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Torino, Mihajlovic: "Con altri due-tre innesti possiamo lottare per l'Europa"

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
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© foto di Marco Spadavecchia

L'allenatore del Torino Sinisa Mihajlovic ha fatto delle considerazioni sulla squadra e sul mercato al termine della gara con il Benfica. Ecco le sue parole:
Come ha visto la squadra in questa prima amichevole d'importanza decisamente superiore rispetto alle precedenti?
"Devo dire la verità, ho visto bene la squadra perché i ragazzi hanno cercato e provato, e qualche volta sono riusciti, a mettere in pratica quello che avevamo fatto durante gli allenamenti per quel che riguarda il pressing, il recupero immediato, la gestione della palla e la linea difensiva in modo da andare sempre in avanti ed essere corti fra i reparti. Hanno fatto ben, ma dobbiamo lavorare ancora molto perché per cinque anni la squadra ha fatto un certo tipo di lavoro, mentre adesso io richiedo cose totalmente diverse. Bisogna avere pazienza e voglia di applicarsi, ma indubbiamente stiamo migliorando, al di là del risultato che è in secondo piano, anche se so che questa con il Benfica è stata una partita particolare per quello che era successo in passato ed era molto importante per tutto il popolo granata. Avevo chiesto alla squadra di onorare il nome, i valori e il colore della maglia e avevo detto che non si potevano fare brutte figure e devo dire che sono contento perché abbiamo fatto bene al di là del risultato, in campo eravamo messi bene e l'atteggiamento e l'approccio alla gara è stato giusto".
Forse è stato un po' meno contento dei primi venticinque minuti?
"No, perché?"
Qualche difficoltà iniziale la squadra l'ha avuta.
"Non abbiamo giocato contro una formazione che milita nell'Interregionale o in Serie D, ma con il Benfica che ogni anno disputa competizioni europee, che è nettamente la squadra più forte del Portogallo ed ha grandi giocatori, per cui è normale che si possa andare in difficoltà, tanto più che è stata la prima partita importante dopo la prima fase del ritiro. Siamo in piena preparazione e sicuramente questa partita non ci porta i tre punti, ma se tutto va come deve ci porta entusiasmo, consapevolezza, autostima e anche un'immagine positiva di tutto il Toro. E' normale che ci siano state delle difficoltà e non solo nei primi venticinque minuti, ma occasioni da gol grossolane del Benfica non ne ho viste, per questo sono contento".
Dopo questa partita vinta contro una squadra forte è ancora più convinto che il Torino possa puntare a un posto in Europa?
"E' molto presto, siamo agli inizi della preparazione, ma, come ho detto, è stata una bella prova perché abbiamo giocato alla pari, anche se non stiamo ancora bene né noi né loro. Si vedono margini di miglioramento da parte della squadra e quello che abbiamo provato nei dodici giorni di ritiro i ragazzi hanno cercato di metterlo in pratica e più di qualche volta siamo riusciti a farlo. C'è da lavorare molto su quello che abbiamo provato in questi giorni e sicuramente se i ragazzi si applicano, se riusciamo a tenere la massima concentrazione e l'impegno alto possiamo disputare una stagione importante. Questa è stata solo una partita amichevole dove abbiamo fatto bene, ma possiamo ancora fare molto meglio. E' importante per i ragazzi convincersi di certe cose, anche se hanno ottenuto risultati, perché loro prima facevano diversamente in relazione al recupero immediato, al pressing alto, al salire alti con la squadra, al cercare le verticalizzazioni. Mi interessava vedere la linea difensiva che si è comportata bene, insieme a tutta la squadra".
Il presidente Cairo era contento della gara? Si è complimentato? Le ha detto qualche cosa, magari riguardo al mercato?
"Pendo che Cairo fosse contento, l'ho visto di sfuggita, ci siamo salutati, ma non abbiamo parlato.

Sappiamo che ci manca qualche cosa: un regista davanti alla difesa e qualche altro elemento, ma la società lo sa. Se riusciamo a rafforzarci e completare la rosa con altri due-tre innesti allora possiamo davvero lottare per l'Europa. Vedremo quello che succederà, intanto noi lavoreremo come sempre dando il massimo e poi si vedrà".
Maksimovic, a seguito dei consigli che gli ha dato, l'ha visto più concentrato?
"Non mi piace parlare dei singoli giocatori, ma della squadra. Maksimovic a disputato un'ottima gara come del resto tutta la squadra. E' un ragazzo intelligente e il lavoro di un allenatore è anche quello di gestire, di far capire trovando la medicina giusta da dare a ognuno dei giocatori perché nessuno è uguale all'altro, ognuno ha il suo carattere. Se l'allenatore sa trovare la medicina giusta e le parole da dire a ogni singolo giocatore per motivarlo e dargli una sveglia in tutto allora ha fatto bingo. Una parte comunque dipende anche dall'intelligenza del calciatore e Maksimovic è un ragazzo intelligente e ha capito quello che gli volevo dire quando ci siamo parlati e adesso sta bene ed è un giocatore importante per noi. Come ho sempre detto se continuerà così può diventare uni dei migliori difensori in circolazione, è giovane ma ha tutte le carte in regola, sono molto fiducioso".
Dopo la Mitropa Cup e il Trofeo del Centenario, l'Eusebio Cup è il primo trofeo che vince il Torino da anni, un soddisfazione?
"Sì, quando non si può vincere l'importante è non perdere e se si vince ai rigori va bene, però, come ho detto, per me, il risultato era in secondo piano. Era importante vedere i miglioramenti della squadra in relazione al lavoro svolto nei precedenti giorni. Se anche avessi perso sarei stato ugualmente contento. Comunque ho visto miglioramenti, però se si vince è sempre meglio".
Da allenatore serbo, che cosa il Benfica può aspettarsi dai suoi connazionali?
"Del Benfica ho parlato con Rui Costa prima dell'inizio della partita. Negli ultimi anni sono stati presi molti giocatori serbi, tutti giocatori che feci debuttare io in Nazionale e sono tutti importanti, alcuni, però, non li ho fatti debuttare io e li conosco meno".

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