Fiorentina: il tempo é tiranno

© foto di Giacomo Morini

Prima di qualsiasi tipo di scelta si attenderà il responso del campo. Qualche primissimo paletto, tutto sommato, la Fiorentina sembra averlo messo in vista della prossima annata. Chiaramente tutto passerà dalla decisione definitiva (da una parte e dall'altra) sulla guida tecnica, ma intanto per questo finale di campionato l'agenda è aggiornata e l'imperativo resta quello di allontanarsi dalla spiacevole ipotesi di un preliminare di Europa League a fine luglio (con conseguente anticipo sui tempi del ritiro da gestire).

Ma se da da un lato anche all'interno della stessa Fiorentina si attendono con trepidazione le prossime decisioni interne (non ultime quelle che riguarderanno anche i dirigenti preposti a fare mercato) è soprattutto fuori dal club che i tempi stringono. Perchè la dissaffezione e la sfiducia sono sempre più crescenti in una tifoseria che appare stanca, come minimo, di una comunicazione ben poco passionale e chiara sui programmi futuri. La stessa diminuizione delle presenze al "Franchi" negli ultimi 12 mesi (meno 2300 abbonati circa e incassi diminuiti del 25%) è d'altronde testimonianza di un problema profondo, che meriterebbe pronte, rapide ed efficaci soluzioni.

Perchè se per la programmazione tecnica della squadra ci può essere ancora tempo (quello necessario per capire se Sousa e la Fiorentina sapranno trovare un punto d'incontro e, successivamente, chi e come farà mercato) per recuperare il rapporto con la piazza ogni giorno è un piccolo ritardo che si accumula. Un rapporto da rinforzare ritrovando passione, emozione, valorizzazione del passato e tutti quei piccoli dettagli che, da anni, rappresentano forse il principale problema tra la proprietà viola e la città.

Possibile non si possa intervenire, al più presto, su una distanza tra club e tifosi che soltanto qualche anno fa sarebbe sembrata soltanto una pura fantasia fin troppo pessimista?