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Quanto rendono i nuovi acquisti? 730 mln spesi dalla Serie A, ma tanti calciatori non hanno mai giocato! L'analisi (parziale): sul podio certezze costose. Milik-Gabigol, destini incrociati. Sassuolo da seguire, il Milan no. Chi ha visto i croati?

di Raimondo De Magistris
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Comunicazione presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per Tuttomercatoweb.com dal 2008, è il vice direttore dal 2012
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Settecentotrenta milioni di euro. Ad alcuni addetti ai lavori è bastato sbandierare questo numero, subito dopo la campagna trasferimenti estiva, per parlare di una rinascita del calciomercato in Italia. E' la cifra relativa ai soldi spesi tra giugno e agosto dai club italiani per il calciomercato. Una cifra importante, significativa, seconda solo alla Premier League che ha speso praticamente il doppio, ma troppo parziale per essere giudicata così. Senza altri dati, altri numeri e qualche spiegazione. Innanzitutto c'è da fare i conti anche con i soldi incassati, col rapporto spese/entrate, poi sul perché ci sono certi investimenti, sul come sono possibili certi acquisti e da dove arrivano questi soldi. Argomenti che meritano editoriali a sé stanti, già trattati su queste colonne e che verranno sicuramente ripresi in futuro.
Qualcosa di diverso indubbiamente s'è visto. Merito della nuova proprietà dell'Inter - che a differenza di Thohir pare davvero voler riportare in alto la squadra nerazzurra - e del Manchester United. I 115 milioni di euro spesi dai red devils per Paul Pogba hanno provocato una reazione a catena che ha permesso a Juventus e Napoli di effettuare acquisti altrimenti non preventivabili. Soldi che a loro volta sono andati nelle casse di altri club, spesso italiani, che a loro volta hanno avuto la liquidità necessaria per spendere. Una vera e propria catena di montaggio.
In questo editoriale, però, la domanda centrale è un'altra. E' quella che probabilmente più interessa ai tifosi: come sono stati spesi questi soldi? Come stanno fruttando gli investimenti estivi?
La risposta, dopo sette giornate, non può che essere parziale. Se a Platini, Passarella e Zidane servì qualche mese per adattarsi alla Serie A, logico e probabile che anche chi è arrivato questa estate da altri campionati necessiti di un periodo di adattamento. Questo, però, non vuole dire che alcune tendenze non possono essere registrare e alcune previsioni non possono essere azzardate. Perché anche le analisi parziali nel calcio servono, per tirare una linea e guardare avanti avendo le idee chiare su cosa è accaduto in passato.

IL PODIO: CERTEZZE BIANCONERE E UNA COSTOSA SCOMMESSA, QUASI VINTA, DALL'INTER - Sono oltre 160 i milioni di euro spesi tenendo conto solo dei primi tre acquisti: Higuain, João Mário e Pjanic. Poco da dire sul Pipita, costato 90 milioni di euro, un trasferimento già sviscerato in tutti i suoi dettagli. E' stato pagato tanto dalla Juventus? Si. Inciderà come a Napoli? Si, come confermano queste prime apparizioni. Marotta l'ha acquistato per compiere il salto di qualità subito, nel breve periodo, e l'argentino è già il capocannoniere della Serie A, nonostante non sia sempre partito dall'inizio.
Discorso simile per Pjanic, che a Torino sta palesando gli stessi pregi e i pochi difetti già visti a Roma. Mentre João Mário, numero 10 del Portogallo, merita un altro discorso. Perché l'ex Sporting - pagato tanto, probabilmente troppo - sembra davvero quello che serviva a questa Inter. Si prende i rischi necessari per giocare in questa squadra e rende semplici passaggi che per altri - come Kondogbia o Felipe melo - appaiono decisamente più complessi. A volte spendere tanto fa rima con spendere bene.

MILIK E GABIGOL, SOLO QUESTIONE DI FORTUNA? Sono costati grossomodo la stessa cifra: poco più di 30 milioni il bomber polacco, poco meno di 30 milioni l'attaccante brasiliano. Eppure, spesso il rendimento dei calciatori è legato anche ad altre trattative. Il loro caso ne è un esempio: Arkadiusz Milik, secondo le intenzioni di De Laurentiis, era sbarcato a Napoli per prendere il posto di Gabbiadini e diventare l'alternativa all'attuale capitano dell'Inter, a quell'Icardi che è rimasto a Milano dopo che il club ha assecondato le sue richieste sul nuovo contratto e adesso sbarra le porte proprio a Gabigol. Nell'attuale modulo di De Boer non sembra esserci spazio per entrambi, mentre Milik in poche settimane è diventato un titolarissimo del Napoli di Sarri. Lo è stato finora, ma non lo sarà per il resto della stagione. Già, perché l'analisi del suo campionato rischia di concludersi qui visto il bruttissimo infortunio rimediato con la Polonia.

