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TMW RADIO - Silva: "Cittadella bello da vedere. Verona la più forte"

di Stefano Sica
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© foto di Federico De Luca

Quasi 30 anni di panchina e diversi campionati vinti come a Macerata, Taranto o Brindisi. Massimo Silva ha attraversato cambiamenti ed evoluzioni del calcio italiano ma, a 65 anni, la sua voglia di essere protagonista è rimasta intatta ed inattaccabile. Chiusa l'esperienza a Grosseto nel 2015, per il trainer lombardo è iniziata un'altra stagione da osservatore esterno. Con la speranza, però, di rimettersi presto in gioco, come rileva intervenendo a TMW RADIO.

MOMENTO PERSONALE - "Ho fatto un anno sabbatico, ma spero di rientrare. C'è stata qualche trattativa ma non si è mai andati ad una definizione finale. E' stato un peccato. Partendo dai risultati che avevo fatto anche in B, mi è sembrato strano non ricevere chiamate. Ma il calcio di oggi è particolare".

FAVOLA BRINDISI - "Anche l'ultimo anno, dopo la finale play-off, eravamo praticamente ripescati. Poi la società, ovvero la famiglia Barretta, decise di mollare. Ma è stata una esperienza straordinaria, soprattutto con un club eccezionale con cui mi sono trovato benissimo. Molto probabilmente saremmo arrivati in alto, visto che la famiglia Barretta faceva calcio come si faceva una volta".

MANCANZE PROGETTUALI E SFOGO DI GATTUSO - "Non devo allenare ancora per molti anni. Adesso è più che altro un piacere e una conoscenza del calcio in sè. E' ancora di più una passione. Però mi dispiace che, man mano che si va avanti, a parte la A, dalla B in giù questo calcio sta diventando mediocre. Non c'è più la ricerca della bellezza bensì dei risultati. Sento sempre parlare di fase difensiva e di non possesso: come amante del calcio mi dà fastidio. In questi ultimi anni, se non ci sono le possibilità, non si deve fare calcio. Sento parlare sempre di Covisoc e di controlli, ma alla fine non ci sono i soldi e tante squadre non si iscrivono. Non conosco i problemi del Pisa, ma se Gattuso ha esternato certe cose vuol dire che è giusto. Poi sento sempre parlare di lanciare i giovani. I giovani bravi ci sono sempre stati e ci saranno. E oggi tanti ragazzi, dopo appena un anno, ritornano alle squadre di appartenenza perché magari hanno fallito. Alla fine i giovani servono per risparmiare. Invece basta fare un calcio un po' più normale e si risparmia lo stesso".

VALORI IN B E SORPRESE CITTADELLA-BENEVENTO - "Questo Cittadella non me lo aspettavo, il Benevento un po' di più. Lì ci ho allenato ed è una piazza che dà una certa spinta. La squadra è discreta e l'allenatore esperto e di categoria. Il Cittadella, però, gioca un calcio propositivo. E, per il discorso che facevo prima, sono molto contento che stia lassù. Il Verona è l'unica che può andare in fuga e staccarsi. Poi lotteranno in molte. E' un campionato peggiore rispetto a quando allenavo io solo qualche anno fa. Però è sempre avvincente ed equilibrato e vediamo se nasce qualche altra sorpresa. La delusione è forse il Bari che ha una grande rosa a livello di nomi. Tuttavia non è mai facile attuare certe cose sul campo. In B, però, bisogna avere pazienza e fiducia. Uno può avere una squadra giovane e pimpante e pensa di aver fatto tutto. Invece, alla lunga, c'è sempre da soffrire. Basta un attimo per andare in zona play-out. Alla lunga ci vuole una rosa importante quindi il Bari, alla fine, arriverà. Mi ha fatto piacere la sorpresa Crotone perché l'anno scorso ha fatto un buon calcio. Ma in B, oltre alla pazienza, è necessario avere giocatori integri fino alla fine. Il Pisa ha una rosa giusta, con nomi portati anche dalla C e con un Verna che avevo a Grosseto io due anni fa e in B non lo voleva nessuno. Invece si sta confermando alla grande. Gattuso sta facendo un gran lavoro".

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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