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Paolo Poggi: "Udinese in crescita, attento Toro"

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Paolo Poggi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Poggi è stato attaccante del Torino dal 1992 al 1994 e dell'Udinese dal '94 al 2000. Con lui abbiamo parlato della partita di lunedì fra le sue ex squadre.
L'Udinese arriva da due vittorie consecutive, mentre il Torino dalla brutta prestazione con sconfitta da parte dell'Inter. La cura Delneri sembra servire, il salto di qualità che dovrebbero fare alcuni giocatori granata sembra un po' tardare. Che tipo di gara ci si può attendere lunedì?
"L'Udinese è in evidente crescita e inevitabilmente ha entusiasmo che aiuta, infatti, si vedono i primi segnali di ripresa, non tanto di questa stagione sportiva ma rispetto agli ultimi anni, relativi alle prestazioni caratteriali della squadra per cui affrontare in questo momento in trasferta questa formazione è difficile.
Il Torino è vero che ha avuto una battuta d'arresto fastidiosa a Milano con l'Inter, ma guardando non alla singola partita bensì in ottica generale mi sembra che sia una squadra piuttosto temibile quest'anno. Ci sta una battuta d'arresto, anche se vincere con una buona prestazione con l'Inter avrebbe significato fare un salto di qualità evidente, però, bisogna trovare l'equilibrio giusto. Il Torino comunque ha fatto molto bene in questo inizio di campionato e questo mi suggerisce che ha le capacità per continuare a fare bene e di conseguenza la partita con l'Udinese sarà una delle più belle di questo turno, come lo è stata Juventus-Napoli".
Quali sono stati i cambiamenti che ha apportato Delneri e che hanno permesso all'Udinese di risollevarsi?
"Non lo so perché non credo che sia una cosa che si può intuire solo guardano giocare la squadra, quindi, mi rifaccio alle parole di Théréau pronunciate qualche giorno fa, il cambiamento di rotta è possibile solo nel momento in cui tra squadra e allenatore si trova una perfetta alchimia. Evidentemente questo è ciò che ha fatto un po' la differenza ed è stato bravo Delneri non tanto ad apportare qualche cosa di nuovo dal punto di vista tecnico-tattico, ma a schiacciare il pulsante giusto all'interno del gruppo e a riceverne in cambio la fiducia della squadra".
Nel Torino ci sono giocatori discontinui e altri che rendono meno delle aspettative, solo fatiche dovute a partite ravvicinate nell'arco temporale o problematiche più complesse e profonde?
"Non credo alla fatica fisica per partite che si disputano a distanza ravvicinata, è una sorta di alibi che troviamo noi italiani quando c'è da giustificare qualche prestazione non di livello, ovunque si giocano gare a distanza di tre-quattro giorni.

Può esserci semmai una fatica a livello mentale, la capacita di saper reggere a livello psicologico più partite ravvicinate e tanti complimenti per prestazioni importanti oppure il contrario tante critiche per gare giocate non bene. La continuità si trova nel momento in cui si raggiunge l'equilibrio anche nella testa dei giocatori. Non si può parlare di fatica fisica in una squadra dove ci sono molti giovani, è successo anche al Milan la settimana scorsa, aveva vinto due turni fa con la Juventus e poi in quello successivo ha perso malamente con il Genoa. Il Torino ha bisogno di sbagliare per accumulare esperienza perché in rosa ci sono ragazzi, così come nel Milan, che indubbiamente hanno grandi qualità e che hanno bisogno di accumulare, appunto, tante esperienze prima di raggiungere la completa maturazione che gli permetta di avere continuità nell'arco di tutto il campionato".
La classifica rispecchia i valori di Udinese e Torino?
"Sì, anche perché difficilmente la classifica mente, può esserci qualche "bugia" nei primi due-tre turni, ma dopo, piano piano, quando il campionato entra nel vivo la classifica non mente".
Queste due squadre a cosa possono aspirare in termini di risultati finali?
"L'Udinese deve essere brava a salvarsi per tempo e in maniera tranquilla, migliorando i risultati delle ultime stagioni durante le quali la salvezza è arrivata sempre in maniera risicata e alla fine. Il Toro deve continuare sulla strada intrapresa e, secondo me, fare anche qualche cosa in più. Nelle stagioni precedenti il Torino è arrivato nella zona a ridosso delle postazioni più alte e quindi quest'anno deve giocarsela fino alla fine per disputare le competizioni europee".
Cambiando argomento e parlando di lei, negli ultimi anni è stato il responsabile tecnico dell'Udinese Academy, ma adesso che cosa sta facendo?
"Sono in un momento di pausa, anche se ho le idee chiare sul futuro e nel frattempo mi tengo aggiornato. Starò fermo ancora per un po' e poi riprendo, ovviamente sempre nel mondo del calcio".

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