DOVE SONO I CROATI? Sono quasi un caso da studiare a tavolino perché ad alti livelli i calciatori croati in Italia, con Perisic e Mandzukic come piacevoli eccezioni, proprio non trovano una loro collocazione. Mateo Kovacic è stato venduto al Real Madrid, dove oggi gioca spesso e volentieri, perché nell'Inter di Mancini era diventato un peso, un problema che adesso si sta riproponendo anche con Marcelo Brozovic.
E i nuovi acquisti sembrano andare esattamente nella stessa direzione: Marko Pjaca, tra i migliori all'ultimo Europeo, in questa Juventus ha giocato pochi minuti e ha una collocazione tattica poco chiara. Marko Rog, suo ex compagno di squadra, non è ancora sceso in campo nemmeno per un minuto, così come Mario Pasalic, calciatore che il Milan ha preso in prestito dal Chelsea. Ma i rossoneri meritano un discorso a parte.

MILAN, CHE DISASTRO - Leonel Vangioni, Matias Fernandez, Gianluca Lapadula, José Sosa, Gustavo Gomez e Mario Pasalic. Questi gli acquisti definiti da Adriano Galliani nell'ultima estate da protagonista dopo un trentennio alla guida il calciomercato rossonero. Di questi calciatori, Sosa è di fatto l'unico che si sta ritagliando un suo spazio con continuità. Ad oggi, Gomez è l'alternativa alla coppia di centrali di difesa Romagnoli-Paletta. Lapadula era arrivato per sostituire Bacca e, adesso, si trova a fare l'ombra del colombiano. Vangioni non è mai sceso in campo e forse non lo farà mai con la maglia del Milan mentre Mati Fernandez - vero e proprio caso di calciomercato delle ultime ore - sta smaltendo i suoi problemi fisici. Per ora, se ne sono perse le tracce.

TANTI MILIONI, ZERO MINUTI - Il Milan, però, non è certo l'unico club che ancora non ha fatto esordire in campionato i suoi volti nuovi. Tutt'altro. Maurizio Sarri tiene ancora in panchina ben 40 milioni di euro tra Rog, Diawara e Tonelli, quasi un record per una squadra che inserisce sempre con molta oculatezza i suoi volti nuovi. Poi una lunga carrellata di nomi: Bryan Cabezas, ala che l'Atalanta ha strappato al Boca Juniors, è al momento oggetto misterioso. Sadiq (tornato in gruppo da pochi giorni) ed Helander, gli ultimi innesti del Bologna, non si sono mai visti, così come quattro scommesse di Corvino alla Fiorentina: Bartlomiej Dragowski, Kevin Diks, Hernan Toledo e Ianis Hagi, Poi qualche parametro zero - come Ajeti e Mesbah - e molti prestiti. Infine c'è la Roma, un caso da studiare in separata sede.

E LA CAPITALE? E' della Roma l'acquisto più costoso che non ha ancora esordito in Serie A: si tratta di Gerson, brasiliano pagato poco meno di 17 milioni di euro che fin qui ha collezionato minuti solo in Europa League giocando da interno di centrocampo, un ruolo poco adatto alle sue caratteristiche. Discorso diverso per Mario Rui, erede designato di Digne ai box per un brutto infortunio rimediato in estate. Altro calciatore che ha finora giocato solo in Europa League è il portiere brasiliano Alisson, altro investimento importante, da circa otto milioni di euro, che nella Roma non trova spazio.
Nella Lazio, invece, i volti nuovi più importanti hanno esordito praticamente tutti: pochi minuti per Luis Alberto e Leitner, già titolari Immobile, Wallace e Bastos, con Jordan Lukaku diventato un prezioso comprimario per Simone Inzaghi.

PARAMETRI ZERO: L'ESTATE DEI SEI AFFARI AFFARI - Non serve però sempre spendere tanto per ritrovarsi in casa dei titolari. Tanto criticati, i parametri zero possono spesso risultare decisivi e sei in questo avvio di stagione si stanno imponendo nei rispettivi club come titolari e leader, nonostante fino a qualche settimana fa fossero senza contratto. Si tratta di Miguel Veloso (Genoa), Daniel Alves (Juventus), Ever Banega (Inter), Alessandro Diamanti (Palermo) Bruno Alves e Marco Borriello (Cagliari).

CONCLUSIONI - Scorrendo la classifica il discorso, in piccolo, può essere riproposto. Sassuolo e Torino sono esempi da seguire per società che non puntano certo allo Scudetto, a differenza di un Palermo che spesso acquista tanto per acquistare e a volte, troppe volte, i suoi giocatori nemmeno li fa esordire. Dando uno sguardo finale alla situazione generale, però, emerge che circa 100 milioni dei 730 complessivi sono stati spesi per giocatori che fino a questo momento il campo non lo hanno mai visto. Nemmeno per un minuto. E' il 13-14% della spesa complessiva, una percentuale destinata a subire una brusca impennata se si inseriscono quei giocatori come Marko Pjaca, Gabigol, Luis Alberto e non solo che finora, nonostante siamo a ottobre inoltrato, sono scesi in campo in Serie A solo per pochi minuti. E' solo questione di tempo? Lo scopriremo nei prossimi mesi.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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