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Inter, GL Rossi: "Il pareggio contro il Bologna non é un dramma"

di Redazione TMW
Fonte: Gianlucarossi.it
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Per chi segue il calcio e non il pallone il pareggio casalingo col Bologna non è un dramma. Perché io non penso allo scudetto quest'anno e non cambia idea ad ogni partita o, peggio ancora, ad ad ogni spezzone di partita, e se mi avessero detto all'avvio stagionale che settembre sarei già stato così vicino alla Roma che per me è il nostro vero competitor per il terzo posto, avrei firmato in bianco. Intanto le note di giornata, perché c'è chi è talmente gnucco da non capire che di qui a maggio quel che è vero oggi non lo sarà domani: senza Murillo e, soprattutto, senza Joao Mario, l'Inter perde più di qualcosa. Molto male Kondogbia, tolto dal campo già al 28′ del primo tempo e criticato pesantemente da de Boer a fine partita. Lo so, siamo nel Paesello dei mammoni dei calciatori e quindi ci sarà ci dirà, poverino, così ormai si è perso: tranquilli mammoni, che conosco chi è messo peggio nel mondo del lavoro e non può contare nemmeno su un bonifico da 400.000 euro ogni mese. Io penso che Kondogbia abbia ora due soluzioni: o piange, si compiange e lentamente si adagia ai margini della rosa, oppure reagisce da uomo vero, tira fuori le palle e ricaccia in gola a de Boer le sue inappuntabili critiche. Tutto ciò non toglie che ormai il francese sia un flop conclamato nel nostro campionato, capisco che i cugini si freghino le mani, ma non avrei comunque preso al suo posto Bertolacci a 20 milioni. Certo, se va avanti così, l'augurio è di riuscire a limitare la minusvalenza come è accaduto con Shaqiri. Credo che abbia mercato, perché è giovane e qualche qualità deve pur averla, se molti addetti ai lavori lo seguivano con tanto interesse. L'anno scorso ci stava che ogni tanto girasse a vuoto, perché era il primo anno di Serie A, adesso deve svegliarsi e mi pare che de Boer non gliel'abbia mandato a dire. Tra gli positivi i giovani, a cominciare dalla presa di coscienza che Senna Miangue potrebbe essere davvero un'alternativa di valore e Assane Demoya Gnoujouri, autore di una prova magistrale, anche in interdizione. Pensavamo di essere di fronte ad uno die tanti giovani che si perdono presto e invece potrebbe non essere così.

Assolutamente da rivedere al più presto. Che poi Perisic e Candreva siano molto bravi lo sapevo già, senza nemmeno rivederli all'opera. Quanto a Ranocchia, sono sinceramente dispiaciuto perché all'ultimo secondo, dopo una prova tutto sommato positiva, ha avuto la palla-gol che poteva cambiargli la vita, perlomeno nel rapporto coi tifosi dell'Inter e l'ha clamorosamente sbagliata. Ormai siamo alle nemesi, ma nel calcio c'è che non è mai detta l'ultima parola, anche se nel suo caso ne abbiamo spese tante. Ranocchia purtroppo ricorda sempre più Paperino: come quello che si mette in coda per ore per entrare al concerto della sua vita ma quando arriva il suo turno scopre di aver perso il biglietto e resta fuori. Va beh, comunque portiamoci a casa questo pareggio con la bella sensazione che finalmente l'Inter è tornata a giocare un calcio gradevole, più libero da certi condizionamenti mentali. Poi sono sempre i giocatori a fare la differenza e quest'anno ce ne sono di forti, in attesa di capire Gabigol, che ha appena esordito. Mi auguro di non leggere le solite sentenze definitive, in un senso o nell'altro, dopo due o tre partite. La classifica adesso conta poco. L'anno scorso si era primi e poi si è visto com'è finita. Ripeto, fino a Natale, bisogna correre insieme a quelle dietro Juve e Napoli: uno o tre punti avanti o indietro ora non importa. E' presto.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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