reti e in Coppa Italia venerdì scorso anche, abbiamo segnato sette gol, ma ne potevamo fare di più. Sappiamo che giocando così rischiamo qualcosa dietro, ma quando ci capita l’occasione dobbiamo essere letali e non accontentarci mai sempre avendo equilibrio: questa è la nostra mentalità”.

La fase difensiva che con i sessantasei gol incassati nello scorso campionato è stata il tallone d’Achille dei granata è stata curata in modo particolare da Mihajlovic e dal suo staff e continuerà ad esserlo perché non bastano i gol di Belotti o le invenzioni di Ljajic per puntare all’Europa se poi si subiscono troppe reti. “Quest’anno abbiamo iniziato a marcare a zona e non abbiamo sofferto nelle partite disputate, anche se abbiamo preso gol, ma ci sta perché ci stiamo ancora lavorando. Nell’arco del campionato cambieremo il modo di marcare: a zona, a uomo e misto e cambieremo a seconda degli avversari e delle situazioni, anche per sorprendere. Quando marchi a zona non ci sono schemi, a uomo sì. Marcare a zona ha i suoi pregi e difetti e vedremo durante l’arco del campionato, ma la cosa importante è sapere sempre che cosa fare”.
Mihajlovic è un uomo diretto e quando si fissa un obiettivo fa di tutto per raggiungerlo, sarà anche testardo e non deroga dalle sue convinzioni, però, è il primo a mettersi in discussione e a individuare i problemi e a far di tutto per risolverli. “Alla squadra ho chiesto miglioramenti in fase difensiva e non voglio fare due campionati, uno in casa e uno fuori perché ci vuole equilibrio e sempre la stessa personalità e spirito. Confrontando la squadra dell’anno scorso e quella di quest’anno siamo partiti avvantaggiati. L’unica cosa che ci può fregare sono gli infortuni, capitano nel calcio, ma è importante che non arrivino tutti insieme e nello stesso reparto. Ho ricordato ai ragazzi che a Bologna lo scorso anno abbiamo fatto una brutta partita e abbiamo perso, è importante fare la prestazione e partire forte. Gli sbagli del passato non vanno ripetuti. L’anno scorso abbiamo puntato sui principi morali e su quelli di gioco, sul non molare mai e quest’anno dovremo lavorare sui particolari e se ci saranno delle brutte figure non le perdonerò”.

Belotti e Ljajic sono il valore aggiunto di questo Torino, lo sanno tutti e il mister per primo, ma serve che tutta la squadra li supporti e li segua. “Non è stato facile trattenere Belotti, non perché il ragazzo non volesse restare, ma perché al presidente sono arrivate offerte, però non erano di 100 milioni. Belotti all’inizio ha faticato un po’ e parlandogli si era capito che i 100 milioni difficilmente sarebbero arrivati. E, comunque, non si era certi che lui avrebbe accettato. A questo punto direi che rimare e lui è contento di restare. I compagni gli vogliono bene e io lo stimo e lui lo sa. Lui è il capitano e il nostro bomber”. La forza è nel gruppo. “Non mi piace che si parli sempre di Belotti perché la forza del Torino è il gruppo e questo vale per Belotti, per Ljajic e per tutti gli altri. Da soli non si va da nessuna parte: i giocatori singoli si esaltano nel gruppo”. Ljajic il cardine. “Lui è importante per quello che noi siamo e per il nostro modo di giocare. L’anno scorso si è preso la colpa se non siamo andati in Europa e questo gli fa onore. È un ragazzo che sa quello che vuole e come ottenerlo”.

Il Torino dovrà saper sfruttare l’inizio del campionato perché il calendario gli ha regalato una partenza con squadre alla portata, l’unica vera difficoltà è rappresentata dal derby alla sesta giornata, ma fino all’ottava gli avversari sono tutti alla portata, infatti, dopo il Bologna ci saranno Sassuolo, Benevento, Sampdoria, Udinese, e, dopo la Juventus, Verona e Crotone. La squadra è un po’ cambiata, ma l’ossatura è rimasta. I nuovi Sirigu, Milinkovic-Savic, il ritornato Ichazo, N’Koulou, Lyanco, Bonifazi, Rincon, Berenguer e Sadiq dovranno dimostrarsi all’altezza. Chi già era un punto fermo, Zappacosta, Moretti, Molinaro, Barreca, Baselli, Falque, Ljajic e Belotti, dovrà ripetersi e possibilmente migliorare. De Silvestri, Obi, Valdifiori e se resteranno Avelar, Acquah e Gustafson dare un adeguato supporto quando saranno chiamati in causa. Indubbiamente manca ancora qualche elemento allo rosa per essere all’altezza dell’obiettivo Europa League, ma sta alla società negli ultimi undici giorni di mercato non eventualmente reperire solo giocatori di seconda fascia. Per avere in campo una squadra equilibrata non basta che Mihajlovic si sforzi per trovare il giusto bilanciamento fra farse offensiva e quella difensiva ci vogliono uomini all’altezza: una fuoriserie è fatta di pezzi unici e non di ricambi recuperati a buon prezzo. I copiloti Belotti e Ljajic con Mihajlovic capo ingegnere sono il punto di partenza per un viaggio con destinazione l’Europa. La prima tappa è Bologna e partire bene si sa che è il miglior viatico per arrivare fino in fondo, buon campionato a tutti.

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