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Torino, Boyè: "Ho scelto il Torino e la concorrenza in attacco è un bene"

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L'attaccante del Torino Lucas Boyè ha parlato in conferenza stampa, affiancato dal collaboratore tecnico Raimondi che gli faceva da interprete, raccontandosi per farsi conoscere dai nuovi tifosi.
Quale impressione le ha fatto passare dal Sudamerica all'Italia?
"Sto cercando di capire il più in fretta possibile le cose nuove perché l'essere arrivato in Italia è un'esperienza molto bella ed è importante per la mia carriera".
Lei è argentino, ma ha anche il passaporto italiano oppure è in attesa di riceverlo?
"Ho già il passaporto italiano".
Il Torino aveva annunciato di averla presa già quest'inverno, come ha vissuto i mesi che hanno preceduto il suo arrivo in Italia?
"Non ho avuto molto tempo per pensarci perché ogni domenica giocavo, ma ero ansioso di arrivare al Torino".
Qualcuno le ha parlato del Torino prima che arrivasse?
"Sì, quando venni per firmare il contratto mi parlarono molto del Torino e della sua storia. E nel periodo fra la firma e l'arrivo in Italia mi sono informato sul Torino e sulla squadra. Le persone in Argentina sono molto simili agli italiani".
Non solo il Torino ha cercato di portarla in Italia, c'è stata anche la Roma e questo ha creato un po' di attrito con il presidente del River Plate che voleva che andasse al club giallorosso. Che cosa le ha fatto scegliere il Torino?
"Ho riflettuto è ho ritenuto più conveniente per me venire al Torino poiché la rosa è più ridotta e avrei trovato maggiore spazio, tanto più perché sono un giovane. Preferisco non commentare ciò che attiene il presidente del River Plate".
Si faccia conosce dai tifosi del Torino raccontando quali sono le sue caratteristiche tecniche.
"In Argentina ho giocato quasi sempre nel ruolo di punta centrale, però, adesso non mi dispiace che ci sia un centravanti in modo da poter svariare su tutto il fronte d'attacco e non avere solo il compito di stare al centro".


Gioca indifferentemente a destra e a sinistra?
"Sì".
Quali differenze ha notato fra gli allenamenti che faceva in Sudamerica e quelli che si fanno in Italia?
"Il modo di lavorare è molto simile, magari c'è qualche differenza sulla forza e su quest'aspetto in Italia s'insiste un po' di più rispetto all'Argentina".
Nel Torino ci sono tanti attaccanti, oggi sono arrivati anche Ljajic e Iago Falque, la concorrenza la preoccupa un po'?
"No, al contrario la concorrenza fa bene e mi permette d'imparare perché nel Torino ci sono tanti attaccanti importanti e per questo sono contento".
A quale giocatore s'ispira?
"Quando ero piccolo mi piaceva molto Radamel Falcao e da calciatore ho avuto la fortuna di essere in squadra con Saviola e Cavenaghi e da loro ho imparato tanto".
Ha avuto modo di parlare con Mihajlovic e farsi spigare dal mister che cosa vuole da lei?
"Sì, ho parlato, non ancora tantissimo, con il mister grazie anche a Raimondi che mi fa da interprete. Ogni volta che in campo qualcuno spiega che cosa bisogna fare cerco di stare vicino a Raimondi in modo da capire bene. Ora che sono all'inizio faccio così, poi, riuscirò a capire perché l'italiano è una lingua simile allo spagnolo e non avrò grandi difficoltà fra qualche tempo. In questi primi giorni aspetto di vedere che cosa fanno i miei compagni partendo per secondo così ho il tempo di vedere che cosa fa chi è davanti a me e in modo che se avessi qualche dubbio capisco subito che cosa devo fare".
Come si trova con Maxi Lopez, anche lui cresciuto nel River Plate?
"Mi trovo bene, al Torino ci sono parecchi giocatori sudamericani e questo è un vantaggio. Quando non sono vicino a Raimondi è Maxi Lopez a spiegarmi le cose aiutandomi".

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