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Mercato 2016: tre cose che tengo, tre cose che butto...

di Luca Marchetti
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© foto di Federico De Luca

Finito anche stavolta, da poco, da pochissimo. Ancora fresche in testa le centinaia di trattative che hanno animato questa sessione di mercato pazzesca. Una sessione in cui hanno trovato spazio tutti: dai grandi ai piccoli, dalle società ai dirigenti. Mai il calciomercato italiano era stato così vivace negli ultimi anni. E, soprattutto grazie alla Juve e ai soldi della Juve, così ricco...
1 - Scontato, tengo il mercato della Juve. È stato faraonico, praticamente prefetto. Anche senza Witsel. Poi parlerà il campo, ovvio e l'obiettivo della Champions dovrà essere orioritario oltre ad entrare nella storia con il sesto scudetto consecutivo. Cuadrado è solo l'ultimo acquisto di un'estate pazzesca, in cui la cessione di Pogba passa quasi in secondo piano. La Juve è intervenuta in tutti i reparti, ha migliorato già una rosa supercompetitiva. Ma soprattutto ha dimostrato a tutti che con la programmazione si riescono a superare ostacoli che sembravano insormontabili. Ora è chiaramente alla pari delle grandi d'Europa. Ha costruito una grande squadra, ha uno stadio di proprietà, centro di allenamento e addirittura io medical center. Dopo una spesa del genere è chiaro che le pressioni sono sul campo, ma difficilmente in questo momento si può criticare qualcosa alla dirigenza bianconera
2 - Tengo la rinnovata forza economica dell'Inter. Probabilmente l'Inter sarebbe stata competitiva anche senza i due regali Suning (Joao Mario e Gabigol, 72 milioni di euro in due spesi in un giorno), ma l'irruzione dei cinesi nel mercato italiano ha un significato molto importante. Il fair play finanziario aveva indotto l'Inter a una condotta più prudente (ma comunque all'acquisto di giocatori molto interessanti e funzionali, Banega e Candreva su tutti). Suning ha detto: ci pensiamo poi dopo lal FFP. Ripercussioni ora ce ne saranno visto che i nuovo acquisti non saranno in lista Uefa, ma nel corso dei mesi verrà aumentato il fatturato e le sponsorizzazionei. Da non dimenticare anche la ferma volontà di far fermare Icardi a Milano. I soldi ci sono, mancano i risultati (ma dopo l'addio di Mancini era normale pagare dazio). Ora tocca anche all'altra parte di Milano?
3 - Tengo la voglia di investire sugli italiani (Sassuolo ma non solo). Si parla tanto di mettere delle regole per facilitare anche il lavoro di Ventura, ma poi sono in pochi (o relativamente pochi) quelli che lo fanno. Il Sassuolo è fra questi: Matri, Sensi, Ragusa, Mazzitelli, Iemmello, Ricci e Ferrari. Il made in Italy funziona ed è in Europa. Chi ce li ha se li tiene, vedi Pavoletti che il Genoa ha trattenuto, nonostante le aveances di Fiorentina e Napoli. Vedi Lazio che punta su Immobile, vedi Bologna che avrebbe puntato su Cerci last minute se le visite mediche fossero andate bene. Vedi Milan che si tiene Romagnoli. Siamo lontani dal bel lavoro che stanno facendo in Emilia ma sono segnali importanti
1 - Butto volentieri le forzature eccessive. Gli affari si fanno anche senza dover sbattere per forza la porta.

Non tutte le società ti costringono a perdere la pazienza, non tutti i giocatori (o procuratori) si comportano per forza male. Purtroppo in questo mercato ci sono state alcune situazioni di forzatura estrema. Tre su tutte: Maksimovic e Diawara, lato giocatori. Lazio con Keita, lato società. In alcuni casi la trattativa alla fine è soddisfacente per tutti (vedi quelle di Maksimovic e Diawara, che alla fine sono stati ceduti alle cifre che volevano Torino e Bologna, ma c'era davvero bisogno di arrivare a tanto, con giocatori che non si sono presentati in ritiro e che non hanno dato più notizie?) in un altro no (Keita è rimasto alla Lazio, chissà ora cosa succedera: neanche l'ombra dei 30 milioni richiesti, giocatore per almeno due settimane messo da parte). Al di là delle ragioni di uno o dell'altro in cui non vogliamo e non sappiamo entrare l'eccesso non ci piace. Siamo comunque nel mondo del superprofessionismo...
2 - Butto le supervalutazioni (non solo quelle cinesi) ogni cosa ha un prezzo d'accordo ma alcuni sembrano aver avuto un prezzo decisamente alto, forse troppo. l di là delle offerte che arrivano dalla Cina anche in Europa ci sono state delle valutazioni incredibili, quasi fuori mercato. A parte i 105 di Pogba o i 90 di Higuain. Pensate all'offerta da 60 per Bonucci (da parte del Chelsea), i 55 per Koulybaly, i 28 per Alonso (operazione conclusa). Anche i 40 più bonus per Joao Mario non sono uno scherzo. O i quasi 30 per Maksimovic. Se vuoi un giocatore lo devi pagare, tanto. Alle volte troppo. Se veramente troppo dipende anche qui dal campo. Ogni cosa ha il suo prezzo ma non tutto per forza è in vendita. A cascata quindi anche chi non ha in casa grandi giocatori spara valutazioni incredibili. Come se il mercato avesse due velocità. Un po' è sempre stato così, ma la forbice si sta allargando...
3 - Butto la mancanza di programmazione (o di chiarezza). E non è solo una questione di ultimo giorno e degli affari last minute. Se la Juventus in questi anni ha dimostrato di saper programmare e quindi arrivare alla vittoria (esattamente come il Sassuolo) non tutti riescono. Il Napoli ha seguito una sua linea e ha continuato a rinforzare la squadra allargando i potenziali titolari e soprattutto comprando molti giovani per continuare a dare futuro alla squadra. Complice invece anche la situazione societaria in piena evoluzione, con una firma sul preliminare arrivata a metà mercato, con Gacinkoff prima (e Fassone poi) da dover coinvolgere nelle scelte, il Milan ha pagato questo nel mercato. Meno soldi rispetto alle altre big, magari le stesse idee, ma non gli stessi risultati. Il Milan sul mercato ha investito più di 25 milioni, prima ha puntato sulla cessione di Bacca (per questo è arrivato Lapadula) e poi Bacca non è stato più ceduto. Questo ha complicato tremendamente i piani, ma gli acquisti di Gomez e di Sosa sono tutti da scoprire e non hanno infiammato, come magari era successo negli anni passati, neanche mediaticamente la tifoseria rossonera. L'ultimo acquisto, Mati Fernandez, è stato controverso soprattutto viste le polemiche che si sono scatenate dopo le dichiarazioni del direttore sportivo Capozucca sull'eventuale ruolo di Pablo Cosentino nella trattativa con il cileno. Di sicuro non è facile lavorare in mezzo a due padroni, e purtroppo si è visto

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