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TMW RADIO - Moriero: "Lecce, che ricordi! Inter, c'è confusione"

di Marco Frattino
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© foto di Federico Gaetano

Nato a Lecce nel '69, poi ex calciatore ed ex allenatore della squadra salentina, Francesco Moriero ha parlato a TMW Radio.

Cosa ricorda dell'esperienza a Lecce da calciatore? "Con il Lecce ho iniziato tra le giovanili, fino alla promozione in Serie A. Eravamo nella massima divisione con Mazzone allenatore e con tanti elementi cresciuti nel settore giovanile. Lecce è una piazza importante, ora attraversa un momento delicato ma è una società formata da persone serie che sanno delle difficoltà della Lega Pro. Sono di Lecce, ho fatto la storia di questa città. Quella leccese per me è come una seconda pelle".

Che ricordi ha dell'esperienza in Serie A col Lecce? "Otto calciatori su undici erano cresciuti nel Lecce, feci due gol in Serie A. Uno anche contro la Juventus, fu una grande soddisfazione. C'era grande entusiasmo, poi fare gol con la maglia della tua città è bellissimo. Ricordo la storica vittoria contro i bianconeri".

Aveva l'ambizione di arrivare in grandi squadre? "Per me la maglia del Lecce non era un punto di partenza, avevo sempre sognato di vestire quella maglia e di indossarla per tutta la carriera. Però Lecce è una piazza piccola, ha bisogno di far crescere calciatori per poi cederli. Con me c'erano Conte e Petrachi, tutta gente che ha poi fatto bene. Per pochi punti non andammo in Coppa Uefa, però era un calcio diverso ma bello".

Ci fa il suo bilancio da allenatore? "A Lanciano c'erano dei problemi economici ma ci salvammo sul campo, poi andai a Crotone e feci una esperienza in un club importante. Mi fecero lavorare tranquillamente, poi ho avuto esperienze a Frosinone e Grosseto. I risultati contano tantissimo, magari ci sono club che credono nel progetto di un allenatore e che ti fanno lavorare. Poi ci sono altri club che cambiano tecnico dopo 2-3 risultati negativi. Accade in Lega Pro, in B ma anche in A. Ma quando c'è passione, si va avanti senza guardare al passato. Il lavoro paga sempre, io da tecnico ho accettato forse sfide più grandi di me. Magari dovevo attendere e decidere meglio. Ma di fronte le difficoltà non mi tiro mai indietro. Da quest'anno ho deciso di fermarmi e guardarmi intorno dopo l'esperienza a Catania, per accettare progetti che nel calcio non è facile trovare".

Come vede la Roma? "Ogni anno è sempre tra le candidate ad arrivare nelle prime tre posizioni. Spalletti è un mister preparato e sa come si allena a Roma. I giudizi, in questo momento, sono parole che porta via il vento. Spalletti sa dove mettere le mani, l'obiettivo è quello di arrivare in alto".

Cosa si attende dall'Inter? "C'è molta confusione, anche leggendo ed ascoltando in giro. S'è messo in discussione il lavoro di Mancini, che reputo un mister preparato. Serve pazienza, bisogna ricostruire qualcosa che si sta andando a perdere. Credo che quando un club crede in un mister, deve dargli carta bianca. Adesso vedo l'Inter in difficoltà, ma la società ha l'obiettivo di arrivare in Champions. Serve un mercato mirato per restare dietro la Juve, che al momento è la squadra più forte del campionato".

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