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Campionato dalle scarse sorprese, ora è tempo di plusvalenze e del mercato in mano ai procuratori. Europa League, quando torneremo a essere protagonisti?

di Alberto Di Chiara
Nato a Roma, ha vestito le maglie di Parma, Fiorentina, Lecce, Perugia, Reggiana, Roma e Nazionale italiana. Ha vinto una Coppa Italia con la Roma e una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA, una Supercoppa UEFA e una Coppa Italia, tutte col Parma.
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Si è chiuso un campionato con più ombre che luci e quantomeno si è assistito ad un finale dove fino all'ultima giornata erano ancora in gioco il secondo e terzo posto, ma anche l'ultimo per non retrocedere. Ma per il resto abbiamo assistito alla solita pantomima: tra la Juve e le altre, intendo Roma e Napoli per ora, ci corrono sempre dai 10 ai 15 punti di distacco, non c'è niente da fare. Il gap in questi ultimi anni è rimasto più o meno invariato per quanto riguarda la prima posizione. Dietro alla Juventus comunque le squadre che si sono maggiormente messe in luce per gioco e collettivo sono state il Napoli di Sarri e Higuain, la Roma di Spalletti (e Totti), la Fiorentina di Sousa, con qualche perplessità nella gestione della seconda metà del girone. Ma per rapporto qualità-prezzo menzionerei il Sassuolo di Di Francesco e anche l'Empoli di Giampaolo, soprattutto per l'utilizzo di giocatori italiani, sempre più in via di estinzione. Una parola va senza dubbio spesa al Chievo di Maran, che centra l'ennesima salvezza con larghissimo anticipo. Ma stranamente tra gli allenatori papabili per una grande squadra, Maran non viene quasi mai menzionato. Al Milan, anche se di grande squadra ultimamente si fa fatica a parlarne, tanto per fare un esempio, si parla come candidati futuri di Giampaolo, rivitalizzato dalla bella stagione di Empoli, ma che veniva da un periodo non del tutto roseo, poi di Montella che con la Samp non è che abbia brillato nonostante le buone cose fatte a Firenze e infine Garcia che è stato allontanato dalla Roma in maniera drastica. Mi domando se le scelte di alcune società per quanto riguarda gli allenatori e non solo, seguano un percorso logico di meritocrazia o siano condizionate dai procuratori che li rappresentano e che hanno da mettere sul piatto della bilancia altra merce...

Altro mistero è l'Inter. Una squadra, ad ora, senza una vera identità. Mancini non ha saputo dare l'impronta giusta. Milioni di euro spesi in un mercato che ha portato poca qualità e tanta confusione. Dopo tutto questo spendere ed un quarto posto raggiunto per rotto della cuffia, leggo sui giornali che "Mancini ha capito che vanno ceduti almeno due big per far quadrare i conti, servono 50 milioni di plusvalenza". Ah già la fantomatica "plusvalenza", la cura per tutte le società che hanno bisogno di ossigeno, ditelo al Parma di Ghirardi e Leonardi. Rimango sempre più basito su come vengano gestite certe società sia sulle scelte tecniche che in parte sulla gestione del capitale. In Europa intanto, Juventus a parte, siamo i peggiori tra i migliori. Dobbiamo lottare non più per vincere ma per non prendere il cucchiaio di legno. Come nel rugby, né più né meno.

Ieri si svolgeva la finale di Europa League tra Liverpool e Siviglia. Leggevo una statistica: Dalla stagione 1988/89, quando ancora era Coppa UEFA, alla stagione 1998/99, in undici edizioni quindi, ben otto sono state vinte da squadre italiane. Dalla stagione 1999/2000 ad oggi non ne abbiamo più vinta ma neanche annusata una. Una statistica che ci deve far riflettere, che ci ha fatto perdere posizioni in tutti i sensi. Arrivano troppi stranieri e non di eccelsa qualità. Prendiamo gli scarti del mercato. Le società sono vittime e a volte complici di procuratori che solo per fini economici portano giocatori da ogni parte del mondo per poterci solo lucrare sopra. Bisogna rivitalizzare il nostro calcio. Andiamo a cercare anche in Serie B o in Lega Pro giovani talenti da costruire e da consegnare poi alla nostra nazionale. Già la Nazionale: rimango dell'opinione che Conte con il poco materiale umano da selezionare, ha fatto già un mezzo miracolo a farci arrivare alle fasi finali. Certo, se poi uno legge la lista dei probabili convocati, un po' di perplessità mista a scetticismo viene. Ma sai, come si dice, noi italiani siamo capaci di capovolgere qualsiasi pronostico quando c'è di mezzo o in ballo qualcosa di importante. Certo in questo caso secondo me ci vorrebbe un miracolo. Speriamo che Insigne da Napoli si sia portato un po di San Gennaro con sè.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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