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LIVE TMW - Roma, Spalletti: "Dzeko ancora in dubbio. Strootman grande persona"

di Tommaso Bonan
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© foto di Federico Gaetano

Tempo di conferenza stampa in casa Roma, con il tecnico giallorosso Luciano Spalletti che prende la parola alla vigilia della sfida contro la Sampdoria. Segui il LIVE a cura di TuttoMercatoWeb.com:

Sulle condizioni degli infortunati e su Strootman: "Ci sono stati dei miglioramenti importanti per diversi giocatori, Florenzi e Digne hanno fatto tutto l'allenamento, Dzeko va rivisto anche oggi così come del resto gli altri. Per De Rossi dobbiamo guardare, un po' di problemi ci sono, bisogna fare cure e oggi non svolgerà tutto l'allenamento. Il punto sugli infortunati lo faremo tra un po'. Strootman ha già fatto vedere di essere sulla strada giusta, mi è piaciuto nei movimenti che ha fatto nella gara giocata con la Primavera, grande professionista".

Sull'assenza di Nainggolan: "Abbiamo più soluzione, dipende anche dal bollettino medico. Bisogna aspettare l'allenamento di oggi per avere qualche certezza in più. Florenzi è sicuramente da tenere in considerazione, ma c'è anche Iago Falque che può ricoprire quel ruolo. A centrocampo siamo abbastanza coperti, anche se serve equilibrio".

Sulla sfida contro Montella: "Colpisce la qualità del tecnico, l'equilibrio e il modo di stare in campo. Tutti hanno apprezzato il lavoro nelle giovanili della Roma. Non gli è stato concesso niente, ha fatto tutte le tappe per poter crescere al meglio. Tutti hanno apprezzato il lavoro con la Fiorentina con cui è arrivato nei primissimi posti. Avrà un futuro importante perché è un ragazzo intelligente. Tutte le volte che ci ho parlato mi ha dato questa sensazione. Sarà un avversario difficile da affrontare".

Sull'assenza della prima punta nella migliore prestazione stagionale: "Secondo me di punte ne avevamo due e hanno segnato tutte e due, oltre a fare un lavoro particolare. E' il lavoro che produce una squadra e quello che è il movimento che non dà riferimenti, l'interpretazione a dare una mano, a fare la fase difensiva che non permette agli altri di sviluppare il gioco. È un insieme di qualità che porta alla vittoria. Danno un contributo anche quelli che corrono, non solo quelli che segnano. Perotti e Magnanelli sono i giocatori che hanno fatto più strada e tutti e due sono stati importanti. Da un punto di vista di ruolo devo tenere in considerazione il lavoro della squadra, che fanno tutti i calciatori in campo. Un valore aggiunto messo a una disponibilità di corsa e di continuità".

Sulle parole di Keita in merito ai tifosi: "È vero che se vai all'estero, si tende di più a fare viva viva viva e non abbasso abbasso. Lui la subisce meno questa pressione, noi chiamandoci Roma siamo costretti ad avere la responsabilità di quelli che devono andare a tentare di fare risultato sempre. Abbiamo il privilegio di giocare nella Roma e anche la responsabilità. Se si aiutano, penso che sia meglio. Ma bisogna smettere di dire che l'ambiente di Roma è difficile, facciamo un altro giochino. Costruiamo lo stile Roma, noi siamo uno stile. Con lo Zenit si andava in tutte le parti del mondo a fare la preparazione, ho trovato un ragazzino in ascensore con le patatine e la coca-cola, mi guardava e mi fissava. Io avevo tutte le scritte dello Zenit sulla maglia, mi disse Spalletti Roma. Io risposi che ero dello Zenit, lui mi riconobbe solo come coach della Roma. I bambini sanno chi siamo, noi abbiamo un dovere verso di loro".

Sui numeri della squadra: "I ragazzi lavorano in modo corretto. Bisogna fare attenzione ai dati, ancora più importanti sono quelli delle palle riconquistate, non della percentuale di possesso palla che non dice niente, magari gli avversari non ti attaccano e aumenta. Per avere dati sul non perderla va riconquistata. Abbiamo diminuito le palle perse sullo stretto, dipende dalla maggiore tranquillità, perché si vede. Magari c'è stato un palleggiatore in più, ma tutti hanno partecipato a questo dato. È un dato che è andato progredendo".

Sui molti infortuni della scorsa stagione e di quest'anno: "E' sempre stato così, gli infortuni vanno a colpire la squadra che deve fare risultato e non sta dando quello che potrebbe. E allora scatta il meccanismo che non si fa risultato per via delle assenze. Invece è il contrario, perché c'è più predisposizione ad infortunarsi quando c'è meno tranquillità".

Sulla situazione di Nura la partenza di Gerson:: "L'ho letto da voi prima di vedere il dottore. Ancora doveva fare la visita. Io e il dottore siamo in sintonia: il topino è sordo, riporta cose sbagliate. Ha trovato la medicina anche per il topino: le supposte. Nura ha fatto la riabilitazione, la visita. Gli è stato concesso di potersi riallenare con noi, è impressionante la velocità di essere qui e vederlo là. Sembra un soffio di vento, quando arriva a destinazione sembra che non abbia corso lui ma qualcun altro. Io quando faccio dieci metri ho il fiatone. Ora va messo nel contesto di squadra, anche se in quel ruolo lì ci sono mostri sacri. SI cercherà di fargli trovare un ambiente dove possa crescere, maturare, senza mettergli subito responsabilità addosso che possono creargli difficoltà. Gerson non è mai stato tesserato, era qui e non era contento di questa soluzione, perché giustamente voleva esercitare il suo mestiere. Ha parlato con la società e ha trovato questa sistemazione. Siamo contenti se va a star bene, con noi poteva solo allenarsi. Mi è sembrato un trequartista di qualità, intuizione. Si starà a vedere, a noi interessa quello che possiamo usare".

Su Szczesny: "Mi sembra un ragazzo intelligente prima di tutto, che ha una gradissima qualità: la freddezza. A volte sembra quasi troppo rilassato, ma invece è concentratissimo: ha il carattere del portiere vero. Mi piace come persona e come portiere. E' bravo a giocare con i piedi, e nel calcio moderno è fondamentale".

Su Keita e Maicon: "Il fatto che possono giocare tre partite in otto giorni è un dato da tenere in considerazione, ma bisogna pensare anche all'inattività precedente".

Sulla crisi di Dzeko: "Secondo me c'è un solo motivo: lo serviamo male. Non gli diamo palle che lui può giocare. Lo dobbiamo sostenere di più e servire meglio. Non necessariamente andando sul fondo, i cross da dentro il campo si possono fare uguale. Lui si predispone per riceverli. Poi c'è la palla buttata, che si può usare con un giocatore con queste qualità. Fisicamente è una belva, si comincia l'azione dove sta lui. Si predispone un gruppetto di calciatori che cominciano l'azione da dove la fa cadere lui. Non è una cosa casuale, ma organizzata. Faremo anche questo. Dobbiamo servirlo meglio e farlo sentire nel gioco".

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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