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TMW RADIO - Montini: "Speravo che la Roma puntasse più su di me"

di Luca Esposito
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© foto di Alberto Fornasari

Un'analisi sulla sua giovane carriera e sulle occasioni mancate in questi anni: questo e molto altro si è potuto evincere dall'intervista rilasciata dall'attaccante Mattia Montini (24), nell'ultima stagione in forza alla Pro Patria in Lega Pro. Difatti la punta capitolina, intervistato da TMW Radio, ha parlato delle sue esperienze passate e della prima giornata del campionato di Lega Pro, senza tralasciare la sua giovane ma intensa carriera, partita dal settore giovanile della Roma e giunta alla Pro Patria nella scorsa stagione: "È una storia molto lunga e che spesso accomuna tanti calciatori e tante persone che nutrivano tante aspettative come me, soprattutto provenendo da un settore giovanile importante come quello della Roma. Sono uscito fuori dal settore giovanile un po' viziato e il mondo del lavoro era totalmente diverso da come me lo aspettassi in quanto non avevo la maturità giusta per poter affrontare il mondo del lavoro a 18 anni. È stato un percorso un po' in salita a causa di varie tappe, scelte sbagliate e qualche infortunio di troppo, però non si è mai troppo adulti per maturare, quindi allo stato attuale spero che arrivi la chiamata giusta".

Sulla sua stagione alla Pro Patria, dove ha collezionato 4 gol in 19 presenze: "Io sono molto autocritico e quindi penso di aver disputato un'annata, dal punto di vista personale, non alla mia altezza, anche se il contesto in cui mi sono trovato lo scorso anno era alquanto difficile, soprattutto per un attaccante come me, in quanto si fa fatica a fare punti, a creare gioco e a trovare un'identità, variabili essenziali per l'andamento di un attaccante, il cui scopo è quello di fare gol. Da gennaio in poi la Pro Patria, anche se ormai era troppo tardi, ha cercato di risalire con l'arrivo di Santana, il quale mi ha aiutato moltissimo lì davanti ed ha cercato di dare quel qualcosa in più. A livello personale mi sono tolto qualche soddisfazione, soprattutto per quanto concerne le realizzazioni, ma a quanto pare tutto ciò non è bastato per far sì che io fossi richiesto da qualche squadra".

Sulla scelta di giocare nella Pro Patria: "La Pro Patria è una società che ha una storia avendo militato anche in massima serie e, anche se ha avuto dei problemi nel precedente campionato a causa delle penalizzazioni, comunque è una società piena di prestigio. Sinceramente non mi aspettavo di trovare una situazione come quella che ho trovato nella scorsa stagione, ma adesso non ho voglia di parlare di quali siano state le motivazioni sebbene ce ne fosse più di una, partendo dalla retrocessione fino ad arrivare alla poca organizzazione. Un giocatore a volte è costretto a fare delle scelte e io l'anno scorso ho rescisso il contratto con il Benevento, sbagliando in quanto non potevo contare su situazioni concrete prima di fare la rescissione, e mi sono ritrovato a fine mercato senza una società, con la conseguente scelta ricaduta obbligatoriamente sulla Pro Patria".

Sulle indiscrezioni che lo vorrebbero nel mirino di Monopoli e Reggina: "Sì, ci sono delle trattative in corso e ci sono stati degli interessamenti, addirittura da inizio luglio, però esistono due tipologie di calciatori: quelli che vengono presi come prime scelte, che magari hanno disputato un gran campionato la stagione precedente, e quelli che invece hanno avuto dei problemi e sono visti come rincalzi. Le società spesso preferiscono prendere un giovane proveniente dalla Primavera con pochi soldi invece di un calciatore come me, che ha tanta esperienza in categoria, però chiede un po' di più o perlomeno è più esigente rispetto ad un giovane".

Sullo scudetto vinto con la Primavera della Roma in finale contro il Varese, partita nella quale siglò una tripletta: "Sono dei ricordi e dei momenti bellissimi. Non si vive di ricordi, però a volte parlare di quei momenti fa tornare il sorriso sulle persone che, come me, stanno vivendo momenti d'ansia perché è senza lavoro. Quei momenti sono indelebili in quanto era una squadra veramente forte, che aveva come calciatori Florenzi e Caprari e molti altri come Politano e Barba, che addirittura non giocavano titolari, ed io ne sono uscito da trascinatore in quanto feci cinque gol in tre partite delle fasi finali. Ripeto, lì erano altri tempi ed ero più giovane, avevo una testa differente e mi sono fatto prendere un po' troppo dall'entusiasmo, non essendo ancora maturo per poter affrontare il mondo del lavoro".

Sulla speranza che la Roma puntasse su di lui dopo la vittoria con la Primavera: "Sì, me lo aspettavo. Ad oggi vedo attaccanti della Primavera di Milan e Inter che, usciti dalla Primavera in maniera più silenziosa rispetto a quando sono uscito io, si ritrovano a giocare in Serie a per parecchi anni, in Serie B e addirittura all'estero, confrontandosi con altre mentalità. Purtroppo fui sfortunato quell'anno perché feci bene proprio nel momento in cui la Roma stava cambiando società con l'arrivo di Sabatini e della nuova dirigenza, con moltissimi giocatori, giovani e non, che arrivarono in quel periodo, per cui noi della Primavera fummo mandati in prestito, chi in Serie C e chi in Serie B. Per citarne uno, Florenzi fu quasi svenduto al Crotone perché la Roma ci credeva poco, in seguito fu costretta a ricomprarselo al triplo del valore. La società ha fatto delle scelte, ha puntato poco su di me e, sinceramente, mi aspettavo qualcosa in più perché ho militato per nove anni nel settore giovanile, cosa che sarebbe accaduta se fosse rimasta la famiglia Sensi in quanto avrei perlomeno effettuato il ritiro con la prima squadra".

Sulla prima giornata dei tre gironi di Lega Pro: "Ho visto molte squadre e posso dire che quest'anno la Lega Pro si è rinforzata tantissimo, soprattutto il girone meridionale che è una sorta di piccola Serie B. La Lega Pro è diventato un campionato competitivo, andarci a giocare significa assolutamente fare un campionato di alto livello ed è un peccato sapere che ci sono tantissimi validi giocatori a casa mentre tantissimi ragazzi si ritrovano catapultati in una realtà che non gli appartiene. Ai dirigenti ed alle società rivolgo un mio personale appello, ossia quello di guardarsi attorno e non pensare solo agli interessi economici in quanto c'è tanta gente a casa che ha esperienza e che ha voglia di rimettersi in gioco, con l'augurio che molti dei miei colleghi possano trovare squadra".

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