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Inter, Pioli l'uomo giusto... per 6 mesi. Bravo Montella, questo Milan è figlio tuo. Napoli, lite DeLa-Sarri: io sto con il Mister

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

La metamorfosi dell'Atalanta è spaventosa: dal possibile esonero di Gasperini alla scalata. Il calcio è davvero strano e giustamente l'unica cosa che conta è il risultato. Il Sassuolo sta pagando quello che hanno pagato tutte le piccole squadre che si affacciano all'Europa. Se non sei attrezzato per il doppio impegno, in campionato rischi di brutto. Di Francesco è un ottimo allenatore ma con le squadre piccole certe competizioni non te le puoi permettere. E' brutto da dire ma è così: lo scorso anno, quello dei miracoli, sarebbe stato meglio finire qualche gradino più in basso. Siamo vicini alla svolta del rebus Inter. Anche se non ci prendiamo delle responsabilità, perché con i tempi che corrono ora scriviamo una cosa e poi succede l'opposto. I cinesi sembra che abbiano dato retta al management italiano: Stefano Pioli nuovo allenatore nerazzurro. Scelta più logica e forse saggia. Pioli conosce il calcio italiano anche se non è mai stato in un top club (non si offenda Lotito), ha avuto qualche problema con Candreva ma almeno è consapevole delle insidie che troverà lungo il cammino. Vi dico il mio pensiero: Pioli va benissimo per l'Inter, o meglio, per questa Inter. Ma o con De Boer, o con Marcelino o con Pioli la stagione difficilmente cambierà. L'Inter non corre alcun tipo di rischio, né nel bene né nel male. Ovviamente non teme la retrocessione ma non può avere neanche particolari ambizioni di raggiungere la zona Champions. Per questo serve un normalizzatore che conosca la lingua e la serie A. Avanti con Pioli, a patto che in questi sei mesi l'Inter studi per diventare grande e si faccia trovare pronta a giugno con una vera rivoluzione sul mercato e con un allenatore per costruire. La stagione, ormai, è andata e difficilmente potrà regalare gioie particolari. In teoria il tempo ci sarebbe, ma quello perso è stato troppo e anche le figuracce rimediate, ormai, sono una brutta etichetta. La società deve crescere. Per far crescere una squadra, a volte, basta poco. Cambi 2-3 calciatori e puoi ottenere la svolta. Lo stesso puoi fare con l'allenatore; lo sbagli, cambi e trovi quello giusto, ottieni una reazione. Ma se non c'è la società o la società si fa cogliere dalla paura, allora, sono guai. I cinesi non possono comandare il calcio dalla Cina. Possono prendere le decisioni più importanti, possono dettare budget e condizioni ma qui servono gli uomini di tutti i giorni. Gli uomini di campo. E' brutto e dispiace dirlo ma Ausilio, Gardini e Zanetti non riescono a gestire nulla di tutto ciò.

In tre non compongono una figura completa. Dovrebbero avere maggiore potere ma dovrebbero anche meritarselo. Dall'uscita del libro di Icardi, alla scelta di De Boer, fino all'esonero dell'olandese e ai casting per trovare il suo sostituto, in un mese l'Inter è sembrata la Longobarda. Ripetiamo: sbagliare un calciatore o un allenatore ci sta, ma la cosa grave è non saper gestire le situazioni e dimostrare totale indecisione. Così si forniscono gli alibi ai calciatori, che è l'unica cosa che cercano, oltre lo stipendio a fine mese.
Nelle difficoltà emergono le personalità. E' il caso del Milan, dove Vincenzo Montella sta ottenendo grandi risultati con una rosa modesta e senza una società. Berlusconi ha chiuso il suo ciclo glorioso in rossonero, Galliani sta studiando per costruirsi un nuovo futuro calcistico, Mirabelli è in giro per il mondo per preparare i primi colpi invernali e Fassone è in Cina per organizzare bene la struttura societaria. Un allenatore qualunque lasciato solo andrebbe in crisi completa, Montella invece sta ottenendo grandi vantaggi da questa solitudine per mettersi tutta la squadra sulle sue spalle. Sta facendo un gran lavoro, senza interferenze; questa è la cosa più importante. Con i tempi che corrono Montella può provare anche il grande blitz e farebbe un bel regalo a Fassone e Mirabelli. Il primo posto sarà della Juventus, per il secondo c'è la Roma candidata forte, ma - in assenza del Napoli - il terzo posto che balla potrebbe essere la vera attrazione della stagione. Il Milan potrebbe approfittarne e sarebbe un risultato clamoroso, alla luce delle ultime stagioni, ma soprattutto del valore di una squadra non competitiva ma composta da giovani e da giocatori che ascoltano il proprio allenatore.
Mentre l'Inter prova a ritrovarsi, Juve e Roma sono felici di blindare rispettivamente primo e secondo posto e il Milan spera nel blitz per il terzo, il Napoli si è perso. Il Napoli non c'è più ed è bastato l'infortunio di un calciatore per far saltare il banco. Attenzione: non stiamo dicendo che Milik sia uno qualsiasi, però ricordiamoci che il calcio è un gioco di squadra. Milik poteva essere considerato importante e invece lo abbiamo riscoperto indispensabile. Qui il detto "tutti importanti, nessuno indispensabile" non vale, per una serie di ragioni. Rotto Milik si è rotto il giocattolo. Gabbiadini non è pronto per caricarsi Napoli sulle spalle, Higuain ha lasciato un vuoto enorme e la società ha sbagliato a non prendere due attaccanti. De Laurentiis quando va sotto pressione non riesce a gestire nulla e fa un casino dietro l'altro. Con Sarri ha sbagliato tutto. Dichiarazioni private e analisi di mercato spiattellate al mondo intero, braccino corto quando si trattava di prendere un attaccante in più e permaloso a più non posso. Sarri avrà mille difetti, ma non è impazzito che dice di no all'acquisto di un grande calciatore. Le storie vanno raccontate bene e per intero. De Laurentiis racconta sempre solo ciò che più gli conviene. Sta di fatto che il Napoli quest'anno rischia di buttare una stagione e il prossimo anno dovrà trovarsi un altro allenatore perché certamente - se questi sono i presupposti - il feeling sta per finire.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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