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Juve-Higuain-Napoli, l'affare si ingrossa: De Laurentiis ha detto una bugia, Marotta due! Ecco dove finirà il Pipita. Inter: in arrivo 3 gioielli, ma il buonsenso non si compra al mercato. Milan: una scelta azzeccata e un mistero

di Fabrizio Biasin
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© foto di Alessio Alaimo

Ti rendi conto di essere vecchio, bollito, praticamente da buttare, decisamente pronto per andare a fissare il cantiere, quando uno ti dice "ehi matusa, quanti Pokemon hai?" e tu gli rispondi "Cazzo è Pokemon?". A me è capitato. Per rifarmi sono entrato con circospezione nell'universo Pokemon (che col mercato del calcio c'entra nulla, ma volendo anche sì) e ho scoperto un sacco di cose.

Se sul tram una bella manza ti fissa il pacco e ha in mano un cellulare, non è perché improvvisamente sembri Rocco, più probabilmente ti hanno piazzato un Pikachu sul pipino.
Se sul tram una bella manza ti fissa il pacco e NON ha in mano un cellulare, allora forse hai esagerato col cotone.
I Pokemon sono come certe "profumiere": pensi di averle inglobate solo te, e invece sono nella collezione di tutti.
Se hai tempo per andare ad acchiappare un Pokemon a cinque chilometri da casa tua, i casi sono due: 1) Non c'hai un cazzo da fare. 2) Sei Lapo (e quindi non c'hai un cazzo da fare, ma con molta classe).
Se la mappa ti conduce nella camera della tua ragazza, ma non trovi il Pokemon sul letto, controlla nell'armadio.
Viva gli Exogini, abbasso i Pokemon.
Bobo Vieri non ha scaricato PokemonGo, aspetta l'evoluzione del gioco con le ragazze Cin Cin al posto degli scarrafoni.
Ho provato a spiegare a mio padre la roba dei Pokemon. Pensavo di non farcela. Mi ha risposto "Ho capito, coglione. Comunque ai miei tempi si andava a trombare, salutami Pikachu".
Credo abbia vinto lui.
Mi piacerebbe scrivere dei saggi sull'universo dei Pokemon, ma incombe il caso-Higuain.
Il caso-Higuain ha già mandato in pappa il cervello di molti addetti ai lavori. Siamo passati tutti quanti dal "Certamente Higuain andrà alla Juve" al "De Laurentiis batte Marotta 1-0".
Chi legge la lenzuolata di cose che scrivo ogni martedì, sa che sul Pipita ho la mia idea da tempo: il giocatore piace a tanti club ("grazie al cazzo", direte voi), ma da lì a sganciare i famosi 94 milioni ce ne passa. Per settimane abbiamo letto di Higuain che "Piace al Psg, anzi no al Bayern, anzi no al City, al Real, alla Juve, all'Arsenal". Piace a tutti, ma non al punto di tirare fuori il malloppo, almeno per il momento. Il motivo è semplice. 1) 94 milioni per un 29enne sono tanti, anche se ti chiami Higuain e sei un fenomeno. 2) Chi potenzialmente può permettersi questo "azzardo" non ha fretta, soprattutto se è consapevole del fatto che il patron del Napoli mai abbasserà di un centesimo la sua richiesta e, soprattutto, se ha un accordo con il giocatore. 3) Il fratello del Pipita si è ingenuamente esposto senza avere certezze, così facendo si è inimicato la piazza che lo adorava e si è consegnato nelle mani dei club "che forse pagheranno la clausola, ma forse no". Un genio.
In quest'ottica la giornata di ieri ha chiarito almeno un paio di aspetti. De Laurentiis ha modi "originali", ma certamente efficaci. Sa che comunque andranno le cose lui cadrà in piedi, sa che potrà fare nulla per fermare l'eventuale pagamento della clausola (cosa che gli risparmierebbe le critiche dei tifosi), sa che al momento Higuain è il vertice più attaccabile nel triangolo Juve-Napoli-Pipita, sa che a prescindere dal "successo" di ieri è il caso di sondare il mercato alla ricerca di eventuali e valide alternative. Lo sta facendo? Sì. È agitato? Disperato? Preoccupato? Voi lo sareste se l'addio - non del vostro affetto più prezioso, ma di un calciatore - vi portasse in cambio 94 milioni? Suvvia, non scherziamo.
