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Eterno Totti: dopo ieri, Spalletti e Pallotta non hanno scampo. E la società, cosa fa? Castori astronauta: si compri un poker di droni

di Alberto Di Chiara
Nato a Roma, ha vestito le maglie di Parma, Fiorentina, Lecce, Perugia, Reggiana, Roma e Nazionale italiana. Ha vinto una Coppa Italia con la Roma e una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA, una Supercoppa UEFA e una Coppa Italia, tutte col Parma.
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Siamo allo sprint finale e anche ieri a contare sono state la passione e i grandi calciatori. Totti in quattro minuti ha racchiuso tutto questo, rispondendo nella maniera migliore a tutti e portando la Roma da una crisi profonda alla Champions visto la sconfitta di un Inter che ormai non commentiamo nemmeno più. Fiorentina sempre più a corrente alternata. Solo contorta nelle sue vicende come al solito mal gestite.

La vicenda Sousa sta infatti diventando una telenovela. Ma è mai possibile che a Firenze non ci sia un rapporto normale tra allenatori e giocatori con la società, sia contrattuale che professionale oltre che umano, basato su unità di intenti? Contratti sempre cavillosi e mai chiari, sempre con penali quasi mai rispettate, comunicazioni fuori tempo, poco filtro, nessuna connessine tra i dirigenti. Parlando di un club di calcio florido e solido sotto il profilo finanziario come quello viola, c'è da capire come si arrivi a gestire situazioni così semplici andandosi a complicare la vita e facendosi anche contestare dalla città nonostante i buoni risultati.

Ma torniamo alla telenovela di Spalletti vs Totti. Certo vedere Er Pupone, che appena Spalletti gli dà la possibilità, entra in campo a Bergamo e con due tocchi fare un gol e un assist (peraltro inutile per Dzeko), poi in soli 4 minuti contro il Torino, nemmeno dopo pochi secondi risalva la Roma con una doppietta incredibile che lo fa entrare ancora di più nella leggenda, si fa fatica a non capire perché abbia ancora voglia di giocare. Un campione senza fine. Pallotta e Spalletti non ne possono non tenerne conto, non hanno scampo. E' stata fuori luogo secondo me la dichiarazione a caldo di Spalletti subito dopo la partita a Bergamo, riguardo Dzeko che sarebbe disturbato dalla presenza e dalla personalità di Totti. Un giocatore super pagato dalla Roma, e non un giovane di primo pelo, se si lascia condizionare da queste cose è da biasimare. È una diatriba, tra un allenatore che ha avuto il grande merito, almeno fino a questo momento, di risollevare una Roma allo sbando, e Totti stesso. Il fuoriclasse romano è indiscutibilmente un simbolo per questa squadra e per tutta la città quindi un patrimonio da gestire. Io allora mi domando, aldilà delle cose dette e non dette tra i due personaggi, aldilà di chi può avere più torto o ragione, la società in tutto questo che fa? Un po' di filtro, un intervento quantomeno di facciata...niente di niente.

Insomma si parla per giorni delle vicende e il futuro dei soliti noti, mentre non si dà spazio a realtà anche se minori come quella di Castori che sta salvando il Carpi con 5/11 di squadra che qualche mese fa giocavano in Lega Pro. E invece di cosa si parla? Del drone di Brocchi! Bisogna capire che il calcio è più semplice di come ce lo vogliono lasciare intendere. Allenamenti a porte chiuse, droni, pseudo tattiche segrete... ma dove siamo... in guerra? Mi vien da ridere. Il calcio è fatto di passioni e rapporti oltre che di tecnica. Ci vendono fumo. Un allenatore deve saper vestire tutte le tattiche che meglio vestono i propri giocatori (Mazzone docet). Passione, emozione rispetto. Castori lo sta facendo a Carpi ma nessuno gli dà più di tanto importanza, gli consiglio al prossimo allenamento di fare una seduta presentandosi con tuta spaziale e ben quattro droni al seguito, forse un po' di interesse lo susciterà anche lui ne sono sicuro.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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