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Le panchine di marzo e il giallo di Zamparini. Inter, un altro parametro zero

di Luca Marchetti
Nato a Terni il 6 maggio 1976, lavora a Sky come vice caporedattore e si occupa del coordinamento del telegiornale. Tra i volti più conosciuti del calciomercato per l'emittente di Rupert Murdoch.
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© foto di Federico De Luca

Quando arriva marzo le panchine tengono banco. Sondaggi, novità, interessamenti, progetti, incontri. Ma mai potevamo immaginare che Palermo fosse il centro delle panchine. Già la stagione del rosanero sembrava un film corale: uno di quelli dove tutti i principali attori del momento si ritrovano, anche con una piccola parte, tutti nella storia. Solo che questa storia sta assumendo invece che caratteri della commedia quella di un film drammatico. Finora sui cambi d'umore di Zamparini in molti avevano scherzato. Peraltro lui ha sempre fatto così, è sempre stato definito vulcanico. Fa e disfa. Aveva chiesto anche scusa, in questa stagione. Dopo l'ultima intervista in cui veniva massacrato però Iachini ha detto basta. Non ce la fa più, sperava che il presidente fosse veramente cambiato, ma non è così. Richiamo Ballardini, ma Ballardini non lo vuole lo spogliatoio (che vorrebbe che rimanesse Iachini, ma neanche loro sono riusciti a convincere l'ormai ex allenatore del Palermo) e Ballardini non trova l'accordo (perché si era svincolato) con Zamparini. Così mentre da Boccadifalco gli ex collaboratori di Iachini sono divisi fra campo e valige Zamparini butta sul piatto tre allenatori: Novellino, Corini e Colomba. Alla fine è stato scelto Novellino, che sarà allenatore dei rosanero fino alla fine dell'anno senza alcun vincolo per il futuro.

Il problema è che comunque vada a finire con la questione panchina, tutto questo ha portato ad un Palermo in caduta libera ad un punto appena dal Frosinone terzultimo. Ecco perché un film drammatico. Mai nessuno aveva pensato (dopo il primo esonero di Iachini) che il Palermo potesse essere messo così male. E il presidente Zamparini (che per il Palermo ha fatto tanto in tutti questi anni) dovrebbe capire che purtroppo per lui e per i tifosi tutto questo è la logica conclusione dei suoi interventi, almeno quest'anno, non facilmente comprensibili.

Dopo una storia così articolata e avvincente pensate che sia meglio interessarsi del resto delle panchine di A? Potrebbe non essere abbastanza interessante. Anche perché di punti fermi non ce ne sono, molto dipende anche da come finisce la stagione. Alla Juventus sono sicuri che si proseguirà con Allegri senza problemi e che il rinnovo potrebbe addirittura essere annunciato dopo il ritorno di Champions con il Bayern, indipendentemente dal risultato. Al Napoli la situazione di Sarri è particolare. Perché se i risultati del suo lavoro sono sotto gli occhi di tutti De Laurentiis gli ha fatto firmare un contratto talmente particolare che sono pochi gli appigli per chiedere un aumento, a meno che il presidente non decida di fare un regalo a chi l'ha riportato in alto. 5 anni ma con rinnovo automatico soltanto in favore del presidente. Per questo De Laurentiis continua a dire che decide lui sul rinnovo di Sarri. Scendendo in classifica (e saltando Spalletti, che delle prime è quello con più le percentuali più alte di permanenza, visto anche il lavoro che ha fatto) troviamo Sousa. A Firenze vorrebbero farlo rimanere: i risultati parlano chiaro. Bisognerà capire quali sono le squadra che concretamente si sono interessate a lui. Perché è vero che la Juventus lo sta studiando, ma è anche vero, come abbiamo detto poche righe fa, che sono convinti di tenersi Allegri. Mancini è un altro degli allenatori legati ai risultati: con il terzo posto in tasca sarebbe tutt'altra musica. Il periodo peggiore sembra essere passato, ora bisogna rincorrere. Perché se l'Inter non è da scudetto (ancora) non andare in Champions sarebbe comunque un bel problema. E poi il Milan, giusto per fermarsi alle grandi. Forse qui i risultati conteranno meno, nonostante la possibilità di alzare un trofeo. Il rapporto fra Berlusconi e Mihajlovic è ai minimi termini, da ambo le parti. Difficile, ora, pensare che tutto sarà ricomposto nel giro di pochi mesi. Più facile che tutto cambi. Per andare dove? Sta risalendo posizioni su posizioni Di Francesco (che potrebbe interessare anche all'Inter così come Montella). Insomma cambiamenti sì, ma ancora è una nebulosa. Pensate all'Udinese che non trova l'allenatore per chiudere la stagione (visto che Colantuono ormai non gode più della fiducia incondizionata della famiglia Pozzo) visto che per l'anno successivo c'è già un big prenotato (e c'è chi sussurra il nome di Pioli c'è chi invece che il posto sia per Widmer).

L'Inter ha messo le mani su un altro parametro zero. E così dopo Banega un altro buon colpo per i nerazzurri. Si chiama Caner Erkin e Ausilio aveva provato a prenderlo anche prima di arrivare a Telles sfruttando proprio la sua situazione di giocatore con un anno soltanto alla scadenza di contratto. Poi sono cambiate strategie e opportunità. Non il gradimento nei confronti del ragazzo: e infatti dopo 12 mesi eccoci qua di nuovo con il contratto pronto da firmare appena passa le visite mediche. Tre anni a circa due milioni (nonostante ancora non ci sia accordo totale). L'Inter continua a portarsi avanti: passi in avanti concreti anche con il procuratore di Brozovic pere il rinnovo.

Mentre invece uno dei corteggiamenti più lunghi del calciomercato sta per finire. Maksimovic Napoli evidentemente non è un matrimonio che doveva funzionare. Ancora fra Torino e partenopei c'è troppa distanza, e ultimamente si è inserito anche lo United.

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