De Laurentiis gongola, non lo può dire e saggiamente snocciola anche qualche piccola bugia. "Ho messo una clausola così alta proprio perché non voglio perdere il ragazzo". Gli si potrebbe ribattere: "Se per te il ragazzo era ed è incedibile, allora bastava evitare di mettere qualsivoglia clausola". Ma son quisquilie: un presidente che prima di tutto è un imprenditore, non solo ha il diritto di poter incassare, ma nell'ottica della "sopravvivenza a lungo termine" ha il dovere di farlo, in particolare se sa come rimpiazzare cotanto bomber. Anche per questo la frase "La Juventus non ci farà questo torto" sa di "pura strategia": se i bianconeri pagano la clausola incassa e gli ha tirato la stoccata, se non lo fanno ha vinto agli occhi delle masse.
Conclusione. De Laurentiis ha parlato e lo ha fatto con intelligenza, ora la palla passa a Higuain: Pipita, Napoli è tutt'orecchi.
Sull'altro fronte la strategia è abbastanza chiara: la Juve ha sondato il terreno per vedere se c'erano margini, ben sapendo che la risposta sarebbe stata "o clausola o niente". La risposta di Marotta: "Non paghiamo la clausola, finisce qui. Per ora..." fa intuire che siamo alle prime scaramucce, ma che non ci sarà una vera e propria guerra, perché non è necessaria. La Juve ribusserà alla porta del Napoli più avanti e se - come probabile - la risposta sarà ancora la stessa ("O clausola o niente") valuterà le varie alternative. 1) Pagare i famosi 94 e spicci, magari "ammortizzando" il tutto con una cessione (il City tornerà alla carica per Bonucci, ma solo in caso di offerta "senza senso" il difensore partirà). 2) Puntare su un altro bomberone (Sanchez è una possibilità che resta assai viva). Anche in questo caso fretta non ce n'é: con Pjaca praticamente chiuso a 22,5 milioni, con Pjanic già in rodaggio, con Dani Alves nel motore, per il "nuovo Morata" si può anche pazientare fino al termine della tournee in Australia.
Al Milan le certezze sono quelle che offre lo sguardo di Montella: rilassato, consapevole, soprattutto molto chiaro con la società. "Galliani sa di cosa ho bisogno", ha detto lunedì. Segno che l'Aeroplanino ha dettato la linea e vuole poter incidere con maggiore certezza sul mercato rispetto ai suoi predecessori. Gli effetti si vedono anche sul campo, pur dopo una sola uscita.
I problemi, semmai, sono fuori dal campo. Ieri Galliani ha fatto visita a Berlusconi per avere il via libera sul mercato, ovvero per poter spendere anche senza dover aspettare la firma del preliminare con i cinesi. Lo slittamento dell'accordo (non prima della fine di luglio) ci fa pensare che il patron darà comunque l'ok ai colpi Musacchio e Zielinski, ben sapendo che Bacca prima o poi troverà una sistemazione "gradita".
Il resto è il solito mistero, tra le voci di chi è certo ("i cinesi ci sono, bisogna solo sistemare i dettagli"), gli scettici ("Berlusconi ha cambiato idea") e gli stra-scettici ("sono i cinesi che non accettano determinate condizioni"). Difficile schierarsi, inutile alimentare la confusione, giusto dire che nel marasma generale, almeno questa volta il club una scelta giusta l'ha fatta: quella relativa alla panchina.
Quindi l'Inter. In casa nerazzurra si sta perdendo una grande occasione. Poteva essere l'avvio di stagione dei sorrisi, della distensione, del "è appena arrivata una nuova proprietà, lavoreremo con senno", invece si è deciso scientemente di fare confusione.
Neanche il tifoso più pessimista poteva immaginare che i problemi potessero essere generati non da questo o quel tesserato, bensì dai due dipendenti più rappresentativi: il capitano e l'allenatore. Allucinante.
