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Premier, il Man. United per ora è un bluff. Tottenham, prevedibile sorpresa

di Mattia Zangari
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© foto di Imago/Image Sport

Ci sono 185 milioni di buoni motivi per considerare il Manchester United la più grande delusione di queste prime sette giornate di Premier League. Il giudizio, per natura parziale visto il periodo in cui viene emesso, ovviamente tiene conto del peso specifico delle aspettative, finora quasi tutte disattese, che erano riposte sui Red Devils a qualche giorno dal via del torneo più competitivo e avvincente del mondo.
L'illusione, foraggiata dai proclama di José Mourinho e da un mercato da nababbi in estate, è durata giusto tre giornate, fino al blitz del Manchester City di Sergeant Pep nel Teatro diventato degli incubi di Old Trafford.
A dirla tutta, Ibrahimovic e compagni, già prima di affrontare i Citizens, avevano balbettato con l'Hull City una settimana prima, trovando la risoluzione dell'enigma del gol perduto solo in pieno extra time con la rete del predestinato Rashford.
Successivamente non è che le cose siano andate meglio, anzi: in una settimana, lo Special One è riuscito nell'impresa al contrario di perdere ben tre volte, facendo registrare due ko di fila dopo la sconfitta nel derby. La crudeltà del Fato ha voluto che il manager di Setubal, dopo la fallimentare campagna di Rotterdam contro il Feyenoord, cadesse a Vicarage Road sotto i colpi del meno quotato Watford di Mazzarri, tonificato dall'entrata in campo di tale Juan Camilo Zuniga, decisivo con un gol e un rigore procurato.
Un 3-1 che è stato metabolizzato con gli interessi nel confronto diretto con i campioni in carica del Leicester City, battuti con un rotondo 4-1. Peccato che, poi, nell'ultima giornata fin qui disputata, lo United abbia fatto ancora a pugni con la continuità, impattando 1-1 con la penultima in classifica, lo Stoke City di Mark Hughes.
A tal proposito, è stata emblematica, a fine partita, la dichiarazione rilasciata da Mou che ha parlato 'di migliore prestazione stagionale'. Un bluff montato ad arte, così come l'hype creato attorno ad una squadra che finora non ha dimostrato di poter essere chiamata come tale, nemmeno con l'aiuto esterno della trinità Ibrahimovic-Mourinho-Pogba.

Ma ora veniamo alla nota più lieta, alla squadra più divertente di tutto il panorama calcistico inglese. Parliamo del Tottenham di Pochettino, alias l'ex "Sceriffo di Murphy" che all'età di 20 anni già dissertava di tattica con un certo Marcelo Bielsa.
L'ex tecnico di Espanyol e Southampton, dopo essersi sistemato sul gradino più basso del podio nella scorsa stagione, ha ricominciato a lavorare sul medesimo canovaccio, ma con un upgrade non indifferente rispetto a un anno fa: la consapevolezza nei propri mezzi dei suoi giocatori.
L'effetto è sotto gli occhi di tutti: gli Spurs sono l'unica squadra che in sette turni di Premier non ha mai conosciuto l'onta della sconfitta, neanche dopo aver incrociato il destino con il City delle 10 vittorie consecutive e un pari.
Anzi, semmai quella partita è stata la massima espressione del gioco totale di Son e compagni, un manifesto programmatico del socialismo calcistico portato all'ennesima potenza. Tutti per uno e uno per tutti, dove il tutto è maggiore della somma delle parti.
Una filosofia di gioco che ha ammaliato un maestro dal palato difficile come Guardiola, un encomio di cui fare lustro nella speranza di ricevere gratificazioni dorate a fine anno.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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