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Viaggio nella carriera di Pioli: ottimi risultati, ma anche cinque esoneri

di Raimondo De Magistris
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Una carriera quasi ventennale prima della grande occasione. Qualche exploit importante, qualche passo falso di troppo, tanta preparazione ma anche diversi esoneri. Stefano Pioli, il nuovo allenatore dell'Inter, è personaggio e tecnico composto da tante sfaccettature. Dell'ex difensore piuttosto ruvido, che scelse la Juve per essere un'alternativa a Scirea e sbarcò a Firenze per consacrarsi a inizi anni '90, è rimasta la determinazione e la serietà di un emiliano cresciuto in una famiglia che mastica pane e pallone.
Cinquantuno anni, ha mosso i suoi primi passi in Emilia sia da calciatore che da allenatore. Fu il Parma a dargli la possibilità a inizi anni '80 di giocare in C1 e richiamare l'attenzione della Juventus. Fu il Bologna, a fine anni '90, a fargli capire invece che quella da allenatore era la naturale prosecuzione della sua carriera.
A Salerno grazie a Carmine Longo arrivò la prima avventura alla guida di una prima squadra.Trascina i campani alla salvezza e questo gli vale nella stagione successiva il ritorno in Emilia, la chiamata di un Modena che in due stagioni, nonostante un esonero, trascina fino ai playoff di Serie B.
Pioli nell'estate del 2006, quella dello scandalo Calciopoli, è un allenatore in ascesa. Un giovane promettente, talmente promettente da convincere il Parma a puntare su di lui. Il ritorno nella sua città sembra quasi il proseguimento naturale del percorso, ma la scelta si rivela sbagliata. L'occasione in Serie A arriva troppo presto e quel Parma rialza la testa solo con l'arrivo al suo posto di Claudio Ranieri.
Pioli a 41 anni è costretto a frenare le sue ambizioni e a costruire basi ancor più solide. Le avventure con Grosseto e Piacenza consegnano agli archivi un allenatore decisamente più pratico e maturo, quella a Sassuolo gli vale la seconda chance in Serie A: lo chiama il presidente Campedelli, numero uno del Chievo.

E questa volta si dimostra all'altezza del compito. Un'ottima stagione coi clivensi gli permette nell'estate 2011 di avere diversi club alle sue tracce: sceglie il Palermo, ma dopo l'uscita dai preliminari di Europa League è già fuori per scelta del mangiallenatori Maurizio Zamparini. Tornerà in sella qualche settimana dopo, a ottobre, e a Bologna - nella squadra che per prima lo testò da allenatore - troverà la sua definitiva consacrazione. Il suo 3-4-2-1 servì per ottenere fin da subito ottimi risultati. Un 9° posto, poi il 13°. Due buoni campionati, che gli valgono la chiamata di una big nonostante l'esonero nella terza stagione. Nell'estate 2014 punta su di lui Claudio Lotito e Pioli nella prima stagione col suo 4-3-3 propone un calcio che a tratti è il più bello d'Italia. Trascinati da Felipe Anderson, i biancocelesti riescono a battere il Napoli nella corsa al terzo posto e a conquistare il preliminare di Champions League. Una impresa vana perché la seconda annata nella Capitale ha ben altro sapore. Il ko nel doppio confronto col Bayer Leverkusen è il preludio di una stagione che per Pioli si concluderà già ad Aprile, con un brutto ko nel derby e il quinto esonero della sua carriera.
Adesso, dopo qualche mese di inattività, un'altra grande occasione. E' stato lui a vincere il casting allestito dal gruppo Suning, è lui a dover normalizzare una squadra che negli ultimi mesi ha vissuto vicende a dir poco surreali.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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