L'Inter non è una squadra che ha bisogno di comprare 21312 nuovi giocatori, semmai ha bisogno tre prospetti di prima fascia (e li avrà, per Gabriel Jesus - arrivo non prima di gennaio - offerti 30 milioni), ma con i titoloni sui giornali dettati dall'atteggiamento della sua guida in panchina e del suo giocatore più celebrato, ha prestato il fianco a quelli che "in ritiro c'è casino e sul mercato non succede niente: crisi". Totale: un disastro mediatico la cui responsabilità per una volta non è degli infami giornalisti (o almeno non solo), ma di chi ai sorrisi (magari anche solo di facciata) ha preferito anteporre gli interessi personali, i musi lunghi, i capricci ("voglio Yaya! Yaya è forte! Chi non lo capisce di calcio non capisce!") o le mogli imbizzarrite. Davvero un pessimo inizio alimentato, se vogliamo, anche dalla dirigenza: il direttore sportivo ha il contratto in scadenza e non si sa se sarà confermato, il resto dei rappresentanti fatica a mettere pace tra una dichiarazione "non controllata" e un brontolio da quarta elementare. Un vero peccato.
Parliamoci chiaro, a meno che i capricci non si trasformino in incontrollabili "crisi isteriche", Mancini non se ne andrà, né la sua sostituzione sarebbe un bella notizia: cambiare a metà luglio sarebbe una sciocchezza e il tecnico in fondo non è neppure il disastro che qualcuno vuole far apparire, anzi. Una cosa però al tecnico la vogliamo dire, e la riprendiamo da un pezzo pubblicato qualche giorno fa dal sottoscritto su "ilsensodelgol", sperando che il tecnico finalmente si faccia una risata.
(twitter: @FBiasin @ilsensodelgol Mail: ilsensodelgol@gmail.com)

Caro Roberto,
ciao.
Probabilmente ti hanno ammazzato il gatto. Se è così scusaci, davvero, non sapevamo.
Se invece non è così, ti prego, regalaci uno straccio di sorriso, uno solo.
Fidati, te lo puoi permettere per almeno una decina di motivi.
1- Secondo molti studi scientifici ridere fa bene anche se non arriva Yaya Tourè.
2- Hai il secondo stipendio tra gli allenatori di serie A dietro ad Allegri. Tutto ciò nonostante l'8° e il 4° posto "conquistati" negli ultimi due campionati. Minchia se non ridi tu chi lo deve fare, Froome al Tour de France in versione "Coppa Cobram"?
3- Passi tutto il giorno all'aria aperta. Quando organizzi le partitelle non paghi il campo e con grande arroganza puoi imporre le squadre. Tipo che ti prendi Handanovic e lasci agli altri Nagatomo. Quindi, Roberto, sorridi.
4- Alla peggio Manchester-Milano son due ore scarse di volo. Con Yaya Tourè potete pure organizzare una pizzata a settimana. Vai sereno. E ridi.
5- Robbè, diciamolo, sei un bell'uomo ma hai anche i tuoi 55 anni. Alla tua età col cazzo l'italiano medio si becca una giovine bonazza come quella che ti sei trovato tu. Ti hanno stanato con la moracciona a spasso a Saint Tropez, tra l'altro, non a Viserbella. E fallo un cazzo di sorriso, su.
6- Lo sappiamo, ti dà fastidio che Ranieri, Guidolin, Mazzarri e Conte facciano i fighetti nella "tua" Inghilterra, ma se metti il broncio gliela dai vinta. Stampati sul volto un bel sorriso e cambia il colore del ciuffo, creperanno d'invidia.
7- Da che mondo e mondo per i cinesi il riso è importante. Quindi, ridi.
8- Fa molto caldo, è vero, ma tra non molto tornerà la tua stagione preferita, quella delle sciarpette. Sorridi, in fondo l'attesa del piacere di indossare la sciarpetta non è essa stessa piacere?
9- Se non ridi qualcuno oserà pensare che sei incazzato e tutti parleranno di "crisi Inter". Sorridi, anche solo per banalissima strategia.
10- Il riso abbonda sulla bocca degli stolti, ma difetta su quella degli irriconoscenti. E quindi ridi, su, da bravo.
E facci sapere del gatto, nel caso.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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