Giaccherini, simbolo del rilancio del Bologna. E Conte lo aspetta in Francia
Una media gol così non l'ha mai avuta, Emanuele Giaccherini. E dire che i primi mesi a Bologna hanno destato più di qualche perplessità se pur non per ragioni tecniche. Prima le parole pronunciate ai tempi del Cesena "Mai al Bologna" che qualche tifoso si è legato al dito. Poi i ripetuti stop per problemi muscolari. E mentre lui si curava in infermeria il Bologna colava a picco. Decisivi due fattori per il suo rilancio: l'arrivo di Donadoni e la guarigione. Dalla partita contro l'Atalanta, dove ha trovato il primo centro è sempre stato un esaltante crescendo. Prestazioni sempre ben oltre la sufficienza, numeri che lo hanno riportato ai livelli che gli avevano fatto guadagnare la Nazionale. E tanti gol.
Quello contro la Fiorentina è stato il sesto. Ne manca solo uno per raggiungere il record personale in Serie A, con la differenza che nella miglior stagione realizzativa "Giak" giocò ben 32 partite. Il traguardo è alla portata. Poi ce ne sono altri due. Il primo è conquistarsi gli Europei. Conte non ha mai nascosto di essere un suo estimatore e la percentuale di vederlo in estate in Francia è sempre più alta. E poi rimane il suo futuro calcistico: il giocatore è ancora di proprietà del Sunderland, che rischia seriamente di finire in Championship. Rivederlo con la maglia dei Black Cats è difficile come difficile pensare come un Bologna così ambizioso possa privarsi di un giocatore come lui.