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ESCLUSIVA TMW - Maxi Moralez: "Felice al Leon, ma l'Italia mi manca da morire"

di Giacomo Iacobellis
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Sette vittorie, un pareggio e quattro sconfitte, con un piazzamento in zona Europa (quinto posto in classifica) a quota 22 punti che fa sognare un'intera città. La sorpresa di quest'avvio di campionato non può che essere l'Atalanta di mister Gasperini. I nerazzurri, d'altronde, dopo una partenza da incubo sono riusciti a inanellare una striscia positiva che dura ormai da ben sette giornate. In vista della difficile sfida con la Roma, TuttoMercatoWeb.com ha intervistato in esclusiva uno che con la maglia della Dea ha lasciato sicuramente il segno in quattro stagioni e mezza: El Frasquito Maximiliano Moralez, ceduto per circa cinque milioni di euro ai messicani del León lo scorso dicembre.

Maxi Moralez, innanzitutto come vanno le cose in Messico?
"Tutto bene. Per fortuna io e la mia famiglia siamo riusciti a inserirci in fretta in questo nuovo contesto di vita. Siamo felici della nostra scelta".

Sul campo, dopo qualche infortunio di troppo, nell'ultimo periodo ha finalmente ritrovato fiducia e minuti.
"E' vero. La mia avventura al León non è iniziata nel migliore dei modi, non ho giocato quanto speravo a causa di diversi infortuni che mi hanno fatto perdere il ritmo partita. Ultimamente, però, il mio rendimento è cresciuto e posso dirmi soddisfatto. Naturalmente voglio fare sempre meglio per me stesso, per il club e per la mia carriera".

Torniamo un po' indietro nel tempo: è il dicembre 2015, quando l'Atalanta ufficializza la sua cessione al León. Come si è sviluppata la trattativa?
"Se ne parlava senza esito da settimane, poi in poco tempo è arrivata la fumata bianca. L'Atalanta ha accettato l'offerta economica che il León le aveva presentato, assecondando anche le mie richieste personali. Avevo bisogno di una nuova avventura".

Nonostante il suo addio risalga ormai a quasi un anno fa, non si può certo dire che i tifosi atalantini l'abbiano dimenticata. Maxi, invece, ha dimenticato l'Atalanta?
"Assolutamente no. Sono rimasto in contatto con tantissimi ex compagni in nerazzurro, come ad esempio Cigarini e Carmona. Sono ancora oggi legatissimo all'Atalanta e a Bergamo, dove eravamo riusciti a costruire un gruppo affiatatissimo. L'Italia e la Serie A mi mancano da morire, ma posso essere senza dubbio orgoglioso di aver giocato in uno dei migliori campionati del mondo. E' stata un'esperienza unica".

Allora avrà sicuramente visto che la nuova Atalanta di Gasperini sta facendo faville in campionato.
"Certo. Seguo sempre i nerazzurri, provo grande affetto verso questi colori e i tanti amici che li rappresentano, coi quali ho condiviso momenti bellissimi. La squadra non è partita bene, ma progressivamente mister Gasperini è riuscito a dare la sua impronta di gioco e a fare la differenza. La sua Atalanta ha un'identità e una mentalità da big, spero che possa continuare questo cammino e classificarsi in Europa League, premio meritato per il blasone del club e tutti i suoi tifosi".

Tra i trascinatori dell'Atalanta, non possiamo non citare il suo amico e connazionale argentino Papu Gomez.
"Ogni anno riesce a confermarsi. Il Papu ha qualità, talento e classe, peccato che non possa essere convocato dalla Nazionale italiana. Credo che se la sarebbe meritata e, soprattutto, che potrebbe fare parecchio comodo al ct Ventura".

Non solo calciatori affermati, quest'Atalanta ha messo in mostra anche tanti giovani di belle speranze. Qual è quello che l'ha colpita di più?
"Ce ne sono tanti, perché il settore giovanile nerazzurro lavora in maniera strepitosa. Se devo fare dei nomi precisi, però, dico prima di tutto Kessié. Franck è fortissimo e, secondo me, a fine stagione sarà l'autentica rivelazione dell'intera Serie A. Non possiamo dimenticarci poi di Conti e Gagliardini, altri due giovani destinati a un grande avvenire".

Chiosa sul suo futuro. Prima o poi El Frasquito tornerà a calcare i campi di gioco italiani?
"Magari. Mi auguro di avere in futuro la chance di tornare a giocare o lavorare in Italia, un Paese che mi ha davvero stregato. Incrociamo le dita".

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