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ESCLUSIVA TMW - Cazzarò: "A Taranto buoni risultati. E tanti under valorizzati"

di Stefano Sica
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Da tarantino doc, è corso al capezzale rossoblù ogni volta che se ne è presentata la necessità. Due anni fa, dopo le gestioni Favo e Battistini. Lo scorso campionato, tornando al timone dopo l'interregno Campilongo. L'approdo tra le magiche nove della D sfumato sul più bello, dopo la semifinale interna persa col Fondi. Ma, per Michele Cazzarò, quella con gli ionici resta un biennio positivo, che ha alimentato la sua esperienza e che, adesso, può spalancargli nuovi lidi.

Col Fondi la doccia fredda è arrivata all'ultimo sussulto dei supplementari. Una beffa atroce.
"E' stata una partita dai due volti. Eravamo andati in vantaggio nel primo tempo ma avevamo avuto tantissime occasioni per chiuderla. Poi, nella ripresa, è arrivato il loro pari su un rigore alquanto dubbio. Da lì anche l'espulsione di Marseglia. E chiaramente è cambiata la partita. Chiunque abbia visto quella gara, ha ammesso che non avremmo meritato di perderla".

Dopo un buon inizio di campionato, il punto ottenuto in tre partite tra ottobre e novembre ha deciso forse il suo destino.
"Sia chiaro, non recrimino sul mio esonero anche se mi trovavo in quel momento a -4 dalla capolista Nardò. Ho ripreso la squadra da quinta, a -10 dal primo posto portandola quasi alla promozione. Tutto questo in un girone molto equilibrato, con tante contendenti fortissime e partite per vincere il campionato. Sbaglia chi dice che questo raggruppamento si sia livellato verso il basso, i fatti dicono il contrario. La società forse pensava di trovarsi prima già a dicembre e ha preso questa decisione. Ma i campionati si vincono a maggio, non prima. Basti prendere l'esempio della Cavese che, a mio parere, ha forse sbagliato ad esonerare a suo tempo Longo. A volte ci si fa prendere eccessivamente dall'ansia e dalle pressioni. Ma tengo a sottolineare che, dopo di me, è arrivato un signor allenatore come Campilongo".

Forse la sconfitta interna col Serpentara, ad aprile, è stata decisiva in chiave promozione. Una rimonta spezzata nel momento decisivo della stagione.
"Ma questo può capitare quando sei costretto sempre a vincere. Non puoi mai scivolare e questo finisci per pagarlo. Devo anche dire che incappammo in un arbitraggio particolare e avevamo qualcuno fuori per squalifica o infortuni".

Che modulo tattico ha utilizzato?
"Il 3-4-3. Sposa in pieno la mia filosofia di gioco. Voglio sempre una mentalità offensiva e una pressione alta".

Quanto avete pagato in termini ambientali?
"Taranto è in D da tanti anni e non riesce mai a fare questo benedetto salto tra i professionisti. Io capisco che i tifosi siano stanchi e vogliano di più. E lo meritano, aggiungo. Ma in un clima così teso non è mai facile lavorare. Sei sempre costretto a vincere e devi farlo pure bene. E al primo intoppo scoppia il malcontento".

Si è sempre sentito protetto dalla società?
"Su questo non ho nulla di cui lamentarmi. Ancora oggi ho un buon rapporto con Montervino e la società. Il Taranto è formato da persone serie e, ribadisco, se hanno voluto cambiare a suo tempo è perché pensavano di dare una scossa".

E la squadra l'ha sempre seguita?
"Nulla da rimproverare ai ragazzi. Mi hanno sempre seguito in tutto e per tutto e penso che i risultati stiano lì a testimoniarlo. Siclari con me ha segnato tanto e prima non giocava molto. Anzi, vorrei ricordare che giocava contro il parere di tutti, tifosi e stampa. E, ripagando questa fiducia, merita solo che gli siano fatti i complimenti. Ho sempre pensato che se qualcuno ha segnato tanto in carriera, non può dimenticarsi all'improvviso come si vede la porta. E poi potevo disporre di under bravi, penso a Marseglia, Voltasio, Gaetano o Guardiglio. Dalla Juniores ho fatto esordire Vito Russo quest'anno e altri ragazzi il campionato precedente. Perché penso che un ragazzo, quando è bravo, merita di giocare, di avere una chance concreta e una vetrina che lo faccia emergere. Ancora meglio se questi under sono un prodotto del proprio settore giovanile".

Come è stata davvero la sua separazione definitiva col club?
"Mi creda, tranquilla. Li ho ringraziati per l'opportunità che mi è stata concessa, e basta. Loro investono le proprie risorse economiche e loro hanno tutto il diritto di prendere le decisioni che ritengono più opportune".

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