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Italiani in Premier - Bilancio magro per molti, Conte tiene alto l'orgoglio nazionale

di Mattia Zangari
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Dopo le prime undici giornate di Premier League, il calcio italiano di esportazione ha il volto moderatamente compiaciuto di Antonio Conte, il vero, anzi l'unico, portacolori degno di questo nome in questo avvio di campionato tortuoso per giocatori e allenatori nostrani.
Il manager leccese, dopo un avvio folgorante fatto di tre vittorie consecutive, ha dovuto far fronte ad una crisi transitoria durante la quale i bookmakers si sono divertiti a bancarne addirittura l'esonero con quote ridicole. Questo momento di impasse, paradossalmente, ha aperto gli occhi all'ex tecnico della Juve, convintosi di dover far svoltare tatticamente il suo Chelsea mandandolo in campo con il 'modulo migliore', un insolito 3-4-3. Grazie a questa disposizione, unita allo spirito sacrificio del suo undici-tipo, la fuoriserie blu ha cominciato a rombare il suo motore infilando cinque vittorie consecutive, condite da altrettanti clean sheet, che hanno garantito una risalita entusiasmante fino a un secondo posto di pregio a un punto dalla capolista Liverpool.
Oltre a Conte, l'altra nota di merito per i rappresentanti tricolore d'oltremanica va a Walter Mazzarri, un tecnico la cui filosofia di calcio per fortuna non va di pari passo con l'apprendimento della nuova lingua. Se da un lato WM stenta e non poco con l'idioma inglese, la sua squadra va dove lui la telecomanda, 6-1 con il Liverpool a parte: gli Hornets sono stati capaci di tenere il passo di squadre del calibro di Everton e Manchester United, avanti solamente di tre lunghezze in una classifica che vede Deeney e compagni all'ottavo posto.
Ora veniamo alle noti dolenti, prendendo in esame il collega di panchina meno fortunato di tutti, quel Francesco Guidolin esonerato lo scorso 4 ottobre dopo il ko con il Liverpool. Il bottino magrissimo della sua gestione parla di una sola vittoria, ottenuta all'esordio del torneo col Burnley, cinque ko e un pari. Ma il calendario, ad essere onesti, non ha arriso affatto alla squadra gallese, che ha dovuto scalare un Everest affrontando nell'ordine Leicester, Chelsea, Southampton, Manchester City e Liverpool.
Chiudiamo la carrellata con Claudio Ranieri, re stanco di una Premier nella quale il Leicester City bello solo in Europa sembra diventato forestiero. La situazione di classifica, già di per sé drammatica, è precipitata con la sconfitta interna contro il WBA nell'ultimo turno, uno stop che oltre a interrompere l'imbattibilità tra le mura dell'ex fortino del King Power Stadium avvicina le Foxes a due punti dal baratro della 'relegation zone'. In tutto questo King Claudio, dopo aver incassato in tre mesi di campionato ben cinque rovesci, ha chiesto umilmente scusa. Una cosa non da tutti, soprattutto se il discorso viene pronunciato con la corona di campione d'Inghilterra ancora sul capo.

GIOCATORI -

La bandiera verde, bianca e rossa appare ancora più sgualcita se si osserva l'impatto praticamente nullo dei giocatori del belpaese impegnati nel torneo più competitivo del mondo: la storia di questo primo terzo scarso di stagione parla di infortuni, mancate convocazioni e prestazioni non all'altezza,
Cominciamo da colui il quale conta più presenze, l'ex Juve Angelo Ogbonna: il nativo di Cassino, che era arrivato a Londra nel 2015 per la non modica cifra di undici milioni di euro, si è guadagnato i galloni del titolare in una difesa che però, anche per demeriti suoi, ha incassato la bellezza di 19 gol in 11 gare.

Paga dazio per un avvio di stagione claudicante degli Hammers, unito ad un arrivo last minute nel mercato estivo, l'altro ex juventino Simone Zaza, 7 presenze, di cui 5 da titolare, nelle quali ha messo a referto più ammonizioni (2) che gol (0). L'astinenza dura da 430 minuti, troppo anche per chi non vive di sola gloria davanti alla porta.

Prologo di stagione da dimenticare anche per Matteo Darmian, ai margini del progetto tecnico di José Mourinho che non lo ha convocato sei volte, lo ha escluso in otto circostanze dalla formazione titolare e lo ha fatto esordire dal primo minuto solo due volte, per giunta solo in conseguenza del forfait di Valencia. La luce in fondo al tunnel si vede, ma è ancora fioca.

Giudizio da sospendere, invece, per il portiere del Sunderland Vito Mannone, che ha fatto in tempo a raccogliere quattro volte il pallone nel sacco nelle prime due partite della stagione (2-1 vs City e 2-1 Middlesbrough) per poi infortunarsi al gomito ed osservare impotente dal divano il tracollo dei Black Cats, ora ultimi in classifica appaiati allo Swansea.

Agli ordini di David Moyes c'è pure Fabio Borini, ancora oggi tormentato da un infortunio all'inguine che ne ha pregiudicato l'inizio di stagione. Alla fine della fiera, l'attaccante ha collezionato solo due gettoni di presenze con City e Southampton senza tuttavia lasciare il segno.

Solo 12 minuti di passerella per Stefano Okaka, subentrato a Deeney al minuto 78' nel match vinto nettamente 4-2 dal Watford contro il West Ham. L'ex Roma e Sampdoria è tuttora fermo ai box per colpa di un infortunio alla coscia destra patito a metà settembre.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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