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Scala sul Parma: "Esonero Apolloni deciso senza di me. Sono deluso"

di Pietro Lazzerini
Fonte: parmalive.com
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© foto di Giovanni Padovani

Intervistato ai microfoni di Radio Rai, nel corso della trasmissione "Radio Anch'io Sport", il presidente dimissionario del Parma, Nevio Scala, ha parlato della fine della sua avventura in gialloblu in questo nuovo ruolo. Queste le sue parole: "E' successo che è stato bello credere nel progetto, credendo nella possibilità di un calcio diverso. L'anno scorso abbiamo condotto un'annata straordinaria, senza sconfitte e con 10.500 abbonati nei dilettanti. Quest'anno è successo che la squadra non dava prestazioni di alto livello, ma eravamo comunque a quattro punti dalla vetta. La proprietà ha così deciso per l'esonero dell'allenatore scavalcandomi, senza consultarmi. Così ho presentato le mie dimissioni, mi sono sentito responsabile avendo scelto io i miei uomini di fiducia".

Il Parma quindi vive di pressioni così forti, anche in Lega Pro?
"Questa è una cosa singolare, su cui interrogarci. Il progetto era straordinario, abbiamo coinvolto la gente e l'abbiamo convinta di fare un calcio trasparente. E' venuta meno la logica che ci eravamo prefissati, quella di fare a meno del risultato immediato. Mi domando anche io perché si sia arrivati a questo. Speravamo in un calcio diverso, ma purtroppo è andata così. Sono deluso e rammaricato".

Sembrava tutta un'altra cosa, ma purtroppo le cose sono andate in modo diverso:
"Sono considerazioni che faccio anche io, non riesco a spiegarmelo. E' stato bello sognare, era un progetto condiviso e studiato nei minimi particolari. Quando allenavo il Parma in Serie B, nell'89-90 il presidente mi rinnovò il contratto dopo 6 sconfitte consecutive e alla fine andammo in Serie A con una grande cavalcata. L'Atalanta ha tenuto Gasperini dopo un inizio difficile, e ora è l'eroe di questo campionato. Questo è il senso di evitare decisioni affrettate, poi la proprietà è padrona di prendere le sue decisioni, ma il modo in cui hanno agito è stato deludente".

Il Parma ieri ha perso di nuovo. Se la proprietà si accorgesse del suo errore e tornasse sui suoi passi, torneresti?
"Difficile dirlo, è come se si fosse chiuso qualcosa. I presidenti, gli allenatori vanno e vengono, ma il modo in cui questa decisione è nata per me è inaccettabile. Noi siamo sereni, perché abbiamo lavorato con grande applicazione, l'anno scorso è stato entusiasmante. Quest'anno abbiamo commesso qualche errore, sì. Mi dispiace, perché c'era un entusiasmo, una condivisione senza pari. Mi dispiace anche il silenzio dei "magnifici sette", a parte uno di loro, che mi ha esternato la sua disapprovazione".

10mila abbonati sono tanti, e forse sono numeri che sono arrivati anche grazie a Scala. I magnifici sette ne hanno tenuto conto?
"Sicuramente credo che il nostro gruppo abbia dato un entusiasmo tangibile. Credo che la proprietà abbia il diritto di decidere, ma penso che avrebbero dovuto coinvolgere il presidente nella decisione. Io mi auguro che il Parma torni in Serie A il prima possibile, ora mi limiterò a fare il tifo. Non sono parole di retorica: ho speso tantissimo in questo progetto, abbiamo investito emozioni. Ci sono partite in cui me ne andavo alla fine del primo tempo, non riuscivo a finire di vederle perché mi emozionavo troppo. C'è un po' di delusione ma la vita continua".

In campionato pare sia tornato l'equilibrio. L'Atalanta è un po' come il tuo Parma?
"L'Atalanta è entusiasmante. Al di là dei motivi tecnico-tattici, Gasperini ha un organico interessante. Anche il Genoa mi piace, e non perché abbiano battuto la Juve, ma perché i loro successi partono da lontano. Ben vengano questi due esempi che mi auguri portino novità al calcio italiano".

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