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LIVE TMW - Roma, Spalletti: "Rudiger sta bene, ora è un leone in gabbia"

di Simone Lorini
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

13.45 - A breve Luciano Spalletti torna a parlare: il tecnico della Roma presenterà alla stampa presente a Trigoria la prossima sfida contro il Sassuolo, il programma domani sera a Reggio Emilia, naturalmente nella sede del Mapei Stadium. All'ordine del giorno naturalmente la sfida, lo stato di forma della squadra e il rientro di Rudiger.

Il tecnico chiarisce che Mario Rui e Vermaelen non saranno della gara, così come Peres e Perotti. Seck out per un'altra settimana. Inizia la conferenza stampa: "Ho letto tutto quello che è successo e tirare in ballo la libertà di stampa in funzione di quello è successo c'entra ancora meno delle galline de' Cioni. Il comunicato parla di manovre opache e personalmente mi è parso di denotare una certa interpretazione "personale" delle cose. Quando abbiamo preso El Shaarawy c'è stato un attacco preventivo, ho visto titoli contro Dzeko senza aspettarlo o magari "Totti purga Spalletti" ma se la Roma vince, io vinco. La libertà di stampa guai a chi la tocca, deve essere totale. Su questo argomento non voglio tornare, potremo approfondire dopo la partita".

Se il Milan va in vetta alla classifica: troppo presto per parlare di equilibrio?
"E' presto ma fa bene vedere diverse squadre in alto, probabilmente senza tutti quei punti lo stadio non sarebbe stato così pieno e per questo noi parliamo spesso di questo argomento e delle ali dell'entusiasmo che ti porta avere l'Olimpico pieno, visto che io l'ho vissuto. Avere tante squadre in alto è bello, rende il campionato più interessante, spero continui su questa linea".

Cosa pensa del Sassuolo di Di Francesco?
"E' allenata bene, una società forte, che mira in alto. Prende i giocatori e li fa crescere, cosa che non tutti possono fare, visto che in talune realtà è più difficile. Davanti sono molto veloci, anche se gli manca qualche giocatore forte ma ne hanno tanti bravi. Di Francesco ha fatto vedere che si fida di tutti, chiunque giocherà sarà temibile. L'anno scorso per noi è stato il crocevia, anche se sono arrivate scelte difficili".

Nel 2005 Di Francesco era al suo fianco come team manager: che ricordi ha?
"Era già allenatore. Quando gli davo la formazione per fare le fotocopie e non si capacitava di alcune mie scelte. E poi era uno di campo, faceva il Team Manager ma si discuteva di calcio. Era già un allenatore. Ora sta facendo vedere che ha personalità, che tocca i tasti giusti. E poi ha un po' modificato quello che è interpretare il passaggio da ex calciatore ad allenatore. Può far male a tutti".

Il Sassuolo punta forte sugli italiani, spesso anche romanisti: cosa ne pensa?
"E' una domanda corretta, su un aspetto che desta curiosità. Loro sono venuti a prendere giovani nostri, alcuni anche forti: nel mercato estivo mi sono trovato a dover discutere di alcune posizioni dove io scelgo il titolare e c'è chi non vuole rimanere perché vuole giocare tutte le domeniche. Se arriva una richiesta di questo tipo, purtroppo bisogna cedere. Iago Falque è un ragazzo splendido, ha provato a mettermi in difficoltà ma l'abbiamo ceduto perché aveva mercato e perché non c'era posto per lui, per fare un esempio. Ljajic sarebbe un altro, con lui non ci ho neanche parlato. Se non lo fai giocare con continuità perde qualche qualità, ha quell'entusiasmo lì. Uno come Ricci, un ragazzino, magari ti fa pentire di averlo dato via, ma meglio programmare qualcosa per l'anno prossimo".

Le condizioni di Juan Jesus e Strootman?
"Juan Jesus ha un risentimento al polpaccio ma è in condizione di giocare. Strootman? Parte dall'inizio, ha recuperato".

C'è possibilità di vedere Iturbe e Gerson lontano da Roma a gennaio?
"A dicembre come sempre valuteremo chi ha giocato poco e decideremo, ora avrebbe poco senso".

Venti vittorie in ventotto partite non bastano per convincerla sul rinnovo di contratto?
"Non conta questo: la penna del mio contratto ce l'hanno i calciatori. Noi abbiamo necessità di vincere, l'ambiente è perfetto per lavorarci ma la difficoltà è dovuta dalla necessità di vincere. I tifosi della Roma hanno visto Totti per vent'anni e il paragone un po' stride, non è facile trovare altri come lui. Hanno visto Falcao e non solo. Dobbiamo portare a casa cose ben visibili o dobbiamo andare via da questa città, da un punto di vista sportivo naturalmente".

E' più sorpreso dalla partenza del Milan o da quella dell'Inter?
"Entrambe destano attenzione: è evidente che quello di Montella è un lavoro eccezionale. Dell'Inter non posso parlare non conoscendo l'ambiente, ma da amante del calcio ovviamente mi aspetto di più. De Boer mi pare comunque una persona molto seria e professionale, ma anche lì c'è la necessità di vincere visto il nome scomodo sulla maglia".

A che punto è la condizione di Rudiger?
"Il ragazzo è sano, in questo momento è un leone in gabbia: non ha i novanta minuti ma è un muscolare, ha irruenza e impeto. Domani farlo partire dall'inizio sarebbe azzardato".

Dall'inizio della stagione hai giocato con un titolare in difesa dei quattro "sulla carta". Una volta tornati tutti a disposizione, che margine di miglioramento ci può essere?
"Tanti, non perché chi manca è meglio ma perché poi si crea concorrenza, che alza il livello. Avere due difese di alto livello che si contrappongono, alza il livello dell'allenamento, anche per l'attaccante che affronta quella difesa. Parliamo di giocatori forti, che non hanno il timore di prendere gol quando si trovano nella situazione di difficoltà, sono abituati ad un confronto di altissimo spessore, ci darebbero un vantaggio enorme".

14.35 - Termina così la conferenza stampa di Luciano Spalletti a Trigoria.

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