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Roma, Gandini: "È la prima volta contro il Milan dopo 23 anni in rossonero"

di Tommaso Bonan
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© foto di Alessio Alaimo

L'AD giallorosso Umberto Gandini ha parlato a Roma TV: Strootman? Ieri è stata una giornata importante perché è stata riaffermata la nostra ragione di opporci e appellarci al Giudice sportivo per l’applicazione della prova TV che nel caso specifico è stata fuori luogo. Possiamo giocare le prossime partite con tutti i giocatori disponibili".

Il grande lavoro di squadra?
"Sì ho trovato una società coesa, ho una bella relazione professionale con Baldissoni con cui collaboro tutti i giorni. Mauro è un tifoso della Roma, sostengo quello che ha detto a Marotta. Noi parliamo tutti i giorni e continueremo a farlo".

Roma-Milan?
"Posso dire che è la prima volta che gioco contro il Milan. È interessante perché non posso cancellare in un minuto 23 anni di lavoro con una società che mi ha dato tanto. Il primo sentimento è quello di gratitudine. È una partita importantissima. Mi aspettavo di trovare la Roma seconda. Il Milan sta facendo molto bene e ha un buon allenatore. Mi fa piacere che sia una delle partite più importanti dell’anno. Sono due squadre che si giocano il titolo di anti Juventus. C’è emozione e tensione positiva. Mi auguro il meglio per la Roma".

Che match si aspetta?
"Un match ben giocato. Il Milan aspetterà e ripartirà mentre la Roma proverà a far gioco. Non credo che il Milan possa affrontarci a viso aperto. Dovremo fare noi la partita e stare attenti alle loro ripartenze. Loro sono consapevoli di potersela giocare. È un giusto ostacolo verso il nostro percorso per l’eccellenza".

Il derby di Torino?
"È un fine settimana importante. Conosceremo gli avversari dell’Europa League e della Youth League. Sono tutte motivazioni per far bene. Siamo destinati a far bene, sono contento di far parte di questo momento".

L’effetto di 4000 persone al Tre Fontane?
"È stata una bella emozione. Credo sia stato bello per la squadra per celebrare un successo importante per Roma. Chiaramente è la dimostrazione della passione del tifo romanista. È quello che stiamo cercando di far arrivare ai tifosi: vogliamo i romanisti con noi. In trasferta i tifosi fanno degli spettacoli molto belli ma ci mancano all’Olimpico, nella nostra casa. Ci servirà il supporto anche nei momenti di difficoltà".

Il derby?
"È stato bello, la cosa più importante era portare a casa il risultato. Siamo riusciti a staccarci in classifica. Il primo tempo è stato difficile, non molto bello. Nella ripresa invece siamo riusciti ad approfittare degli errori altrui. Quando qualcuno eccelle c’è sempre qualcuno che sbaglia. È stato un bel derby. Non si può giocare sempre bene e non si può sempre vincere. Quello in cui ho sempre creduto è che il nostro dovere è essere competitivi il più a lungo possibile. Purtroppo vince una squadra soltanto ma il fatto di essere sempre lì indica che la Roma vuole sempre essere una protagonista".

Le sue sfide per il futuro?
"Rendere sempre più grande una società che è già grande. In Europa soprattutto. La Roma deve divenire una squadra globale. Con l’aiuto dei social questo obiettivo è un po’ più semplice ma servono anche i risultati. Bisogna portare anche la consapevolezza dei propri mezzi e quella serenità che servono per i grandi traguardi. Bisogna anche contribuire a far crescere il sistema Italia, il nuovo stadio e una maggiore dimensione economica della Roma".

In che direzione sta andando il calcio italiano?
"Il nostro calcio deve fare tesoro delle riflessioni che sta facendo. Noi ci stiamo confrontando e stiamo prendendo coscienza dei problemi. Dobbiamo far tutti un passo indietro verso l’interesse comune. Bisogna pensare come un sistema e non come un condominio. Dobbiamo avere una maggiore consapevolezza dell’importanza dell’Italia nel panorama del calcio internazionale".

La Super Champions?
"È stato un lavoro portato avanti da più livelli: ci sono troppe squadre importanti in Italia che devono partecipare alla Champions. Anche i successi sportivi sono importanti. Il risultato di avere la finale europea in Italia nel 2019 è importante. La cosa che mi sta più a cuore e quella di far tornare il calcio italiano dov’era. Non bisogna far diventare il nostro calcio una meta di passaggio. Prima il nostro era il calcio più importante al mondo".

Il Gandini calciatore?
"Era il classico attaccante da oratorio. Avevo un passato professionale in un altro livello: ho giocato ad hockey su ghiaccio ad alti livelli. In quello sport si gioca su una superficie non naturale, in cui lo scontro fisico è fisiologico. Nel calcio si hanno possibilità di fuga".

Come va l’ambientamento?
"Mi trovo bene. La città e il clima sono splendidi. Voglio vivere la città. Sono qui con mia moglie e ho anche molti amici che vogliono venire a trovarci. La città è accogliente e gentile. Non ho ancora quella riconoscibilità che mi rende un po’ diverso".

L’importanza della vicinanza lunedì sera?
"Deve essere importante per i romanisti. Noi vogliamo che l’Olimpico ritorni a essere il fortino che è sempre stato. L’ho vissuto per tanti anni da avversario. Ci sono molti problemi che stiamo cercando di risolvere. I tifosi della Roma devono essere all’Olimpico”.

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